Sei partito dalla musica con “Un’altra estate che va” un vero tormentone che ha conquistato il pubblico della rete…ti aspettavi questo riscontro?
Sono molto soddisfatto di questo progetto “Un’altra estate che va” che è nato da un intento musicale ben preciso, quello di raccontare la bella stagione con spensieratezza, avevo l’urgenza di dire a tutte le nuove generazioni, che mi seguono e che cantano con me durante le serate in giro per l’italia chiamandomi zio Jerry e a mio figlio Johnny, che la vita è bella e va vissuta a pieno. Per farlo ho chiamato Jacopo Malnati e Daniel Marangiolo meglio conosciuti come iPantellas”, gli Youtubers record di visualizzazioni. Quando abbiamo parlato di questo progetto con loro ho scoperto che sono miei fan e che conoscevano a memoria tutti i miei film, c’è stato subito un bel feeling tra di noi. Insieme ci siamo anche molto divertiti a girare un videoclip tra la spiaggia di Forte dei Marmi e “La Capannina” che da sempre per me è casa…
“Un’altra estate che va” risente delle sonorità musicali attuali richiamando la nuova scena rap tanto amata dai giovani…
Si, il brano è stato prodotto da Danti e Roofio dei Two Fighers, gli stessi che hanno scritto pezzi per la nuova scena musicale rap da Big Fish a Mondo Marcio passando per Ghemon. In realtà non è la prima volta che mi confronto con questo tipo di musica, qualche tempo fa registrai un pezzo anche con J- Ax chiamato “Ocio”, mi diverte molto contaminare gli stili e comunicare messaggi in musica attraverso la contemporaneità…Il testo del brano nasce da una riflessione che propongo spesso durante le mie serate parlando di social network. Questo è un brano prodotto ed arrangiato con tutti gli elementi della hit estiva, ho ricercato un suono moderno e fresco, il messaggio è importante e non volevo che fosse un’improvvisazione da cabaret…
Il brano è chiaramente un’invettiva verso l’utilizzo smodato dello smartphone e dei social network di cui ultimamente si abusa…
Il messaggio principale è quello che c’è bisogno di più contatto e dialogo tra le nuove generazioni, il contatto sembra non esistere più, ai miei tempi era importante, ci fidanzavamo ballando “i lenti” lo stringersi era fondamentale. Oggi tutto avviene a ritmo di un messaggio What’s up o di un post su Facebook. Mi rattrista pensare che le emozioni possano passare unicamente dallo schermo di uno smartphone. Canto che alla vecchia generazione che per navigare bastava il mare, ai giovani oggi invece servono i giga…bisogna recuperare la gioia dello stare insieme e del vivere la realtà intorno a noi.
Nel videoclip è presente anche Jhonny Calà tuo figlio…quale apporto ha dato in questo progetto?
Jonny è stato fondamentale, iPantellas li ho scoperti con lui. Mi tiene sempre aggiornato su tutti gli Youtubers e le nuove tendenze, pensa che quando aveva undici anni mi ha portato in arena a conoscere Fedez…è il mio punto di riferimento.
Mentre tu da genitore ed artista quale rapporto hai con i social?
I social li vivo in maniera positiva, senza ansie, il brano precedente “Ocio” ha realizzato oltre sei milioni di visualizzazioni, mi piace utilizzare le nuove piattaforme per comunicare con il mio pubblico e creare un dialogo sincero pur non dimenticando il rapporto diretto che c’è durante i concerti. Ultimamente sono stato molto attivo su Twitter.
A proposito di concerti, le tue serate estive alla Capannina di Franceschi, il tempio della musica italiana, sono diventate iconiche…Cosa ti lega a questo luogo storico?
