Negli ultimi videogiochi usciti si ripercorre sempre lo stesso trend. Parliamo di titoli come “God of War: Ragnarok”, “Forspoken” e “Hogwarts: Legacy”. E questo trend è sempre il solito: combattimento spettacolare ma monotono e fin troppo semplicistico, un mondo da esplorare che è poco più di un copia/incolla di zone tutte uguali, nemici che non sono altro che un sacco di patate fatto per essere preso impunemente a pugni e (e personalmente non lo sopporto più di ogni altra cosa) un protagonista arrogante, supponente e, fondamentalmente, uno st****o.
E sapete una cosa? Io sono stufo. Non siete stufi anche voi?
No, non parlo del design e del gameplay poco ispirato e per niente originale, no non parlo dei dialoghi pessimi o della storia piatta come un Pancake e nemmeno dei personaggi irritanti.
Dico: non vi siete stufati a morte di essere il protagonista del titolo?
Non vi siete stancati di vivere una storia in un mondo fantastico dove il peso del destino di tutti grava sulle vostre spalle come un macigno? Che palle essere l’eroe! E anche che palle essere l’antagonista!
Non avete mai sognato di essere scaraventati in un mondo fantastico ed essere… una persona qualunque? Niente obblighi morali. Niente cattivo supremo da sconfiggere. Siete inutili e anonimi quanto lo siete nella vita vera e l’unica cosa che potete fare è… qualunque cosa. Niente obbiettivi, vera libertà.
Però questa libertà ha un prezzo. Il prezzo di non essere speciale. Il prezzo che, se un drago cade dal cielo sulla vostra testa o se una nave aliena assalta a suon di laser casa vostra, molto probabilmente finirete solo come un altra statistica. Niente profezia a garantire il vostro successo. Niente maestro con la barba bianca a svelarvi i segreti del vostro destino da prescelto degli Déi.
Nei cinque giochi che seguono il concept di base è quello: non siete speciali. Se verrete feriti/derubati/distrutti/mangiati nessuno verrà a salvarvi e morirete lentamente, sanguinando sul terreno come un disgraziato qualsiasi.
E, sopratutto: niente più inutili, lunghe e morbose scene filmate dove il vostro personaggio fa un mucchio di cose dove non potete intervenire.
Ci sono giochi che vi metteranno su un piedistallo, ma non quelli della seguente lista. Anzi, molto probabilmente sarete ancora più indifesi e sfortunati che nella vita vera.
Ma è anche vero che se sarete bravi, attenti, costanti, abili e intelligenti, potreste riuscire a elevarvi da mera plebaglia e scalare la vetta, fino a diventare il nuovo Sovrano indiscusso di un mondo virtuale. Non perché siete predestinati a farlo, ma perché l’avete deciso voi e realizzato con le vostre sole forze.
E tutte le genti impareranno a temere e riverire il vostro Nome e coloro che non lo faranno sono destinati a perire sotto il vostro Implacabile Pugno di Ferro.
Se non sapete di cosa sto parlando provate uno dei seguenti titoli, perché vi aspetta un avventura come non ne avete mai viste.
1) Kenshi
Kenshi è un gioco ambientato in un mondo post-apocalittico che si è abissato in una “Era buia” tecnologica. Il mondo di Kenshi (che non è la Terra, ma un pianeta sconosciuto e remoto, colonizzato millenni orsono) è costellato di rovine di una grande civiltà del passato tecnologicamente avanzata: possiamo trovare in giro cose come robot, nuclei di intelligenze artificiali, rovine di fabbriche automatizzate e persino resti di satelliti schiantati al suolo.
Ma per il cittadino medio di Kenshi la vita consiste nell’arare i campi alla vecchia maniera e le armi più comuni sono balestre, lancie e katane e i sistemi di governo delle varie nazioni sono Re, Imperatori e signori della guerra regionali.
Cos’è successo? Quale assurda apocalisse ha colpito questa terra bizzarra? Nessuno lo sa per certo, se volete delle risposte dovrete trovarle per conto vostro.
