«Questo è stato un momento molto difficile da affrontare ma personalmente mi ha portato ad una riflessione profonda sul dono della vita, siamo tutti fallibili come canto nel mio ultimo singolo “Nucleare“. Possiamo anche affannarci, costruire palazzi, e correre oltre gli ostacoli, ma per nostra natura siamo destinati ad essere sempre delle anime fragili; basta un soffio di vento perché tutto crolli irrimediabilmente. Per questo è importante capire che siamo privilegiati, viviamo in uno stato, quello Italiano che con tutti i suoi limiti ci tutela e cura la nostra salute, io sono stata qualche anno fa in Africa per un progetto umanitario e posso dirti che anche questo non è scontato…Abitiamo nella parte fortunata dell’emisfero».
Dopo il periodo di isolamento qual’è stato il primo luogo che hai desiderato visitare?
«Mi piace la natura, recentemente sono andata al mare a Cervia, mi è sembrato bellissimo, mi sono sentita libera come se fossi stata su una lontana isola caraibica. Quello che stiamo vivendo dopo il lock down è come se fosse una ricompensa. Siamo stati chiusi in casa, abbiamo seguito le regole e adesso ci godiamo questo premio. Tra tutti i luoghi però posso dirti che la quarantena mi ha fatto sopratutto scoprire il piacere di vivere la dimensione domestica. Il mio lavoro mi porta in giro per l’Italia e per molto tempo ho vissuto la casa come se fosse un albergo, un punto d’appoggio utile per ripartire. Avevo sempre la valigia pronta… Adesso mi piace stare in casa, come quando ero bambina.Se ci pensi, da bambini, il tempo trascorso in casa è come una tela bianca dove colorare la propria creatività…questa è una dimensione che non è possibile vivere se hai tanti impegni di lavoro che ti assorbono e fanno viaggiare».
In casa qual è il luogo dove ti trovi maggiormente a tuo agio?
«Amo tutta la mia casa, sai l’ho comprata con tanti sacrifici. Sin da piccola il mio sogno è sempre stato quello di comprare la casa che sognavo e anche prima di fare la cantante ricordo che mettevo da parte i miei risparmi per realizzare questo sogno irraggiungibile. Mi piace cucinare, avere le mie stoviglie organizzate, sono femmina! (ride).
In questo periodo tra le mura domestiche mi sono dedicata ai fornelli, mi piacciono le verdure e stavo cucinando poco fa una frittata con le zucchine, un piatto genuino proteico e poco elaborato, ma sai, mi piace così, semplice…se vuoi ti passo la ricetta, la si riesce a cucinare in poco tempo. Ecco la casa è anche questo scoprire la semplicità delle cose…
Oltre la cucina per molti la musica è stata una delle fedeli compagne di questi giorni di solitudine.Tu sei stata una delle prime ad improvvisare un concerto dal balcone, in tempi non sospetti, presso un outlet di Roma; a causa di problemi tecnici improvvisasti un piccolo ensemble corale dal terrazzo….
«Te lo ricordi ancora? Bhe posso dire di essere stata una precorritrice dei tempi che dici? (ride). In questi giorni in realtà mi sono data molto da fare per tenere compagnia ai miei fan. Mi ha spaventato l’effetto psicologico che questa quarantena poteva avere sulle persone. Mi sono messa in gioco con delle dirette su Instagram che esulavano dal mio ruolo di cantante; ho giocato con i miei followers ed è stato un modo per sentirmi meno sola e per aiutare gli altri. Ho spaziato dalla realizzazione di creme per il viso alle ricette di cucina oltre a mini concerti. Ho sempre pensato positivo, cercando di non farmi prendere dal panico. Mi sono divertita a regalare qualche attimo di spensieratezza in un momento difficile».
Recentemente sei tornata anche nelle radio con un singolo in coppia con Malupuma intitolato “Nucleare” legato alla fondazione Francesca Rava e al progetto ” “Maternità Covid-19” a sostegno delle mamme e ai loro bimbi, nati durante l’emergenza. La musica può essere uno strumento d’aiuto?
