Recensione: “Soul” il nuovo film Disney Pixar è un un viaggio all’interno della vita tra dubbi e timori esistenziali in equilibrio sulle magiche note del jazz

Pete Docter si era già distinto all’interno dello studio Pixar per film dal forte impatto emotivo come Mosters & Co. e Up, che vanno molto nel profondo della psiche umana come, anche Inside Out. Con il suo ultimo film, però, il regista ha decisamente superato se stesso.

È uscito in piattaforma streaming Disney + il 25 Dicembre, seguendo la tradizione disneiana che vede il rilascio di almeno un film d’animazione all’anno nel periodo natalizio il film “Soul“, che ha visto Docter in collaborazione con Kemp Powers alla regia. La pellicola era già stata presentata in Italia alla Festa del Cinema di Roma, ed entrando in sala l’aria pareva quasi surreale: non c’era un solo bambino. In parte, probabilmente, ciò era dovuto al fatto che il film fosse in lingua originale sottotitolato, in parte che fosse la terza replica, ma ciò non cambia il fatto che il target di pubblico a cui questo film è rivolto non è il solito.

La storia narra di Joe Gardner, un insegnante di musica di mezza età, il cui sogno è sempre stato diventare un musicista jazz professionista, ma proprio quando gli vien data la possibilità, finalmente, di realizzarlo, a causa di un incidente si ritrova nel mondo delle anime, sulla strada per l’Aldilà. Joe, che ha passato la sua intera vita in attesa del momento in cui si sarebbe, finalmente, realizzato come musicista, si ribella a questo sventurato accadimento e riesce a raggiungere “l’Ante-mondo”, dove vengono formate le anime dei nascituri. Lì sarà affiancato da 22, un’anima pre-natale che non ha intenzione di compiere il proprio corso ed entrare nel mondo come mortale. I due si metteranno in viaggio, allora, per cercare di salvare l’anima di Joe.

Si tratta di un’avventura senza eguali, un viaggio all’interno della vita, affrontato con neanche troppa leggerezza. Questo, infatti, è un film rivolto ad un pubblico maturo, che si trova faccia a faccia con dubbi e timori esistenziali ogni giorno. È emozionante e spaventoso allo stesso tempo, poiché spinge a fermarsi e riflettere su se stessi. Dalle battute, più ricercate, alle inquadrature più studiate, che lasciano lo spettatore sospeso, trascinato all’interno della narrazione, la pellicola si pone molto sopra alle precedenti opere non solo dello stesso regista, ma dello Studio in generale.
I più piccoli probabilmente non lo avranno apprezzato quanto i loro genitori, ma anche questo va a favore della casa di produzione che ha dimostrato di essere in grado, davvero, di portare sullo schermo film per ogni età.

Per le musiche il compositore e pianista di fama internazionale Stefano Bollani è autore e interprete del brano originale «Villa Incognito», quello che è possibile ascoltare nei titoli di coda del lungometraggio. Bollani completa il cast delle voci italiane, composto da Paola Cortellesi, nel ruolo di 22 e da Neri Marcorè in quello del protagonista Joe Gardner.

Un film consigliato ed emozionante che merita l’opportunità di essere inserito tra i grandi successi Disney.

Valentina Iacone

RASSEGNA PANORAMICA
Recensione: "Soul"
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Nata a Rimini e laureata in Arte e Spettacolo in Sapienza, a Roma, studia sceneggiatura e produzione presso l’accademia Griffith per proseguire la sua strada lavorativa nell’ambiente del cinema. È amante della scrittura in tutte le sue forme ed è convinta che il modo migliore per rappresentare la realtà sia attraverso i film: musica, immagini, parole.
recensione-soul-il-nuovo-film-disney-pixar-e-un-un-viaggio-allinterno-della-vita-tra-dubbi-e-timori-esistenziali-sulle-magiche-note-del-jazz"Soul" è un’avventura senza eguali, un viaggio all’interno della vita, affrontato con neanche troppa leggerezza. Questo, infatti, è un film rivolto ad un pubblico maturo, che si trova faccia a faccia con dubbi e timori esistenziali ogni giorno. È emozionante e spaventoso allo stesso tempo, poiché spinge a fermarsi e riflettere su se stessi. Dalle battute, più ricercate, alle inquadrature più studiate, che lasciano lo spettatore sospeso, trascinato all’interno della narrazione, la pellicola si pone molto sopra alle precedenti opere non solo dello stesso regista, ma dello Studio in generale.