In Kenshi vestiamo i panni di un individuo qualunque, senza nessuna abilità o storia specifica. Non siamo i prescelti. Non possediamo nessun addestramento particolare. Non siamo nessuno.
Kenshi lascia che sia il giocatore, di sua pura iniziativa e unicamente attraverso le proprie decisioni, a interagire con il mondo di gioco e decidere il suo destino.
Non c’è nessun obbiettivo finale, potete decidere di diventare uno spadaccino solitatario, costruire la vostra base/avamposto/città/fattoria, mettere su una banda di banditi, essere dei cacciatori di taglie, mercanti, giustizieri, allearvi con una qualsiasi delle fazioni di gioco, esploratori a caccia di tesori dimenticati… qualsiasi cosa possa venirvi in mente.
Ciò che rende Kenshi così appassionante e particolare è il suo sistema di progressione. Funziona che qualunque cosa facciate con il vostro personaggio, poco a poco inizierete a farla meglio di prima. Quindi se volete essere un ladro… dovete cominciare a fare pratica a rubare cose, partendo da bersagli facili e, poco a poco, scalare la vetta per diventare i Lupin di questo strano mondo.
Volete saper combattere? Sceglietevi un avversario di basse abilità combattive.
E per ultimo, un altra cosa veramente speciale è il mondo di gioco in sé. Non per la grafica o lo stile (è suggestivo, ma comunque molto asciutto) ma per il setting in sé. Le civiltà fittizie, le diverse razze senzienti che popolano il mondo di Kenshi, i personaggi e mera vastità di posti bizzarri da esplorare… tutto opera per produrre un esperienza di gioco unica in un mondo alieno che non offre alcun preconcetto al giocatore.
2) Starsector
Starsector è un gioco open-world/space-strategy. La storia è abbastanza sintetica: l’umanità, nel lontano futuro, ha sviluppato il viaggio interstellare e colonizzato centiaia di mondi in varie galassie sparse per l’univarso. Duecento anni prima dell’inizio della nostra storia in-game, nessuno sa perché, la nostra galassia si è trovata isolata dal resto dell’umanità è ben presto tutto è de-evoluto in lotte intestine, scissioni e caos vario dal quale sono emerse tutta una nuova serie di nuove fazioni che si sono spartite lo spazio abitato.
Dove entriamo in gioco noi? Noi non siamo altro che un singolo pilota freelance con a disposizione una piccolissima flotta, insignificante se paragonato ai giochi di potere e alle dispute delle grandi fazioni che si battono per il dominio del settore.
Ma se sarete abbastanza intraprendenti, scaltri e, sopratutto, dei grandi strateghi nonché dei piloti spericolati, potreste scalare la vetta e diventare colui che è destinato a unificare questo settore di universo sotto un unica bandiera (oppure potete metterlo a ferro e fuoco, a voi la scelta).
Stasector usa una visuale in 2D dall’alto. Il gioco si divide in due game loop: in uno pilotiamo la nostra flotta (sia essa una sola nave sgangherata o una flotta stellare capace di oscurare i cieli) e, non appena entreremo in contatto con un gruppo nemico ci trasferiremo nella mappa tattica, dove potremo controllare in prima persona la nostra “nave ammiraglia” e dirigere il resto delle nostre navi grazie alla minimappa (simile a un rts comune).
Comincieremo da poco: difenderci dai pirati mentre effettueremo spedizioni mercantili, assaltare piccoli convogli isolati o assistere una flotta amica più grande. Ma, lenti ma sicuri, col tempo riusciremo a accumulare una certa quantità di soldi, di navi, equipaggiamenti, collaboratori e influenza fino ad arrivare a poter colonizzare un nuovo pianeta, stabilire la nostra area di influenza e ergerci come pari con le altre fazioni presenti nel settore.
Due cose vanno aggiunte a questa enorme curva del gioco: per prima cosa, ogni singola nave, dalla piccola fregata alla enorme nave mercantile può essere personalizzata in una miriade di modi possibili. C’è una quantità stravolgente di opzioni poiché Starsector, come molti altri titoli space-simulator analoghi, tenta e delizia il giocatore con il fascino del design. Possiamo spendere ore a creare la perfetta astronave, quale che sia il suo scopo e possiamo anche ingaggiare capitani e amministratori che agiscono in nostra vece (quella astronave che avete pagato un milione di crediti non la vorrete dare in mano a un novellino, no?).