«La musica è sopratutto un modo per aiutarsi, il brano “Nucleare” l’ho registrato insieme a Manupuma, un’artista ed un’amica che apprezzo molto e che ha scritto il pezzo. Appena ho ascoltato le prime note ne sono rimasta rapita, e lei mi ha proposto di cantarla insieme, così ho pensato di cogliere l’occasione di inciderla. Manupuma mi ha suggerito di utilizzare la canzone che è per noi è il simbolo di un’unione artistica ed umana tra due donne che non hanno invidia che superano le difficoltà insieme senza pregiudizi e paure per una causa importante. Allora ho pensato subito alla Fondazione Francesca Rava e al progetto “Maternità Covid -19” che aiuta le neo mamme in un momento difficile come questo. “Nucleare” è come se fosse il nitido manifesto di alcuni degli aspetti di questo tempo e la speranza che la vita può continuare senza pericoli e paure negli occhi di un bambino dove risiede l’amore vero che può indicarci la strada. Sono molto felice che, al mio fianco, in questo brano ci sia la voce di Manupuma, ho sempre trovato la sua vocalità una perla rara e il suo modo di scrivere intenso ed originale e sono profondamente grata anche alla Fondazione Francesca Rava per avermi dato ancora la possibilità di rendermi utile e di emozionarmi tanto».
La tua è anche una ricerca artistica che si sposta oltre il seminato…
«Si, io sono un’editrice mi piace sperimentare, ricercare canzoni belle, mi innamoro anche dei progetti poco pop o main stream. Recentemente ho anche collaborato con il gruppo indipendente de “La scapigliatura” per il singolo “Rincontrarsi Un Giorno A Milano” un pezzo che che avrebbe potuto essere tranquillamente registrata in Francia o in un qualsiasi paese del nord Europa, per la freschezza del suo suono…».
L’ esperimento di trovare autori nell’universo indipendente è anche stata una delle scelte dell’album “Se vedo te” che ti ha fatto conquistare una vittoria al Festival di Sanremo…Il mondo pop è così distante da quello indipendente?
«Le divisioni nella musica sono delle invenzioni inutili… Tutto dipende dal canale di emissione. Ci sono tanti artisti che non hanno avuto possibilità di emergere e che meriterebbero l’attenzione del grande pubblico. Purtroppo gli spazi per farsi sentire sono davvero pochi, spero che la musica italiana possa avere uno spazio di esposizione più ampio».
C’è un brano nella tua discografia che secondo te avrebbe meritato maggiore seguito a livello radiofonico?
«Se penso alla mia discografia, sono molto contenta di come siano andate le cose, mi ritengo fortunata. Alcuni pezzi sono stati precursori di mode musicali che si sono sviluppate anni dopo..Non voglio peccare di peccare di presunzione, ringrazio per quanto ho avuto e spero che a qualcuno faccia piacere riscoprire, anche nei miei album del passato, dei pezzi che magari aveva ignorato. A me da ascoltatrice capita spesso…».
Ad esempio quando è capitato…?
«Sono una grande fan di Shade, molti conoscono soltanto i singoli di maggior successo, quelli che passano in radio, l’altro giorno invece in macchina con alcuni miei amici ho voluto far ascoltare i pezzi meno conosciuti…Ovviamente per ogni artista è gratificante che i brani raggiungano una popolarità importante, ma apprezzo la buona musica anche al di là del riscontro che può avere…Personalmente amo il mio lavoro e la buona musica; ovviamente vorrei essere soddisfatta anche dei risultati, ma non sono necessariamente l’obiettivo principale, quando faccio una cosa la faccio perché mi piace».
Ritornando sul tema della maternità nel tuo primo disco in un brano canti: “Voglio essere mamma perché la mia mamma è la cosa più bella che c’è“. Il desiderio di diventare mamma è ancora cosi fortemente radicato in te?