Sono ventidue anni che durante i mesi estivi mi esibisco alla Capannina di Franceschi, il mio come accade a Las Vegas è un residency show, da tutte le parti d’italia partono per la Versilia sicuri di trovare sole, mare divertimento e Jerry Calà, è un rito, una messa laica musicale che ufficiamo nel tempio della musica celebrando l’estate, questo mi riempie d’orgoglio. Per quanto riguarda la Capannina posso dirti che è uno dei pochi locali d’Italia che non ha seguito le mode e che avuto il coraggio di rimanere sempre fedele a se stesso e alla sua storia.
La Capannina è un luogo dove son passati i più grandi nomi della cultura italiana come Montale, Ungaretti ed anche figure iconiche dello spettacolo come la grande Mina…
Certo ed è capitato spesso di incontrare altri colleghi e le amicizie nate in questi anni alla Capannina sono davvero tante, penso sia agli artisti che hanno avuto il piacere di venirmi a vedere sia a quelli che si esibivano nel locale. Tra questi ricordo con affetto Little Tony, Edoardo Vianello, Teo Teocoli ma anche tanti amici e colleghi e madrine dello spettacolo da Valeria Marini ad Asia Argento, alcuni di loro oggi non ci sono più ma porto sempre vivo con me il ricordo di quei momenti trascorsi insieme. Il mio calendario è sempre molto fitto, oltre la Capannina giro l’italia con il mio show e mi diverte vivere le reazioni del pubblico che interagisce e canta con me in tutta italia.
In un tuo film recente “Vita smeralda” dici che l’estate non è una stagione ma uno stato d’animo…è realmente così?
Ci sono alcuni momenti in cui nel cuore non hai l’estate ma cerco di lottare per conservarla sempre anche nei momenti più freddi.
Ritornando al cinema…cosa ne pensi della cinematografia moderna?
Si producono tanti film, anche molto di più che negli anni ottanta, ma i cast e gli attori sembrano essere sempre quelli e lo stesso accade purtroppo per gli argomenti, non c’è varietà si seguono sempre gli stessi cliché. A parte qualche eccezione come Checco Zalone che con intelligenza sa come far scoppiare i botteghini non vedo una commedia fiorente come quella degli anni ’80. Le nuove generazioni guardano ancora i vecchi film e ne condividono gli spezzoni su youtube perchè sono diventati dei cult iconici…invece la produzione attuale non lascia niente di veramente storico. Personalmente pur frequentando poco sia la televisione che il cinema faccio sold out proprio perché il pubblico ha a cuore quelle battute e quelle scene, oggi posso dire che sono indipendente e ne sono fiero.
Ultimamente la commedia italiana ha pianto la perdita di Carlo Vanzina il suo punto di riferimento più importante…
Si, devo tantissimo a Carlo…. una sera venne a vedere i Gatti di Vicolo Miracoli al teatro Tenda a Roma, ed è stato subito amore. In pochi minuti eravamo già amici, aveva colto la nostra ironia e ci convinse a debuttare al cinema con Arrivano i Gatti nel 1980. Un anno dopo mi volle come protagonista insieme a Diego Abatantuono ne “I Fichissimi” e da li poi le nostre carriere sono decollate.
Ma non solo io gli devo qualcosa, tutto il cinema italiano deve essergli grato. Raramente film di trentacinque anni fa continuano a essere in prima serata con grande successo. Carlo insieme al fratello ha descritto in modo intelligente dei periodi molto precisi dell’italia ma allo stesso tempo i suoi film sono fuori dal tempo perché fanno divertire anche i ragazzi che li guardano oggi. Come diceva Virna Lisi in “Sapore di Mare”, allora ci batteva il cuore, e il cuore di Carlo batterà per sempre attraverso i suoi film.
Come ultima domanda parafrasiamo sempre il titolo del nostro magazine e chiediamo come vede il “Domani” Jerry Calà quali sono le tue speranze e le tue paure?
Secondo me il mood giusto è quello di non pensare troppo al Domani ma di vivere il presente non guardando nè troppo indietro, la nostalgia non produce niente di buono, né troppo avanti. Vivo con entusiasmo le occasioni che mi presenta la vita. Il mio Domani è oggi.
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