Pets, che in inglese significa animali domestici, ma che può far anche rima con “dal trailer dava molte più speranze”; speranze che effettivamente si sono concretizzate solo in minima parte.
“Pets – Vita da animali” si può considerare come una specie di vicenda metropolitana ad opera di uno sconclusionato manipolo di coccolatissimi animali d’appartamento, che improvvisamente si trovano malauguratamente a fare i conti con i pericoli della realtà urbana della città di New York City. Di per sé, il concept di base di un gruppo composito da tenere, strambe, simpatiche ed agiate bestioline, con la pappa bella e pronta sempre a disposizione, messe bruscamente di fronte alla forzosa riscoperta dei loro istinti selvatici poteva anche rivelarsi molto divertente, ed interessante. Persino le peculiarità dei vari personaggi dispongono di un ottimo potenziale comico e l’idea di un comportamento di questi animali del tutto diverso, e parallelo a quello che hanno con i rispettivi padroni aveva in un certo senso l’ambizione di emulare le giocattolesche avventure della saga animata di “Toy Story”. Sfortunatamente, – gli esseri umani creatori di “Cattivissimo me” – con “Pets – Vita da animali” non sono stati capaci di approntare una storia minimamente appassionante e coinvolgente, ma che anzi procede a fatica, stazionando senza mai veramente decollare, deludendo oltretutto una sostanziale crescita dei protagonisti.
Indubbiamente, in “Pets” passa un importante messaggio di sensibilizzazione sociale contro la noncuranza di tante persone nei confronti dei propri pelosi, piumati, rugosi, eccetera eccetera amici del focolare domestico ed in taluni sporadici momenti qualche risata i nostri animaleschi eroi se la portano nella cuccia, o nella gabbia. Tuttavia, quest’ultimi aspetti sono gli unici da potersi apprezzare, immersi in una narrazione notevolmente carente, affiancata da dei dialoghi e da un’interazione fra i personaggi che dovrebbero innescare un processo umoristico che poi si innescherà soltanto raramente; vuoi per il dilettantistico doppiaggio italico che indebolisce la vitalità comica e caricaturale delle figure di spicco di “Pets” (Alessandro Cattelan, Pasquale Petrolo, in arte Lillo del duo comico Lillo & Greg, Francesco Mandelli e Laura Chiatti non sono dei doppiatori di professione) o vuoi per una sceneggiatura costruita su delle buone imbeccate, citando un gesto del mondo animale, ma sviluppate con troppa superficialità.
Alla fine dei giochi, “Pets – Vita da animali” riserverà allo spettatore solamente qualche debole ghigno e l’ennesima constatazione di quanto a volte i gatti possano dimostrarsi particolarmente infimi, e meschini.
Gabriele Manca