Attrazione e repulsione. Amore ed odio. Da sempre, una relazione complicata ed enigmatica lega Italia e America. Un rapporto duraturo negli anni e al tempo stesso in continuo equilibrio precario, costantemente sull’orlo di una crisi. Gelosie, incomprensioni e recriminazioni dovute allo sguardo diametralmente opposto con cui si guarda il mondo: non è un caso che ci dividano ore ed ore di volo. Una cosa però è certa: il destino di Italia e USA è legato sin dal principio. Senza entrare nello specifico della diatriba Vespucci vs Colombo – probabilmente non sapremo mai per certo chi dei due sia arrivato prima in questa “gara” – è indiscutibile che ad aver scoperto il territorio americano sia stato un italiano.
Sarà forse questo il motivo che negli anni ha spinto Americani e Italiani a “strizzare l’occhio” alle rispettive tradizioni? Dalla cultura cinematografica, a quella culinaria, alla vita politica, all’istruzione scolastica. In molti recentemente avranno sentito parlare del “progetto didattico DADA” adottato da alcuni istituti Italiani: in sostanza, contrariamente alla prassi, sono i ragazzi a doversi muovere di aula in aula all’alternarsi delle diverse lezioni mentre i docenti rimangono “fissi” nel proprio ambiente di lavoro. Nonostante il modello in esame sia stato promosso in primis dalla Svezia, nella concretezza ricalcherà un perfetto esempio di “high school” americana.
Chiunque abbia avuto l’enorme fortuna di visitare New York – se non ci siete mai stati, affrettatevi a prenotare un volo, è fantastica in ogni periodo dell’anno – avrà notato la moltitudine di insegne di ristoranti che rivendicano di proporre “piatti tipici della cucina Italiana”. Ora, facciamo una precisazione: nella stragrande maggior parte dei casi di “Italiano” c’è solo il nome (storpiato) della pietanza in questione. È evidente però un’enorme volontà nell’emulare la cucina tradizionale del nostro paese. Pizza and pepperoni, mac and cheese, spaghetti and meatballs altro non sono che la rivisitazione americana di alcuni dei piatti più consumati nel nostro paese. Sulla resa concreta … stendiamo un velo pietoso.
Le ragazze che come me sono cresciute con il mito di Carrie Bradshaw e “Sex and the city”, converranno sul fatto che in quanto a shopping (NB: non ho detto gusto) gli americani siano sempre un passo avanti. Enormi magazzini, centinaia di outlet, infiniti modi per risparmiare di promozione in promozione. Il celebre “Black Friday” è finalmente una realtà consolidata anche in Italia. Promosso per la prima volta nel 1964 dalla storica catena di negozi “Macy’s”, il “venerdì nero” sancisce l’inizio definitivo delle spese natalizie e regala agli amanti dello shopping un’occasione in più per usufruire di sconti e affari vantaggiosi. Un motivo in più per tirare fuori la carta di credito e rimandare al mese successivo i buoni propositi in merito al risparmio.
Insomma, il cordone ombelicale che unisce America e Italia sembra proprio non volersi spezzare in alcuni modo. È vero quindi che le relazioni più longeve sono anche quelle più complesse. Dopo tutto ragazzi lo dice anche il detto: l’amore non è bello se non è litigarello.
Cristina Ciurleo