«Certo ma la maternità si sviluppa in tanti modi diversi; io mi sento materna con i miei amici, mi sento materna con le mie sorelle e con i miei genitori e anche con i miei cani. Secondo me l’essere mamma è un’aspetto atavico che riguarda l’ essenza femminile e la comprensione che solo una donna può avere rispetto a ai comportamenti di un altro essere. La maternità risiede secondo me in questa dote naturale di comprendere, di capire e anche di perdonare. Per quanto riguarda me, te lo confesso mi piacerebbe ancora essere mamma, però ormai ho trentotto anni, e non so se ci riuscirò mai, l’orologio biologico ha una sua scadenza e la vita corre. Il mio desiderio di maternità è rimasto immutato nel tempo ma ho anche compreso che vorrei essere prima di tutto una donna felice oltre che che una mamma e per questo è fondamentale trovare il compagno giusto. Una donna felice è una mamma felice. Una donna infelice può essere una mamma che combina dei guai e purtroppo le realtà ci racconta spesso di casi di questo genere».
Il tuo ultimo album “Una nuova Rosalba in città” pubblicato lo scorso anno oltre a rappresentare un nuovo passo evolutivo è stato anche importante perché hai avuto modo di collaborare con il rooster di Caterina Caselli. Com’è stato il tuo rapporto con lei, Caterina è una donna molto esigente e si vocifera che anche tu segui meticolosamente la produzione dei tuoi progetti…
«Non sono perfetta, ho dato del mio meglio…ma non ho sempre centrato l’obiettivo, alcune volte ho sbagliato e sono stata anche molto ingenua, ma l’importante è imparare dai propri errori. Caterina, è una donna particolarmente illuminata lavorare con lei per me è stata un’esperienza formativa perché oltre ad essere anche lei un’artista è sopratutto una produttrice energica e coraggiosa che si mette in gioco senza risparmiarsi, una donna forte. Quando sono arrivata alla Sugar lei ha dovuto affrontare dei grossi problemi di salute, ma nonostante questo non mi ha mai lasciata sola e mi ha sempre supportato con entusiasmo e partecipazione. Oggi però ho capito che preferisco percorrere una strada più indipendente. Vorrei sentirmi sentire responsabile a tutti gli effetti delle mie scelte artistiche e dei momenti della mia vita, adesso penso di avere imparato delle cose e vorrei metterlo a frutto».
Negli anni oltre alla musica hai spaziato in altri campi come la letteratura e alcuni progetti televisivi, tra cui la co-conduzione di un Festival di Sanremo…
«Posso appassionarmi a tutto ciò che la vita ha da offrirmi. Sono sincera dedicarmi solo musica lo reputo riduttivo, se ci sono anche aspetti differenti che mi fanno crescere non esito ad affrontarle. Penso che quando diventi un punto di riferimento per il pubblico che ti segue devi stargli vicino in tutti i modi possibili. Sui miei social ad esempio non parlo solo di musica, sono una persona “con e per” le persone che ama condivide la sua vita».
In un periodo storico dominato dai social in cui le relazioni sono diventate virtuali si cerca un contatto ma poi ci si accontenta di non conoscersi davvero. Ne parli anche in un tuo brano intitolato “Dove non batte il sole”. I social sono sempre uno strumento utile per connetterci con gli altri o ci sono dei limiti?
«Io voglio essere ottimista e pensare che i social possano essere utili per unire le persone però dipende da come li vivi se diventano una scusa facile per nasconderti e per non vivere la vita “vera” allora potrebbero essere molto nocivi».
Da poco si è riaperta la possibilità di organizzare dei concerti all’aperto…C’è un luogo in cui ti piacerebbe esibirti?
«Mi piacerebbe un giorno esibirmi al Teatro greco antico di Taormina, è un posto meraviglioso pieno di storia e di musica…sarei onorata di potermi esibire su quel palco».
Come ultima domanda parafrasiamo sempre il titolo del nostro magazine e chiediamo come vede il “Domani” Arisa, quali sono le tue speranze e le tue paure?
«Sono sempre molto ottimista e voglio pensare al Domani come un tempo in cui si rifletterà prima di sparare, in cui si darà un valore alla vita e all’ambiente. Anche riflettere e fermarsi prima di buttare una carta per terra può essere importante… Spero che nel Domani tutti possano riscoprire il dono della vita e l’importanza di preservare la propria salute e quella del nostro pianeta».
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