Deep Rock Galactic è un gioco online co-op multiplayer rilasciato il Gennaio dell’anno 2020. Sviluppato dallo studio Ghost Ship e distribuito dalla Coffee Stain Publishing. Prima di allora è stato un titolo in Early Acess per due anni e, proprio in questo periodo festeggia i suoi cinque anni di vita.
Da quando è stato lanciato ad adesso, Deep Rock Galactic ha guadagnato un livello di popolarità senza pari e il numero dei suoi giocaotri ha già superato di gran lunga la soglia critica.
Personalmente non sono un fan dei giochi online, rispetto ai videogiochi single player, il numero di videogiochi online a cui ho giocato davvero si può contare sulla dita di una mano (sia che si parli di giochi in co-op o competitivi), e l’unica ragione per cui ho dato una possibilità a Deep Rock Galactic è perché la sua popolarità e il coro di complimenti dei suoi fan (e tutto ciò che si può trovare su internet a riguardo) rasenta l’isteria collettiva.
E dal momento che festeggia i suoi cinque anni era in saldo su Steam per una cifra ridicola e allora mi sono detto “vabbè, proviamo sto’ fenomeno”. E quindi: è davvero questo capolavoro? E’ davvero, non solo un bel gioco, ma uno dei migliori (se non IL) videogiochi online in co-op mai creati?
Mamma mia se lo è.
Questo gioco mi ha rubato il cuore, mi ha risucchiato con il suo fascino, il suo design impeccabile e una valanga senza fine di ore su ore di divertimento. E se volete una recensione possiamo chiuderla qui. Deep Rock Galactic è un gioco spettacolare, divertente, geniale, composto con passione, maestria e confidenza, dieci su dieci.
Ma ora sorge la domanda: perché? Cosa lo rende così… incredibilmente divertente? Ci sono giochi validi sul panorama online, ma com’è che DRG riesce, con così tanta disinvoltura, in soli cinque anni, a scalare le classifica e a sedere solidamente nel phanteon dei videogiochi che hanno fatto la storia? Questa domanda merita una risposta lunga e dettagliata. Perché, come si suol dire, il diavolo sta nei dettagli.
Partiamo dalla premessa e dalla presentazione. In DRG siamo degli impiegati della (guardacaso) Deep Rock Galactic, una megacorporazione mineraria che ha messo gli occhi su Hoxxes IV, un pianeta ai margini della galassia conosciuta ricchissimo di risorse minerali ma anche tremendamente ostile. Hoxxes IV è popolato da mostri alieni insettoidi, flegellato da tempeste di meteoriti, aree radioattive, tempeste di neve, di sabbia, eruzioni vulcaniche, gas, piante carnivore… insomma: un bel posticino.
E qui entriamo in gioco noi e il resto dei giocatori (si può giocare da soli o in squadre da 2 a 4), nei panni di dei “minatori da combattimento” incaricati di scendere sulla superfice di Hoxxes, estrarre quanti più minerali preziosi possibili, cercare di non morire durante l’impresa e riportare il malloppo a casa.
Ora ecco la chicca: i personaggi e tutti i membri della Deep Rock Galactic… sono nani. Sì, come quelli del signore degli anelli, Dungeons and Dragons e il fantasy che tutti conosciamo. Solo che anziché combattere con asce, spade e martelli combattono con fucili a impulsi, lanciafiamme, cannoni al plasma, lanciamissili a testata multipla, mitragliatori pesanti con proiettili all’uranio impoverito e un sacco di altri gingilli banditi dalla convenzione di Ginevra. E al posto di corazze di ferro e scudi usano schermi deflettori, torrette automatiche e trappole esplosive. E non vivono in fortezze nelle profondità di una montagna solitaria ma in una stazione spaziale che orbita intorno a Hoxxes IV, dalla quale lanciano le loro navicelle e pianificano le loro spedizioni sulla superfice del pianeta.
Dopo aver avviato il gioco (e aver superato un breve tutorial, se è la nostra prima volta), saremo catapultati nella “area base” del gioco. Siamo a bordo della stazione spaziale, e qui possiamo scegliere le missioni, controllare le statistiche, il nostro equipaggiamento e molto altro.
La prima cosa che voglio puntualizzare è quanto quest’area sia ben realizzata. In moltissimi giochi online l’area “hub” è quasi sempre lasciata in secondo piano, considerata noiosa dai giocatori, asettica e impersonale.
