Ritorna Carmen Consoli ed il titolo del nuovo album “Volevo fare la rockstar” non è semplicemente un clickbait

Volevo fare la rockstar, il titolo del nuovo album di Carmen Consoli, non è semplicemente un clickbait ma una reale condizione di intenti che si realizza, per la fortuna delle nostre orecchie e della musica italiana.

Il nuovo album della cantantessa catanese parte da questa suggestione personale per lo sviluppo di un nuovo percorso artistico dalle sonorità rassicuranti e consoliane baciate da testi meno cupi rispetto al passato che omaggiano la gioia di vita e la ritrovata nuova normalità post pandemia trasmettendo un senso di profondità emotiva inedito e stimolante. La gran parte del lessico utilizzato in questo disco riguarda la necessità di aprirsi alla vita e agli altri per raccontare ed evadere in qualche modo da una realtà programmata a priori, per affermare la propria diversità.

«Ho voluto raccontare la mia storia, parlare di me, di ciò che mi accedeva. E di quella passione straordinaria che avevo per Elvis Presley: era sua la prima musicassetta, Flaming Star, che mi regalarono» racconta durante la conferenza stampa sottolineando che nella composizione di questo album si è sentita libera come quando ha scritto il suo primissimo “Due parole

Il nuovo lavoro, fuori dal 24 settembre, vede alla produzione artistica Carmen Consoli, Toni Carbone e Massimo Roccaforte e si compone di dieci tracce, un numero essenziale, quasi a voler tagliar fuori pezzi filler e fronzoli inutili.

Si parte da “Sta succedendo” una ballata d’amore dove “Un’imprudente parola di troppo” può stravolgere l’esistenza. Più leggiadra è invece “L’aquilone” pezzo dedicato al traguardo di un ragazzo che crede nei sogni “dicevi che tutto è possibile / che nell’infinito prima o poi due rette si incontrano”; si passa poi per il singolo “Una domenica al mare” costruita su un intreccio di immagini nitide che prendono forma tra chitarre, batteria e archi e l’eccentrico ritmato “Mago magone” metafora di spietati manager discografici e politicanti dal verbo facile. I temi ambientalistici sono presenti, senza retorica, in “Imparare dagli alberi a camminare” mentre su “armonie numeriche” ritorna la figura del padre, dopo la celebre “Mandaci una cartolina” in un ricordo adornato da suoni rock prog.

Si prosegue con la dolcezza di una lettera indirizzata al figlio Carlo, che compare anche nel videoclip di “Una domenica al mare“, intitolataLe cose di sempre” mentre il pezzo “Qualcosa di me che non ti aspetti” spiazza con una dedica a l’uccisione del generale iracheno Soleimani definito “la persona operativa più potente in Medio Oriente” e “L’uomo nero” una canzone di acida protesta contro l’atteggiamento fascistico dove Carmen canta con ironia amara “Oh mein Führer è il momento / di tornare dall’inferno / nessun libero dissenso…/ sono il vostro condottiero/grazie al cielo un uomo vero

“Volevo fare la rockstar” è un album completo, solare e ricco di spunti di riflessione con suggestioni che uniscono l’analogico all’elettronica camminando in precario ma rassicurante equilibrio tra passato e futuro. Resta da chiedersi se tra qualche anno Carmen avrà voglia di svelare qualche artiglio in più imbracciando la sua mitica Fender rosa ma nel frattempo ascoltarla nella sua veste matura e centrata di “rockstar d’attitudine” serena, pacificata, venuta a capo di tormenti universali e personali, che canta di se stessa, agli antipodi rispetto al modo “modernistico” di produrre musica è un piacere a cui sarebbe un peccato sottrarsi.

Simone Intermite

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