Woody Allen, istrionico, “follemente geniale” personaggio di se stesso, attore, sceneggiatore e regista dalla comicità “ agrodolce”, lo ritroviamo con la sua penna autoriale e caratteristiche che lo identificano nel suo ultimo lavoro “Cafè Society”: commedia romantica, divertente, sarcastica, pungente e amaramente mielata.
Questa settimana il nuovo film di Woody Allen Cafè Society si è classificato secondo con ben 351.718 euro.
Il motivo per cui questa pellicola registra il record di incassi è uno solo: “Cafè Society è un’opera “speciale”, per la prima volta W.A. spinto dall’occhio e dalla bravura indiscussa di uno tra i più famosi direttori della fotografia viventi, V. Storaro (3 volte premio oscar), abbandona il “nastro” per il digitale. Il film viene girato per scelta del direttore italiano con una Sony F65, telecamera di ultima generazione di altissima definizione che più si avvicina alla resa fotografica della pellicola.
Un prodotto “Woodyano” nuovo ed innovativo in cui la luce la fa da padrona. Ciò che spicca con enorme forza è la tavolozza dei colori di Storaro, le scenografie ed il taglio delle immagini. La cromatura di ogni angolo e spazio esplorato dal regista è magico e curato nei dettagli. Sembra di assistere ad un grande quadro vivente in movimento. La luce è ciò che più differenzia Cafè Society dalla cinematografia di W.A.
Il film è ambientato negli anni ’30 del glorioso cinema Hollywoodiano. Periodo d’ oro e di grandi nomi nel panorama stellato dell’ incantato e paiettato cinema americano. Questa nuova scelta fotografica ben si interseca nello star system “vintage”, nostalgico e passato della cinematografia d’Oltreoceano di quel periodo , fatta di tradimenti, amori e chiacchiere mondane. I colori, le scenografie ed i costumi legati da una fotografia eccezionale e da una regia autoriale portano vita ed anima realistica al mondo di per se finto di questo cinema “patinato”.
Nel film ritroviamo oltre il frivolo mondo cinefilo di Hollywood , ossia il tema del cinema tanto amato e trattato da W.A. , anche altri elementi ridondanti e tipici della sua produzione: le donne e se stesso. L’amore ossessivo, non corrisposto e travagliato nei confronti del gentil sesso è cifra autobiografica presente nel film, così come la sua passione per il cinema. Il protagonista di “Cafè Society” Bobby Dorfman, interpretato da Jesse Eisenberg, appare nelle movenze , recitazione e gestualità impersonificare lo stesso W.A. Sembra quasi di vedere muoversi tra i party “stellati” in California ed il Cafè Society di New York il nostro regista: impacciato,comico e goffo ma intelligente, caparbio, astuto e capace di cavarsela sempre e dalle trovate sorprendenti.
Il film racconta la storia di un giovane newyorchese, che stanco della vita noiosa accanto ai genitori, ad un fratello gangster ed una sorella in continue discussioni col uno strano marito, decide di trasferirsi in California ad Hollywood dove inizia a lavorare per uno zio, un uomo famoso e molto affermato negli ambienti del cinema. Proprietario di un’agenzia cinematografica dopo una serie di tentennamenti offre lavoro al giovane nipote. Bobby Dorfman, il nostro protagonista, timido e poco disinvolto inizialmente, piano piano riuscirà a farsi spazio in questo ambiente per lui nuovo. Il suo carattere genuino, semplice e gentile ma nello stesso momento geniale ed astuto lo porta ad emergere sempre di più, creandosi una fitta rete di amicizie importanti. L’atmosfera mondana e festaiola del cinema degli anni ‘30 fa da sfondo alla storia d’amore tra Bobby e Vonnie, segreteria dello zio. Un amore in un primo momento impossibile e non corrisposto si trasformerà in un grande passione… ma tutto sembra svanire quando il giovane newyorchese scopre che l’ex amato della donna è proprio lo zio. Le due strade si dividono: Bobby sposa una bellissima donna della “Grande Mela” dove nel frattempo è tornato dando vita insieme al fratello gangster a “Cafè Society”, un locale elegante che diventerà il punto di incontro più frequentato dalla vita mondana e cinematografica americana; Vonnie invece sposa lo zio. Il protagonista diventa così un uomo di potere e conosciuto, con una famiglia perfetta ed una vita invidiabile; ma purtroppo un giorno il passato ed il grande amore si riaffacciano nella sua vita. A Cafè Society Vonnie insieme allo zio ripiombano nella realtà di Bobby. Ciò porta scompigli e confusione nella vita dei due giovani. Vecchi sentimenti riemergeranno ma tutto rimarrà come un sogno…il presente è per loro ben diverso. ..il ricordo del primo amore rimarrà un dolcissimo passato.
Il concetto di sogno è ciò che chiude il film, l’idea che l’ amore possa essere sognato e che possa continuare ad esistere come qualcosa di onirico è la forza vitale che romanticamente e nello stesso tempo realisticamente e amaramente anima i due personaggi. E’ proprio in questo finale che il film rispecchia il W.A. più amato ed implicitamente autobiografico del passato.
Cafè society è un film piacevolissimo da vedere, un lavoro curato in tutti i dettagli, perfetto e coinvolgente, che , sebbene dal punto di vista narrativo non si distacchi dal classico W. A. , riconferma la sua bravura e grande capacità di creare commedie dallo stile inconfondibile ed unico.
Carlotta Bonadonna