In DRG sembra un parco giochi. E’ compatta, facile da capire e serve anche a rendere il “setting” del gioco. C’è persino un bar dove possiamo ordinare delle birre (siete nani, non vorrete presentarvi al vostro turno in miniera da sobri, vero? A proposito: il robot dietro al bancone si chiama Loyd. Ricordatevi di dargli la mancia), possiamo interagire con l’ambiente e deliziarci con un sacco di elementi divertenti e dare uno sguardo a come i nostri protagonisti vivono nello spazio e come passano il tempo tra una spedizione e l’altra.
Lo stile e la grafica in generale è assolutamente perfetta, è poco esigente dal punto di vista tecnico ma lo stile, l’estetica e i colori lo rendono meglio di qualsiasi altro gioco recente. Ho visto tonnellate di giochi in mega-super-grafica-HD-vattelapesca-superdettagliata con un palette di colori deprimente e scialba. DRG spazia tra colori accesi e distinti fino alle oscure profondità di Hoxxes IV. La suggestione e l’immersione sono totali. Il sonoro è semplicemente perfetto. Le armi tuonano, gli alieni ruggiscono, solo ascoltando si capisce cosa e perchè sta facendo rumore.
La musica spazia da momenti di calma distesa durante l’esplorazione per impennarsi e trasmettere tensione e climax quando l’azione si scalda.
Inoltre i nostri nani/minatori spaziali parlano un sacco e sono fortissimi. Sputano costantemente battute, consigli, commenti, osservazzioni e molto altro. Sembrano non finirle mai le linee di dialogo e non annoiano mai.
Ora veniamo alla vera carne in cui, come giocatori, siamo chiamati ad affondare i denti. Per prima cosa, prima di imbarcarci in una missione qualsiasi, dovremo scegliere una delle quattro classi disponibili (che possiamo cambiare da una missione a un altra, per bilanciarci con i nostri compagni di squadra).
Poi dovremo scegliere le nostre armi e il nostro equipaggiamento. Appena inizieremo avremo a disposizione l’equipaggiamento base ma, di missione missione, sbloccheremo gradualemente una vertiginosa quantità di nuove armi, potenziamenti, gadget (oltre a semplici oggetti estetici) che ci permettono di complementare il nostro stile di gioco come preferiamo.
Possiamo anche sbloccare delle speciali modifiche alle armi capaci di cambiare radicalmente le nostre armi, trasformandole in qualcosa di completamente nuovo.
E infine, ci sono le missioni. Sono tante e le zone di gioco (cioè le varie regioni di Hoxxes IV) differiscono per fauna & flora, stile, insidie e nemici. Anche gli obbiettivi delle missioni spaziano grandemente, tutti questi fattori combinati costringono ogni squadra di giocatori ad adattarsi e improvvisare costantemente. Ogni mappa e ogni missione è generata casualmente, quindi non ci saranno mai due missioni esattamente uguali.
Parliamo ora delle mappe di gioco in sé. Perché Hoxxes IV non è solo un meraviglioso, sinistro, sconociuto e pericoloso mondo alieno inesplorato. Ricordatevi che siamo nani minatori spaziali, quindi ogni missione si svolge nel sottosuolo, a migliaia di metri di profondità. E ogni mappa è un dedalo di caverne, gallerie, canyon, burroni e molto altro… e tutto può essere scavato da un capo all’altro. Già: i giocatori possono (e dovranno) scavare gallerie da una parte all’altra della mappa come preferiscono. Ci saranno sempre sezioni non comunicanti in ogni mappa, quindi dovremo darci da fare con picconi e trivelle per farci largo nel terriccio o nella nuda roccia. All’occasione questa operazione non è altro che fare un buco nel muro, altre volte dovremo organizzarci per percorrere lunghi tragitti con nessun altro strumento per orientarci che la nostra fidata mappa 3D. Possiamo anche sfruttare questa meccanica per creare ripari, scorciatoie o vie di fuga. Non ci sono limiti: l’intera mappa è una miniera, e quindi và trattata come tale.
Ora veniamo ai nostri quattro protagonisti (cioè le quattro “classi” che possiamo scegliere), ognuno con le loro abilità. Detti in poche parole abbiamo:
Il Gunner: che è quello grosso con l’arma pesante.
Il Driller: Specialista di lanciafiamme e trivelle per scavare tunnel a velocità record.
Lo Scout: quello con più opzioni a livello di mobilità, incaricato di individuare gli obbiettivi ed esplorare le vaste caverne di Hoxxes per conto del resto della squadra.
L’Ingeniere: Specialista nel piazzare torrette automatiche e negli esplosivi.