E poi c’è il sistema economico, Stasector non è un mondo immobile che si limita a simulare una galassia in subbuglio, Starsector E’ una galassia in subbuglio.
L’intera mappa di gioco è soggetta a perenni sconvolgimenti a causa di raid di pirati, attacchi ed embarghi dovuti ai conflitti tra le fazioni, calamità cosmiche o il semplice fluttuare dell’economia. La galassia di Starsector è vasta e caoica e noi dobbiamo imparare a navigarla e interagirci.
Nessuna delle missioni che intraprenderemo sarà scriptata, quindi non c’è niente a indicarci il “livelo di difficoltà” di ognuna. Se il settore dove dobbiamo consegnare la nostra merce o il sistema che vogliamo esplorare è sconvolto da flotte di pirati, conflitti in corso o altre insidie non specificate, è un problema nostro.
Starsector è un gioco audace, a volte brutale, ma che offre al giocatore libertà d’azione estrema. Il passaggio da un pilota qualunque a impero intergalattico è potente, soddisfacente e il tutto condito da un gameplay eccezionale e creativo.
3) Mount & Blade
Mount and Blade (e Mount and Blade 2) è un titolo abientato in un mondo medievale fittizio. Dico fantasy e medievale perché, anche se tutte le nazioni e il continente di Mount and Blade sono fittizie, il tutto è strutturato come il caro vecchio medioevo europeo. Niente nani, elfi, magia o profezie che dir si voglia.
In questo gioco partirete da zero: un nessuno di umili origini. Dà lì dovrete farvi largo nella società feudale di Mount and Blade. Poetete girare la mappa, commerciare, partecipare a tornei cavallereschi per conquistare titoli e potere. Dopo aver conquistato fama, gloria e influenza potete instaurare il vostro feudo personale, prestare giuramento a uno qualsiasi dei regni e, sopratutto, muovere battaglia.
Le battaglie in Mount and Blade sono qualcosa di curioso. Il vostro personaggio ha statistiche e abilità come chiunque altro, ma il sistema di combattimento implica che voi possiate combattere contro un singolo combattente o contro un numero innumerevole di nemici. Quindi… come ce la si cava in queste situazioni? Semplice: reclutate il vostro esercito! In Mount and Blade potete passare da essere un gruppeto di uomini con spade a un orda di predoni a cavallo capace di depredare e soggiogare il mondo conosciuto. Assassini, corruzzione, battaglie, commercio o il caro vecchio “depreda i contadini pezzenti” sono tutte opzioni sul tavolo.
Un giorno siete solo un cavaliere errante solitario in cerca di un Re da servire, un altro giorno siete in un vicolo ad assassinare il suddetto Re, quello dopo il vostro vasto esercito sta assediando la capitale.
In Mount and Blade il mondo è la vostra ostrica, ma per gustarvela dovrete consquistarvelo in punta di lancia. Letteralmente.
4) Project Zomboid
Il concept di Project Zomboid è semplicissimo: c’è l’apocalisse zombie (sì, quella classica) e voi siete un umano che deve sopravviere ai morti viventi. Fine. Niente storia ulteriore. Zero spaccato. Volete trovare una cura? Scappare in qualche rifugio di sopravvissuti? Scordatevelo. Dovete sopravvivere il più a lungo possibile. Punto.
Come si presume che ce la facciate? Ogni partita di Project Zomboid inizia sempre allo stesso modo: scegliamo un background per il nostro personaggio (che mestiere e che vita faceva) e avremo le nostre abilità iniziali e, sopratutto, locazione iniziale. Se siamo un avvocato comincieremo in un complesso di edifici, se siamo un detenuto comincieremo in carcere, etc…
E da lì si và. In Project Zomboid non avremo altro a cui pensare a come restare vivi in mezzo a un mondo di morti viventi. Dovremo pensare alla nostra salute fisica, mentale, curare le nostre ferite in modo corretto, evitare malattie comuni, mangiare decentemente, fare il necessario esercizio fisico e, ovviamente, trovare la strategia giusta per liquidare in maniera efficace i nostri antagonisti. Possiamo anche costruire rifugi, usare lenzuola per creare corde da usare come via di fuga improvvisata, piantare un orto per avere una risorsa fissa di cibo (e ricordate: dopo un po’ il cibo và a male. Mangiare roba ammuffita non è salutare) e molto altro.
