Pioggia, gelo, grandine… Nei vigneti della Borgogna, la vendemmia 2021 conferma l’amara constatazione che, quest’anno, tutto il gran lavoro fatto non riuscirà a limitare le perdite importanti dovute alla scarsa produzione, ma la grande qualità potrebbe benissimo riuscire a compensare la piccola quantità.
Dopo un 2020 con la sua vendemmia precoce a metà agosto, l’annata 2021 in Borgogna si è presa il suo tempo e ha mantenuto alta la suspense fino alla fine. La vendemmia, che è iniziata intorno al 18-20 settembre per i vini fermi, è avanzata velocemente e si è conclusa all’inizio di ottobre, con un raccolto annunciato come storicamente basso, ma di buona qualità.
La vendemmia delle uve per lo spumante Crémant de Bourgogne è invece iniziata l’8 settembre nel sud della Borgogna. Per una volta quest’anno i vitigni a bacca nera (Pinot Noir, Gamay, César) sono stati quelli più avanti nella maturazione, in particolare il Pinot Noir. Molti vignaioli hanno quindi iniziato la loro vendemmia con i vini rossi per sfruttare la migliore maturità aromatica delle uve. La vendemmia delle uve Chardonnay è invece stata un po’ posticipata a causa dello stress causato da gelate o grandine a seconda della zona della Borgogna interessato da questi fenomeni.
Il fatto è che il 2021 è stato un anno particolarmente complicato dal punto di vista climatico, ancora più delle già difficili annate 2019 e 2020. In quasi tutta la Borgogna si sono infatti presentate forti gelate intorno al 7 aprile con temperature che sono arrivate fino a meno 8 gradi e le viti che sono riuscite a sopravvivere hanno poi sofferto una violenta grandinata il 21 giugno, che ha distrutto tutte le speranze dei viticoltori, per non parlare delle piogge di settembre che hanno favorito il propagarsi delle malattie. “Il 2021 è stato un anno in cui tutto era feroce“, riassume un viticoltore.
Mentre, in tutta la Francia, la produzione di vino scenderà del 29% rispetto al 2020, attestandosi a 33,3 milioni di ettolitri secondo il Ministero dell’Agricoltura francese, la Borgogna sembra essere ancora più colpita. In questa regione, “le rese sono storicamente basse”, stima François Labet, presidente dell’Ufficio interprofessionale dei vini di Borgogna (BIVB). In genere parliamo tra il 30 e il 50% di perdite ma ci sono grandi differenze a seconda della regione, con perdite del -70 e -80% per i bianchi della Côte de Beaune e del -50% nello Chablis e nel Mâconnais.
Ecco dunque che la speranza è che la qualità riesca a compensare le basse quantità, come si augura Eric Pilatte, enologo indipendente, evocando le belle giornate estive che, prima dell’arrivo delle piogge, hanno permesso una buona maturazione delle uve. Il 2021 si preannuncia quindi un’annata borgognona piuttosto classica dal punto di vista qualitativo ed aromatico. Tuttavia, al di là di questo annus horribilis, è il ripetersi delle condizioni climatiche avverse che preoccupa i vignaioli locali. “Dal 2010 abbiamo avuto solo due anni senza grossi problemi: 2017 e 2018”, ricorda François Labet “Nel 2019 abbiamo avuto un raccolto a metà, sempre a causa delle gelate e della grandine”.
Altra conseguenza degli eventi climatologici avversi e della bassa produzione sarà l’inevitabile aumento dei prezzi delle poche bottiglie che si troveranno in circolazione e che saranno molto ambite da appassionati e collezionisti. Scartando la grande distribuzione dove difficilmente queste etichette riescono a trovare spazio tra gli scaffali, il miglior canale per acquistare le ultime annate di vini di Borgogna è l’e-commerce, con l’enoteca online Svino.it a fare da punto di riferimento con la sua collezione variegata ed i buoni prezzi.
Articolo Publiredazionale