Potrei stare a parlare per ore di tutte le opzioni di queste classi, ma mi terrò sul sintetico. Ciò che è importante capire è che tutte le classi hanno una determinata scelta di armi e una serie di gadget da utilizzare al di fuori dal combattimento e per aiutare la squadra a traversare il sottosuolo. Possiamo pizzare piattaforme lungo le pareti, installare teleferiche per superare burroni o per scendere in sicurezza giù per gole e crepacci, rampini per scalare, le già citate trivelle e pistole spara-razzi luminosi per permettere visibilità nella caverna più buia (assolutamente essenziale). C’è molto, molto (e dico MOLTO) altro ma l’importante è che tutto funzioni in armonia con il resto del team. Non c’è verso di starsene per conto proprio in DRG, si sopravvive insieme o si muore da soli. Deve vincere la squadra, non il giocatore.
E per finire, lasciatemi spiegare l’ingrediente segreto di DRG: il gioco di squadra. Questo videogioco trasuda necessità e volontà di cooperazione e favorisce (in maniera divertente e naturale) cameratismo e collaborazione tra i giocatori. Non so spiegare bene… ma lavorare insieme ai vostri compagni (che siano vostri amici o sconosciuti trovati su internet) diventa subito istintivo. L’atmosfera di responsabilità e fiducia reciproca è tale che spesso i nuovi giocatori (che, nel gergo di DRG, vengono chiamati “greenbeard” e cioè “barbeverdi”) non devono nemmeno scomodarsi a chiedere consigli ai veterani. Sono questi ultimi che, animati da puro e paterno senso di responsabilità, spiegano le basi e i trucchi del mestiere mano a mano che si presentano durante le missioni. Non so come gli sviluppatori, attraverso il gioco, siano riusciti a creare questa chimica in maniera così efficace, ma è geniale.
Personalmente penso che tutti dovrebbero provare DRG, quindi, nello spirito del Nano Spaziale che questo gioco mi ha instillato e dopo avermi risputato alla realtà per scrivere questo articolo (dopo molte ore di gioco), ecco alcuni consigli base da parte mia. Seguiteli e diventerete un minatore stagionato in men che non si dica.
1) Anche se il Driller è l’addetto principale agli scavi, ogni personaggio ha il proprio piccone che dovrete usare per estrarre i minerali e che potete usare per scavare in giro (anche se a velocità molto ridotta rispetto al Driller). E’ anche un efficace arma da mischia, quindi, come ultima risorsa o per risparmiare munizioni, ricordatevi di usarlo.
2) Usando il tasto Tab potrete aprire la mappa in 3D dell’area di gioco. Può essere un po’ strana da usare all’inizio, ma vi conviene farci pratica e non affidarvi unicamente ai vostri compagni di squadra per orientarvi. E’ facile perdersi per Hoxxes IV.
3) Usando il tasto “x” il vostro personaggio estrarrà una specie di puntatore laser. Questo è il vostro strumento più importante. Potete usarlo per evidenziare nemici, obbiettivi, attirare l’attenzione dei vostri compagni di squadra, individuarne la posizione anche se sono fuori dalla vostra visuale e funziona anche come “rilevatore” se non sapete cos’è l’oggetto, la creatura o il minerale che state guardando. Vi mostrerà, inoltre, al lato dello schermo, lo status di tutti i vostri compagni di squadra, dalla salute alla scorta di munizioni (la vostra linfa vitale). Estremamente utile.
4) Ovviamente, come avrete già capito, durante ogni missione incontrerete mostri alieni il cui unico scopo è mangiarvi la faccia. Ma di tanto in tanto verrete informati che uno “sciame” si sta dirigendo verso di voi. Uno “sciame” è un orda di nemici molto più vasta della media e non c’è modo di sfuggirgli. In questo caso non perdete tempo: lasciate stare cosa state facendo, assicuratevi di essere spalla a spalla con il resto della vostra squadra, impugnate la vostra arma preferita, massacrate tutto ciò che non ha una barba e continuate finchè lo sciame non si esaurisce.
5) Prestate attenzione, perché quest’ultimo punto è la cosa più importante in tutto il gioco. Premendo il tasto “v” il vostro personaggio leverà gloriosamente il suo piccone al cielo e intonerà, con tonante orgoglio nanico “Rock and Stone!” che è il grido di battaglia dei nostri amici nonché lo slogan del gioco. Fare “Rock and Stone!” è assolutamente imperativo per tenere alto il morale della squadra e cementare coesione di intenti e spirito di cooperazione.
Ricordate molto bene: non esiste un momento inappropriato per Rock and Stone!. E se un altro giocatore lo fa, siete obbligati a rispondere a vostra volta con un Rock and Stone! Non rispondere a un Rock and Stone! È un atteggiamento considerato come una grave offesa e mina pesantemente il morale collettivo.
Conclusione: giocate a Deep Rock Galactic, perchè è un gioco straordinario.
Rock and Stone! Ci vediamo in minera, barbeverdi!
Francesco Viglione