Dal 2 marzo al 25 luglio 2021 le sale di Palazzo Reale di Milano ospitano una mostra unica dedicata alle più grandi artiste vissute tra ‘500 e ‘600 intitolata “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600″. La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, si compone di più di 130 opere di 34 artiste provenienti da ben 67 diversi prestatori, tra cui le Gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino, la Pinacoteca nazionale di Bologna, il Musée des Beaux Arts di Marsiglia e il Muzeum Narodowe di Poznan (Polonia).
A seguito del passaggio in Zona Arancione della regione Lombardia, il Palazzo Reale resterà chiuso fino a nuove disposizioni governative, ma in attesa che possa essere di nuovo aperto al pubblico propone un programma di visite guidate online dal 7 al 21 marzo, ogni domenica alle 18:00 e il giovedì alle 19:00, prenotabili sul sito www.lesignoredellarte.it al costo di 5 euro.
Gli appuntamenti saranno condotti da esperti d’arte che guideranno virtualmente i partecipanti tra i dipinti della mostra, passando dalle artiste più note a quelle meno conosciute al grande pubblico, condividendo aneddoti e curiosità sulle loro vite.
L’esposizione si apre con la” Madonna dell’Itria”, pala d’altare recentemente restaurata di Sofonisba Anguissola, pittrice cremonese che fu sponsorizzata dal padre tanto da interessare Michelangelo e da raggiungere persino la Spagna dove visse per oltre dieci anni. Proseguendo con il percorso troviamo le opere delle nobildonne come Irene di Spilimbergo, poetessa e pittrice friulana che fu l’allieva prediletta di Tiziano, ma anche delle artiste in convento, un luogo dove spesso il talento artistico poteva sbocciare come nel caso di Orsola Maddalena, figlia del pittore Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, che riprende i temi del padre nelle sue pale d’altare.
La sezione più ricca è sicuramente quella dedicata alle storie di famiglia dove troviamo pittrici di grande talento: Lavinia Fontana, figlia di Prospero Fontana, si formò alla bottega del padre e fece del marito Giovan Paolo Zappi il suo assistente; Elisabetta Sirani, il cui padre fu allievo di Guido Reni, riuscì ad ottenere importanti committenze raffigurando soprattutto donne coraggiose e dalla forte personalità; Fede Galizia con la sua rivoluzionaria “Giuditta con la testa di Oloferne” dove la donna è quasi impassibile davanti al suo crimine. E ancora figurano opere di artiste come Virginia Vezzi, entrata a far parte dell’Accademia di San Luca ben prima del matrimonio con Simon Vouet e Giovanna Garzoni, famosa per la sua esperienza internazionale come miniaturista e per la sua amicizia con Artemisia Gentileschi. E proprio alla figlia di Orazio Gentileschi è dedicata l’ultima sezione con le opere appartenenti al periodo fiorentino, periodo in cui la pittrice cercò di ristabilire la sua immagine dopo la violenza subita attraverso la maestria dei suoi dipinti come “La Maddalena Sursock”, sopravvissuta all’esplosione di Beirut dello scorso 4 agosto, che conclude la mostra.
Tutte queste donne hanno in comune non solo le grandi doti artistiche, ma anche il ruolo che hanno rivestito nella società del tempo, una società che non aveva posto per le donne, tantomeno pittrici, in cui loro si sono sapute affermare lasciando un solco nella storia.
Giulia Salome