La crescente ricerca di modalità alternative di connessione attraverso l’utilizzo delle tecnologie immersive, soprattutto in tempo di pandemia, è il nuovo must che governerà la prossima rivoluzione digitale nel campo dell’intrattenimento musicale dal vivo trasportandoci in una nuova dimensione, in cui poter interagire e sviluppare nuove esperienze d’ascolto. Coscienti di questa consapevolezza e proiettandosi nel futuro anticipando le mode I Coma_Cose una delle rivelazioni musicali dell’anno appena trascorso veri outsider al Festival di Sanremo con il singolo “Fiamme negli occhi” certificato Oro seguito dal concept album dal linguaggio futuristico “Nostralgia” dopo anni di gavetta ed aver raggiunto l’obiettivo di vivere della propria arte continuano il loro percorso di sperimentazione costituito di linguaggi onirici ed evocativi e suoni visionari ed avvolgenti unendosi all’esperienza di Alex Braga, guru dello spettacolo dal vivo e direttore creativo della piattaforma di streaming interattiva A-Live. L’occasione del l’incontro è il progetto COMACOSE – VR LIVE EXPERIENCE un cofanetto da collezione, in edizione limitata, completo di visore VR per guardare il concerto a 360°, poster della band e braccialetto con QR code per entrare nel vivo del concerto e accedere al proprio NFT. Attraverso il visore è possibile essere proiettati direttamente sul palco ed immergersi nel concerto come mai prima d’ora grazie alla Realtà Virtuale: basta indossare il visore VR che percepisce i movimenti della testa e sposta l’immagine di conseguenza, catapultandosi in un oceano di nuove emozioni da esplorare. Noi di Domanipress sempre attenti alle nuove tendenze in materia di tecnologie abilitanti e nuovi fenomeni culturali e musicali abbiamo avuto il piacere di ospitare nel nostro salotto virtuale i Coma_Cose ed Alex Braga per parlare del connubio tra musica e tecnologia immaginando scenari presenti e futuri dell’intrattenimento.
Dopo una tournée in giro per l’Italia ed un anno ricco di soddisfazioni avete pensato di superare la barriera del digitale con il cofanetto VR LIVE EXPERIENCE. Come è nata l’idea di realizzare questo progetto? Personalmente che tipo di rapporto avete con la tecnologia digitale?
Francesca Maisano alias California Coma_Cose «Noi siamo sempre attratti dall’esplorazione di nuovi confini per l’arte e ci incuriosiva molto la possibilità di “estendere” l’esperienza del live per i nostri fan. Per questo quando ci è stata presentata questa opportunità l’abbiamo percepita come una preziosa occasione di incontro fra il nostro mondo della musica e quello dell’arte contemporanea che si muove sempre più verso la direzioni del vr e nft. Fausto forse rispetto a me nel quotidiano è più “smanettone” con la tecnologia occupandosi da sempre anche della produzione, io un po’ meno ma comunque insomma ho un buon rapporto».
Il vostro ultimo album Nostralgia è un ponte tra passato presente e futuro ricco di riferimenti e citazioni non solo musicali. A proposito di luoghi fisici che non esistono più avete dedicato anche un pezzo alle “Discoteche abbandonate”. Quali erano i luoghi della vostra adolescenza di cui avete reale nostalgia?
Fausto Coma_Cose «I paesaggi della nostra adolescenza sono molto legati anche ad una dimensione di provincia e contatto con la natura. Francesca è di Pordenone, io della zona del Lago di Garda e quindi comunque abbiamo sempre vissuto più vicini alla natura rispetto a Milano che poi ci ha adottato. Entrambi in modo diverso, io con i progetti musicali precedenti, Francesca con la passione per la musica elettronica, abbiamo frequentato i club e quindi questa immagina della discoteca di provincia ormai in disuso è un qualcosa che ci portiamo entrambi dentro».
