È con profonda tristezza che apprendiamo la morte di Sandra Milo, l’icona del cinema italiano, avvenuta nella sua abitazione all’età di 90 anni nel 2023. La notizia è stata resa pubblica dalla sua famiglia, che ha comunicato che l’attrice si è spenta circondata dall’affetto dei suoi cari, come aveva richiesto.
Una vita straordinaria tra schermo e cuore
Soprannominata ‘Sandrocchia’ da Federico Fellini, Sandra Milo ha lasciato un’impronta indelebile nel cinema italiano. Nata Salvatrice Elena Greco a Tunisi l’11 marzo 1933, ha iniziato la sua carriera cinematografica negli anni ’50 e ha accumulato oltre settant’anni di successi sul grande schermo. La sua vita affettiva, altrettanto intensa quanto la sua carriera, ha trasformato il suo percorso in un autentico film.
Socialista ai tempi di Bettino Craxi e amante di Federico Fellini per diciassette anni, Sandra Milo ha vissuto una serie di relazioni tumultuose. Dalle nozze precoci nel 1948, a quindici anni, con il marchese Cesare Rodighiero (matrimonio durato appena 21 giorni), alla lunga relazione di undici anni con Moris Ergas, da cui è nata Deborah, fino all’unione con Ottavio De Lollis, genitore di Ciro e Azzurra. La sua vita privata è stata un intreccio di passioni e drammatici intrecci, parallela al fascino delle sue interpretazioni sullo schermo.
Una carriera cinematografica senza pari
Tornando alla sua carriera artistica, Milo ha ottenuto il suo primo ruolo di rilievo nel 1959 con ‘Il generale Della Rovere’ di Roberto Rossellini, interpretando il ruolo di una prostituta al fianco di Vittorio De Sica. Questo è stato solo l’inizio di una straordinaria serie di film che l’hanno vista collaborare con alcuni dei più grandi registi italiani.
Nel 1962, ha recitato in ‘Il giorno più corto’ di Sergio Corbucci, un film che ha riunito un cast eccezionale, tra cui Totò, Eduardo e Peppino De Filippo, Jean-Paul Belmondo, Ugo Tognazzi e Aldo Fabrizi. Tuttavia, è stato l’incontro cruciale con Federico Fellini che ha segnato un capitolo significativo nella sua carriera. Fellini l’ha chiamata affettuosamente ‘Sandrocchia’ e l’ha resa protagonista di due capolavori: ‘8½’ nel 1963 e ‘Giulietta degli spiriti’ nel 1965.
La sua filmografia è un caleidoscopio di ruoli diversificati, da ‘Adua e le compagne’ di Antonio Pietrangeli a ‘Fantasmi a Roma’ con Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni. Ha lavorato con registi del calibro di Luigi Zampa, Dino Risi, Luciano Salce, Duccio Tessari, Pupi Avati, Gabriele Salvatores e Gabriele Muccino, solo per citarne alcuni.