Veronica Pivetti dopo essersi calata dei panni di Camilla Baudino, la professoressa più famosa del piccolo schermo, con la fiction “Provaci ancora prof” ed aver sbancato il botteghino con la commedia “Mortaccia la vita è meravigliosa” ritorna al cinema nel ruolo di attrice e anche di regista con un nuovo film intitolato “Né Giulietta né Romeo” patrocinato da Amnesty International e scritto a quattro mani con Giovanna Gra in uscita nelle sale il 19 Novembre.
Il film racconta la storia di Rocco un ragazzino di sedici anni alle prime armi con la propria identità, che rivela la propria omosessualità ai genitori ed in seguito scappa di casa per poter per andare a vedere il concerto del suo cantante preferito così la madre,interpretata da Veronica Pivetti e la nonna lo inseguono in un viaggio esilarante, che porterà tutti a Milano e a conoscersi meglio.
Noi di Domani press abbiamo parlato con lei di questo nuovo esordio da regista.
“Nè Giulietta nè Romeo” rappresenta per te una nuova tappa professionale che ti vede anche regista. Com’è nata questa esigenza?
È nata molto tempo fa ho iniziato questo percorso cimentandomi con i cortometraggi, perché è il modo migliore per provare questa esperienza quindi poi,con molta fatica e lavoro,ho deciso di realizzare questo sogno. Il copione di questo film è stato scritto da me e da Giovanna Gra autrice del soggetto e della sceneggiatura sette anni fa poi con il tempo ci abbiamo lavorato molto e ha avuto tante evoluzioni. Sono molto contenta di averlo realizzato….
Il film tratta con naturalezza il tema del omosessualità. Parlando di diritti civili mentre gli altri paesi europei hanno superato questa fase di transizione l’Italia sembra essere rimasta ancora al palo. Come mai ci sono ancora opinioni contrastanti?
Purtroppo in italia l’unica opionione è quella fortemente omofoba… magari ci fossero opinioni contrastanti. Io ho cercato di usare il veicolo più piacevole e divertente per far passare un messaggio diverso. Il nostro è un paese ancora troppo retrogrado e perbenista siamo molto indietro rispetto al resto d’europa. Al cinema invece il tema dell’omosessualità è stato trattato spesso in maniera drammatica, io volevo spezzare l’associazione omosessualità-dramma perché è solo una condizione del essere umano da vivere con naturalezza. Ci sono i biondi, i bruni,gli etero sessuali e gli omosessuali…è un argomento che si può trattare anche sorridendo…Lo scopo del film è strappare dei sorrisi e delle risate per veicolare un messaggio importantissimo.
Recentemente sei stata in teatro con “Mortaccia la vita è meravigliosa” un’opera teatrale che esorcizza la paura della morte. La morte non ti fa paura?
Anche questo è un modo per raccontare l’ultimo tabù rimasto e mi piaceva l’idea di parlarne in musica, in maniera allegra quasi circense perché questa è una commedia musicale nonostante l’argomento che tratta il tema della morte in maniera anche provocatoria.
Nella tua carriera d’attrice hai collaborato con nomi importanti del cinema italiano. Hai esordito con Carlo Verdone sei stata diretta da Lina Wertmüller ed hai presentato il festival di Sanremo con Raimondo Vianello. Qual è il consiglio più prezioso che hai ricevuto ?
Sono stata molto fortunata ho sempre avuto vicino personaggi importanti dai quali ho imparato tantissime cose e con i quali ho sempre lavorato bene. Più che un consiglio in particolare con Lina abbiamo parlato davvero tanto, mi ha insegnato la pazzia insita in questo mestiere, lei è una donna senza limiti e questo è importante perché è bello spaziare ed abbattere a colpi di machete le barriere. Carlo invece mi ha regalato un ruolo meraviglioso e gli sono veramente grata. Tutti questi personaggi sono tutti molto essenziali non si perdono in vizi o sovrastrutture proprio perché sono grandi…in tutti i sensi
Sul piccolo schermo ti abbiamo vista protagonista con la fiction “Provaci ancora prof” quali sono i tuoi punti in comune con la professoressa Baudino?
Pochi…abbiamo la stessa faccia…Entrambe siamo due donne molto inquiete e scattanti. Lei fa scelte che interpreto e che non farei mai come probabilmente lei non farebbe mai ciò che faccio io però andiamo a braccetto con molto affetto e con molta simpatia.
In TV conducevi anche un programma di libri per Rai tre. Se dovessi consigliare un romanzo quale titolo suggeriresti ?
Sono davvero troppi i romanzi che consiglierei e che preferisco ma se dovessi andare sulla luna mi porterei Madame Bovarie, sognante e drammatica.
Sappiamo tutti chi sia tua sorella, ma in pochi sanno che sei nipote del celebre linguista e lessicografo Aldo Gabrielli. Cosa ricordi di lui?
Il problema è che spesso i nonni muoiono quando si è ancora piccoli invece si ha bisogno di loro anche e soprattutto da adulti. Con mio nonno ho trascorso comunque molto tempo. Era molto spiritoso l’esatto opposto di quello che si immagina rispetto al suo ruolo di linguista, era burlone e molto simpatico e apprezzava molto il mio modo di essere irregolarmente sui generis.
Come ultima domanda parafrasiamo sempre il titolo del nostro magazine e chiediamo come vede il “Domani” Veronica Pivetti, quali sono le tue speranze e le tue paure?
Paure del Domani non ne ho…l’ipocondria non mi appartiene …non ho la più pallida idea su cosa aspettarmi dal Domani e…mi voglio godere la sorpresa!
Simone Intermite
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