In questi anni si è assistito anche ad un’evoluzione del mercato discografico che è diventato sempre più digitale. Quanto ha influito anche sul vostro processo creativo? Oggi si scrivono singoli da ascoltare in maniera non consequenziale su spotify e non album, siete d’accordo?
Fausto e California Coma_Cose «Non so se sia tanto l’aspetto del digitale a influire sulla nostra modalità di scrittura quanto la rapidità con cui il mercato esige nuova musica. Oggi l’oggetto album sembra un po’ antiquato e la scelta di renderlo breve e a “fuoco” come fatto con Nostralgia rispecchia un po’ questa consapevolezza: bisogna colpire dritto chi ti ascolta, catturarlo. Non è tanto che si scrivano solo i singoli è che gli album devono essere composti solo da singoli che è un po’ diverso».
Oltre la sfera artistica l’amore sembra essere il motore della vostra creatività…Cosa ricordate del vostro primo incontro. Paulo Coelho scrisse “L’amore non è soltanto un sentimento, è un’arte. E, come qualsiasi arte, non è sufficiente l’ispirazione, ci vuole anche molto impegno.”
Fausto e California Coma_Cose «Ricordiamo di esserci piaciuti fin da subito! Ci siamo conosciuti la primissima volta tramite amicizie comuni e poi ci ritrovammo a lavorare insieme in un negozio in zona ticinese. La cosa buffa è che la nostra storia e la nostra musica si sono sempre mosse di pari passo quindi non c’è un “prima e un dopo” per noi. Cosa dire di Coelho se non che è molto vero? A maggiore ragione se oltre all’amore provi a fare arte (ridono)».
ALEX Con i Coma_cose per la piattaforma digitale A-Live si inaugura un nuovo modo di fruire la musica live attraverso visori e realtà aumentata in grado di farci vivere nuovi modi d’intrattenimento…Questo è il vero futuro dei concerti ?
Alex Braga «Questo è il vero presente dei concerti. Una esplosione di opportunità e possibilità che A-LIVE fornisce con l’idea del Phygital Stage, dove il piano fisico si mescola al digitale e lavora in sinergia con esso per dare un nuovo universo espressivo agli artisti e un nuovo mondo di emozioni ai fan. Prendiamo l’energia che si sprigiona dal rapporto dell’artista col suo pubblico in presenza e la espandiamo a più infinito coinvolgendo anche il digitale e le persone in remoto. Il concerto è diventato un’opera d’arte grazie ai nostri algoritmi che producono NFT in tempo reale mentre l’artista si esibisce. E questo non è il futuro, è il presente, lo stiamo già facendo. Sul futuro ci stiamo lavorando e sarà ancora più dirompente!».
Aiutare gli utenti persone a connettersi, a trovare community e a far crescere le proprie attività imprenditoriali in universi virtuali ed immersivi è anche il nuovo modus di Marck Zuckerberg con la tecnologia Meta…Cosa ne pensi di questa evoluzione?
Alex Braga «Personalmente non credo nella possibilità di sostituire il reale col virtuale. Per i concerti non può funzionare. Il piano del reale è imprescindibile. Bisogna lavorare sul Phygital, non sul puro virtual. Il rischio è l’alienazione totale. Guardare un pupazzetto che assomiglia a un cantante dimenarsi dentro Second Life è un concetto vecchio come second life. E personalmente lo trovo straniante».
Tu sei stato uno dei primi protagonisti della tv musicale a partire da Videomusic passando per All Music e svariati passaggi in radio…Oggi rispetto al passato sembra essere più difficile proporre una rete che produca contenuti musicali come mai?
Alex Braga «I linguaggi cambiano. Pensare di proporre contenuti con linguaggi di 30 o 40 anni fa al giorno d’oggi è una cosa senza senso. Bisogna sperimentare, innovare, altrimenti si rischia di finire fuori sync col mondo reale».
L’esperienza digitale di A-Live si propone anche di essere una risposta concreta alla difficile situazione dei lavoratori dello spettacolo; cos’altro è possibile fare per tutelare maggiormente la categoria degli artisti e degli addetti ai lavori?
