Adesso è un uomo pacifico e non vuole assolutamente rogne… ma.. per carità, non fatelo incavolare! Perché John Wick (Keanu Reeves) picchia veramente forte. Non è uno scherzo. Vestirà di nuovo il suo amato completo in total black, per far sì che non si notino gli schizzi di sangue delle sue prede designate. Aprirà il suo “baule dei giochi” riposto in cantina sotto chili di cemento armato. E non troverà pace finché non ultimerà chi ha disgraziatamente minato la propria tranquillità. John Wick, l’Uomo Nero o Baba Yaga come lo chiama la malavita russa, ritornerà per vendicarsi del suo sconsiderato provocatore e per costui, purtroppo, non ci sarà la benché minima via di fuga. La sua ora sarà oramai giunta. Bye Bye. Tanti saluti.
Se nel primo “John Wick” del 2014 furono il furto della propria auto e l’assassinio del proprio cane a farlo furiosamente uscire dai gangheri, in questo “John Wick – Capitolo 2” sarà la sua accogliente residenza ridotta in briciole ed un patto di sangue da cui non può esimersi di ripagare – dopotutto è pur sempre un uomo d’onore e lui… ooh, salda sempre i suoi debiti – a costringere il buon vecchio John a riprendere in mano la sua passata professione di inarrestabile sicario dal grilletto implacabile.
“John Wick 2”, esattamente come il capitolo precedente, in pratica non è che un divertentissimo videogiocone formato cinematografico, quasi uno sparatutto, uno shooter in oggettiva dove ogni spettatore sembra poter impugnare il proprio remote control di console per selezionare l’unico avatar che la pellicola gli mette a disposizione, ovvero quello del caro, “serafico” John Wick, per poi con questi incominciare un’irrequieta, quanto eccitante esperienza videoludica fatta di sanguinari scontri a mani nude, mortali incroci di lame e di fulminee guerre senza quartiere ove è concessa qualsiasi arma da fuoco, basta che sia letale, così che un altro magniloquente massacro possa di nuovo compiersi. Una carneficina che di certo ne gioverebbe il total score del pubblico in sala se “John Wick 2” fosse davvero un videogame.
Il film, fotografato in un’appropriata granatura supercromata, viaggia ad una velocità megasonica tra calci, pugni, prese da judoka, matite violentemente temperate nelle cavità uditive e ripetute revolverate a tibie, crani e stinchi. Il ritmo delle battaglie è talmente vorticoso da mozzare il respiro. La cifra estetica dei sottotitoli segue in modo congeniale la dinamicità dell’azione. E la voce regolarmente soffusa, come lo sguardo perennemente torvo ed il viso costantemente ammaccato di Keanu Reeves nel ruolo del nostro accigliato John Wick hanno indubbiamente una certa presa.
Peccato che “John Wick – Capitolo 2”, incorniciato fra la metropoli newyorkese e Roma capitale, spesso non riesca a conseguire la giusta integrazione con l’ambientazione del capoluogo romano – a volte pare di assistere ad un seducente frame estratto da un elegante video promozionale di Calvin Klein – e che gli antagonisti interpretati dagli italiani Riccardo Scamarcio e Claudia Gerini, in ordine Santino D’Antonio e Gianna D’Antonio, gli ultimi eredi dell’italica camorra, manchino totalmente di appeal e siano stati pensati sulla base di un disdicevole zelo macchiettistico… Povera Italia!
Nonostante questo “John Wick – Capitolo 2” nel complesso si lascia piacevolmente guardare, malgrado si dimostri più debole rispetto al suo predecessore di tre anni fa. Memorabile il siparietto comico – che riprende pressoché in copia carbone quello del primo capitolo – dell’agente Jimmy che chiede serenamente al cupo John, in seguito ad un “lieve inconveniente”, se per caso sia ritornato in servizio o l’esilarante degustazione di pericolosi strumenti di morte da parte del solito John al cospetto di un singolare sommelier con tanto di tastevin portato al collo. Impagabili.
Gabriele Manca