Project Zomboid ha la caratteristica di mettere nelle mani del giocatore quanti più mezzi possibili per raggiungiere l’obbiettivo. E l’unico obbiettivo in questo gioco è sopravviere il più a lungo possibile.
Benchè il gioco sia nato come un esperienza a giocatore singolo, potete anche cimentarvi con degli amici in modalità multigiocatore, per un vero, caotico e definitivo pandemonio zombie.
In Project Zomboid siamo l’uomo qualunque contro l’apocalisse, e a un certo punto l’apocalisse vincerà, per forza di cose. La questione in sospeso è: quanto ve la sentite di combattere?
5) Rimworld
Rimword è, senza ombra di dubbio, uno dei giochi migliori, più creativi e più brillanti a cui abbia mai giocato.
La premessa parte dal fatto che noi (o meglio: il nostro gruppo di personaggi, se ne abbiamo più di uno) eravamo passeggeri su una nave spaziale, sopiti dentro una capsula criogenica. A un certo punto precipitiamo su un pianeta sconociuto. Non sappiamo cosa è successo alla nostra nave, né dove ci troviamo, sappiamo solo che non era nostra destinazione.
Da qui dobbiamo sopravvivere, costruire una nuova navicella spaziale e lasciare il pianeta.
Rimworld è un colony-simulator. Il che significa che la sfida principale sta nel costruire e gestire una efficiente colonia umana su di un pianeta perso tra le stelle. Gestire cose come le riserve alimentari, scorte di materiali da costruzione, energia e provvedere a un riparo efficace con posti letto per tutti, oltre che a servizi come infermeria e attività ricreative saranno al centro delle nostre attività. Ma fatto questo potremo concentrarci su questioni più interessanti come commerciare con gli altri insediamenti sul pianeta e andare alla ricerca di tecnologie perdute, oltre che gestire la difesa del nostro assediamento da ondate di banditi o calamità aliene.
Ma Rimworld tiene conto di molti fattori oltre a questi, il che significa che un eclissi, un accquazzone, una tempesta di fulmini, un incendio o il semplice incedere delle stagioni possono essere un ostacolo tanto quanto una squadra di predoni armati fino ai denti.
E non finisce qui. Rimwolrd, tra le altre cose, possiede un sistema di relazioni e generazione casuale dei personaggi. Potrebbero avere affetti e famiglia in giro per il mondo, finire innamorati l’uno dell’altro, essere ossessivi, claustrofobici, avere patologie, essere paticolarmente bravi in qualcosa e/o completamente negati in qualcos’altro. Sono tutti soggetti a crisi di nervi, spossatezza, scatti di euforia o cadere in depressione.
Inoltre, se non vi basta, Ogni essere vivente di Rimworld possiede un complesso sistema di salute e organi. Sì, organi. Possiamo effettuare trapianti, operazioni chirurgiche e somministrare terapie.
Questo và da un trapianto di fegato per salvare una vita o fare un ciclo di pennicillina per prevenire un epidemia. Perfino la temperatura dell’ambiente gioca un ruolo fondamentale.
Il sistema di gioco di Rimworld è complesso, ma non è messo lì per dare noia al giocatore, è lì per far scatenare la nostra fantasia.
Non abbiamo limiti morali e non c’è nessun sentiero tracciato. Siamo in un mondo perduto ai margini della civiltà, un posto che puà essere la nostra salvezze, la nostra nuova casa o la nostra tomba.
Rimworld è incredibile, le sue potenzialità illimitate e la possibilità di ricominciare da zero sempre allettante. Avvertenza: può provocare assuefazione.
Francesco Viglione