Alex Braga «Noi stiamo creando il progetto Phygital Stage insieme a Bauli in Piazza, ItaliaMusicLab e presto molti altri stakeholder che si aggiungeranno. Bisogna lavorare insieme, uniti, per creare un’ecosistema favorevole allo sviluppo di una intera filiera del Phygital che di fatto raddoppia l’occupazione aggiungendo alla catena produttiva tradizionale tutta quella nuova. Chi è stato nel backstage dei nostri concerti se ne è già accorto. Ma C’è bisogno di preparazione, fare awareness, formazione, pressione sulle istituzioni perchè creino associazioni di categoria, certificazioni e incentivi per questa nuovissima realtà che stiamo inventando giorno dopo giorno ma che cresce esponenzialmente. Ad oggi gli occupati nel settore dell’intrattenimento live sono circa 570.000. Se saremo bravi a lavorare per il bene di tutto il settore e non soltanto per il nostro orticello, nel giro di pochi anni potremmo raddoppiare l’occupazione nell’intero settore. Ma bisogna agire uniti, con visione e adesso prima che sia tardi. Se non parleremo più il linguaggio del pubblico il pubblico cercherà altri interlocutori, e questo patrimonio culturale sarà perso».
Qual è stato il tuo concerto indimenticabile da spettatore?
Alex Braga «Gli Skunk Anansie al secondo piano di un università occupata di Belfast, prima che diventassero famosi. Stavo facendo un giro di Scozia e Irlanda suonando per strada e sono capitato in un posto incredibile, in mezzo ad un’energia clamorosa. Ad ogni attacco di canzone pensavo che il pavimento sarebbe crollato».
Da spettatore ad insegnante per Amici di Maria de Filippi, molti ricordano il tuo monito all’esordiente Elodie…Oggi cosa ne pensi della sua evoluzione? I talent sono ancora la porta d’ingresso principale per chi vuol fare musica?
Alex Braga «Elodie è sbocciata come un fiore meraviglioso. Ma personalmente non ne ho mai dubitato dalla prima volta che l’ho avuta a lezione. Se ho investito tanta emotività nel lavoro con lei è perchè quel fiore era già lì, ma aveva necessità di evolversi per aprirsi al meglio. I talent non sono ne buoni ne cattivi. Sono quello che devono essere : degli show televisivi. E producono molto bene quello per cui sono pensati : uno show televisivo. Il problema è che ci si confonde troppo : lo scopo di un talent non è lanciare un cantante, ma fare un bello show televisivo. Il successo di parte dei cantanti che partecipano è un “indotto”, un “derivato”. Elodie sarebbe Elodie anche se non avesse incontrato me e la scuola di Amici? I Maneskin sarebbero i Maneskin anche senza x-factor? Prima o poi ci sarebbero arrivati comunque, perchè sono unicorni. E gli unicorni galoppano sugli arcobaleni».
Come ultima domanda parafrasiamo sempre il titolo del nostro magazine e chiediamo come vedono il “Domani” i Coma_cose quali sono le vostre speranze e le vostre paure?
Fausto e California «Bella domanda per due come noi che hanno un rapporto così diverso con il tempo! Francesca sente di più la nostalgia fin da adolescente, io invece non ho mai avuto così nitida questa sensazione ma da questi differenti punti di vista sul tempo è nato un disco come Nostralgia. Guardando al nostro percorso insieme, considerando che siamo partiti veramente dal nulla e da una lunga gavetta che sembrava destinata a non portare niente, possiamo guardare al domani senza ansie di nessun tipo. Non dobbiamo più dimostrare niente a nessuno se non a noi stessi e siamo già felici e grati di aver reso il nostro sogno di vivere di musica una realtà. Detto questo continuiamo a coltivare la fame e la passione che ci spingono a fare questo mestiere e speriamo che il domani ne sia pieno!».
Intervista Esclusiva a cura di Simone Intermite