Ouija attira subito l’attenzione degli amanti dell’horror per il suo titolo e sembra promettere bene un film incentrato sul collegamento tra vivi e morti, invece come ormai spesso accade per il genere horror si rivela una delusione. Forse per l’inesperienza di Stiles White, (il quale si occupò degli effetti speciali di alcuni film e partecipò alla realizzazione di Boogyman del 2005), il film si rivela mediocre, ma dimostra comunque il talento del regista. Infatti si possono notare delle buone ideee e dei buoni effetti visivi. Come si può immaginare è farcito di cliché del genere, ma si deve apprezzare lo sfruttamento di questi ultimi a suo favore. Trasforma il cliché nel suo contrario, ossia quando ci si aspetta qualcosa non accade nulla e viceversa, anche se comunque sono avvenimenti sporadici. Peccato che questi elementi non siano bastati a renderlo un film da ricordare come Oculus, Rec e molti altri usciti ultimamente che sono riusciti a dare qualcosa in più e non il solito splatter o insieme di cliché.
Tutto inizia con un flashback di due bambine che giocano con la tavola ouija ripetendo le regole fondamentali per il gioco e la frase di rito. Nella scena seguente le vediamo cresciute e una di loro, Debby, ritrovando la tavola inzia a giocarci, ma improvvisamente prende le luci di Natale e si impicca. Poi si vedrà che lo spirito con cui stava parlando sarà lo stesso che perseguiterà i suoi amici. Infatti, in seguito, questo gruppo di ragazzi comincerà ad indagare sulla misteriosa morte provando a mettersi in contatto con lei attraverso la stessa tavola. Riusciranno quindi a parlarci o per meglio dire parleranno con una presenza che poi attraverso una domanda a trabocchetto capiranno non essere Debby e da qui cominceranno a morire uno dopo l’altro a causa di questo spirito.
Da sottolineare l’inespressività degli attori che contribuisce a rendere il film molto poco coinvolgente. Manca totalmente di atmosfera, di pathos e del perché di tutto ciò, nel film non viene mai spiegato il perché questo spirito sia assetato di anime e la ricerca di informazioni da parte di Lane, la migliore amica di Debby, sembra solo un modo per cercare di dare un minimo di logica a tutto ciò che in fin dei conti non dà.
Sostanzialmente il film è molto tranquillo ed è classificabile com un soft horror per teenagers e non come un film per adulti, in fondo le immagini non fanno certo saltare dalla sedia.
Laura Giunchi