Palazzo Reale di Milano rende omaggio a una delle figure più iconiche della televisione italiana con una mostra inedita in occasione del centenario della nascita di Mike Bongiorno. Intitolata semplicemente “Mike: Un’icona della TV”, l’esposizione si propone di ripercorrere la straordinaria carriera del conduttore che ha segnato indelebilmente l’evoluzione del piccolo schermo e, più in generale, della società italiana. La mostra non è solo un tributo alla carriera di Bongiorno, ma un viaggio affascinante attraverso le trasformazioni culturali e mediatiche che il presentatore ha saputo interpretare e talvolta anticipare.
Mike Bongiorno: La storia di un innovatore e comunicatore di massa
Nato nel 1924 a New York da genitori italiani, Mike Bongiorno visse una gioventù che lo vide diviso tra l’America e l’Italia. Durante la Seconda guerra mondiale, si unì alla Resistenza e fu imprigionato dai nazisti, un’esperienza che lo segnò profondamente. Al termine del conflitto, si trasferì negli Stati Uniti, dove lavorò per alcune radio locali. Fu questo il suo trampolino di lancio nel mondo della comunicazione, un terreno fertile che gli permise di sviluppare una naturale capacità di intrattenimento.
Tornato in Italia negli anni ’50, fu chiamato a condurre uno dei primi programmi della neonata televisione italiana, “Lascia o raddoppia?“. Il successo fu immediato: grazie alla sua semplicità e capacità di parlare a tutti, Bongiorno divenne rapidamente un volto familiare in milioni di case. Ma il suo contributo non si fermò alla conduzione. Mike Bongiorno riuscì a intercettare lo spirito del tempo e a plasmare la televisione secondo i gusti e i bisogni del pubblico, in una nazione che stava riscoprendo se stessa dopo la guerra.
Il suo approccio comunicativo, diretto ma sempre rispettoso, segnò un’epoca. Al contrario di molti conduttori del suo tempo, Bongiorno non si pose mai su un piedistallo rispetto al pubblico. Era uno di loro, un “amico” con cui condividere il tempo libero davanti alla televisione, e questo lo rese amato trasversalmente, da Nord a Sud, tra giovani e meno giovani. Il suo stile di conduzione, fatto di gaffe spontanee e battute genuine, lo rese ancora più umano e vicino alla gente. Questo aspetto è stato approfondito nella mostra, dove gli studiosi di media e i critici televisivi analizzano la sua figura non solo come presentatore, ma come fenomeno culturale che ha contribuito a definire l’identità nazionale.
L’esperienza interattiva: Vivere il mondo dei quiz di Mike Bongiorno
Uno degli elementi più affascinanti della mostra dedicata a Mike Bongiorno è l’opportunità per i visitatori di rivivere in prima persona alcune delle emozioni che hanno caratterizzato i suoi programmi più celebri. Tra le attrazioni principali c’è la possibilità di partecipare virtualmente a una puntata di “Lascia o raddoppia?“, lo storico quiz che ha segnato un’epoca. Grazie a una sofisticata ricostruzione scenografica e a tecnologie interattive, i visitatori potranno mettersi alla prova e provare il brivido di rispondere alle domande proprio come facevano i concorrenti negli anni ’50.
Ma non finisce qui: gli appassionati dei quiz di Mike potranno anche cimentarsi con la “Ruota della fortuna“, l’altro grande successo che lo vide protagonista dal 1989 al 2003 sulle reti Mediaset. In questa sezione della mostra, una riproduzione della scenografia originale permette di girare la ruota e vivere l’emozione di essere uno dei concorrenti di questo celebre gioco a premi. L’interattività è al centro dell’esposizione e offre al pubblico non solo la possibilità di guardare, ma di partecipare attivamente a quello che è stato un vero e proprio fenomeno di costume per generazioni di italiani.
L’Eredità di Mike Bongiorno: La TV pubblica e commerciale a confronto
La seconda parte della mostra si concentra sull’impatto che Mike Bongiorno ha avuto sulla televisione pubblica e commerciale. Negli anni ’50 e ’60, fu una delle stelle indiscusse della Rai, con programmi che facevano registrare ascolti record. “Lascia o raddoppia?” non fu solo un quiz, ma un appuntamento settimanale che univa l’Italia in un momento storico in cui il Paese aveva bisogno di coesione. Lo stesso vale per “Rischiatutto“, che negli anni ’70 divenne uno dei programmi più seguiti della televisione italiana, grazie anche alla partecipazione di figure come Sabina Ciuffini, la storica valletta che affiancava Bongiorno.
Negli anni ’80, con l’avvento della tv commerciale, Bongiorno seppe reinventarsi. Fu tra i primi grandi volti della Rai a passare alle reti private, rispondendo all’invito di Silvio Berlusconi, che lo volle come pilastro di Canale 5. Qui, Bongiorno contribuì a definire i contorni di una televisione nuova, più leggera e votata all’intrattenimento, ma senza mai abbandonare il suo stile distintivo. Programmi come “La ruota della fortuna” portarono la sua popolarità a nuovi vertici, facendolo conoscere anche alle nuove generazioni.
L’esposizione non dimentica di analizzare anche le criticità e le critiche che accompagnarono la carriera di Bongiorno. La sua televisione, a volte considerata “troppo semplice” o “popolare”, fu oggetto di dibattito tra gli intellettuali, ma Mike riuscì sempre a rispondere con i fatti: la sua capacità di parlare al cuore degli italiani era insuperabile e rimase tale fino alla fine della sua carriera.
La mostra su Mike Bongiorno è molto più di un semplice tributo a un personaggio televisivo: è un viaggio nella storia della televisione italiana, vista attraverso gli occhi di uno dei suoi protagonisti più amati. Mike Bongiorno non è stato solo il “re dei quiz”, ma un uomo che ha saputo interpretare e plasmare i gusti e le aspettative di milioni di telespettatori, contribuendo in modo significativo alla costruzione di un’identità nazionale condivisa.