George Clooney: «Con il mio nuovo film “Suburbicon” è stato divertente rimuovere quella patina della perfetta vita casalinga.»

Dal 14 dicembre sarà disponibile al cinema “Suburbicon”  l’immagine perfetta di un sobborgo degli anni ’50, dove il meglio e il peggio dell’umanità si rispecchiano nelle azioni della gente comune.

Suburbicon è diretto dal premio Oscar® George Clooney (Good Night and Good Luck) e scritto dai premi Oscar® Joel & Ethan Coen (Non è un paese per vecchi), da Clooney & da un altro premio Oscar®, Grant Heslov (Argo). Suburbicon è interpretato dai premi Oscar® Matt Damon (Will Hunting-Genio ribelle) e Julianne Moore (Still Alice), dall’undicenne Noah Jupe (The Night Manager e Wonder, presto in uscita) e da Oscar Isaac (Star Wars: Il risveglio della forza). Clooney e Grant Heslov hanno prodotto Suburbicon con la loro Smokehouse Pictures e la Black Bear Pictures di Teddy Schwarzman (The Imitation Game). Joel Silver (Sherlock Holmes) di Silver Pictures è produttore esecutivo con Barbara A. Hall (Good Night, and Good Luck).

Nel decennio che seguì la Seconda Guerra mondiale, l’emergente middle class americana iniziò a stabilirsi nei sobborghi intorno alle città: case idilliache, con costi accessibili e in comunità ben organizzate. Per molti il sogno americano di possedere una casa diventava una realtà per la prima volta. “Il Governo aiutava i veterani ad acquistare una bella casetta con un garage e un giardino. Potevi trovare un buon lavoro, avere un bel vicinato e crearti una famiglia, se eri bianco”, dice Clooney. “La cosa divertente è rimuovere quella patina della perfetta vita casalinga e vedere quanto le cose possono degenerare” e vedere quanto le cose possono degenerare”. “George e io abbiamo sviluppato la sceneggiatura basandoci sugli avvenimenti che si verificarono a Levittown, Pennsylvania”, dice Heslov. “Nel corso delle nostre ricerche, George ha scoperto un documentario del 1957 intitolato “Crisis in Levittown”, la vera storia di quello che successe quando William e Daisy Meyers divennero la prima famiglia afroamericana a trasferirsi a Levittown”. “Il giorno stesso in cui i Meyers arrivarono, il postino credette che la sig. Meyers fosse la domestica e le chiese se la sig. Meyers era in casa”, racconta Clooney. “Quando lei rispose di essere proprio la sig. Meyers, il postino continuò il suo giro casa per casa chiedendo a tutti ‘Avete incontrato i vostri nuovi vicini?’ Prima di sera si erano radunate circa 500 persone che gridavano insulti razziali, sventolavano bandiere confederate e davano fuoco a una croce”. Mentre lavoravano su quell’idea, Clooney si ricordò di una sceneggiatura che nel 1999 gli avevano inviato i fratelli Coen, intitolata Suburbicon. “Era una commedia/thriller con temi simili a quelli di Fargo e Burn After Reading-A prova di spia: personaggi che ispirano compassione e che prendono pessime decisioni. Abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto realizzare qualcosa di un po’ meno divertente e molto più cupo. Ci è sembrato il momento giusto per un film arrabbiato”. “A quel punto George ha avuto l’idea di prendere la sceneggiatura già pronta di Suburbicon e ambientarla a Levittown nella settimana in cui vi si trasferiscono i Meyers”, dice Heslov. “C’è qualcosa nella consapevolezza nazionale che vuole guardare quegli anni con gli occhiali rosa”, dice MATT DAMON, che interpreta il combattivo Gardner Lodge. “Vogliamo credere che tutti fossero in qualche modo più felici, ma ovviamente non era così e c’erano molte cose che non andavano”. Apparentemente Gardner Lodge è un marito e un padre modello, ma si ritrova in grande difficoltà quando viene a contatto con l’elemento criminale di Suburbicon. “Il film inizia con una serie di certezze sul mio personaggio”, dice Damon. “Certezze che iniziano a incrinarsi quando lo vediamo tentare ripetutamente di tenere la situazione sotto controllo e fallire”. “Matt è un professionista straordinario, con una vastissima gamma di interpretazioni”, afferma Clooney, “ma si diverte in modo particolare a fare lo stupido”. Damon ha esaminato tantissime fotografie di quel periodo per trovare la giusta fisicità del suo personaggio. “Ho messo su qualche chilo”, confessa Damon. “Gli uomini degli anni ‘50 non si tenevano in forma come facciamo oggi, o erano magrissimi o erano belli grassi. Mio nonno era uno di quelli grassi e io ho voluto assomigliargli, quindi ho dovuto modificare la linea del mio fisico. E’un piccolo dettaglio, ma è molto tipico di quegli anni”. “Matt aveva terminato da poco le riprese di Jason Bourne, quindi avevo paura che apparisse come qualcuno che sa come cavarsela in uno scontro fisico”, ammette Clooney. “Fortunatamente aveva anche finito di girare Downsizing di Alexander Payne e sono stato felice di vederlo un po’ più in carne, sembrava un classico padre di famiglia”. Gardner conduce una vita rockwelliana, apparentemente idilliaca, nella cittadina di Suburbicon con la moglie Rose (JULIANNE MOORE) e il figlio Nicky (l’esordiente NOAH JUPE). “Rose non è una donna felice e non è completamente soddisfatta del suo matrimonio”, spiega Moore. “Considera il marito responsabile dell’incidente di macchina che l’ha costretta su una sedia a rotelle”. La sorella gemella di Rose, Margaret, (ancora Moore) aiuta in casa e poi inizia a vivere con loro stabilmente. “All’inizio del film, Margaret tra le due è più dolce, più semplice”, dice Moore. “Invidia segretamente la vita della sorella e questo crea una serie di tensioni e influenza le decisioni che prende”. L’approccio di Moore alle due gemelle è stato pragmatico: “Come ogni ruolo, trovi nelle pagine della sceneggiatura ciò che rende unico ogni personaggio. Come usa il linguaggio? Come si esprime? Ovviamente devono apparire simili, quindi fai il possibile per modificare la fisicità e la fisiognomica”. Clooney ha apprezzato moltissimo l’opportunità di avere Moore in un doppio ruolo. “Julianne può fare di tutto, letteralmente”, sostiene Clooney. “Aveva già interpretato due gemelle anni fa, in una soap opera, e un momento davvero grande è quando Margaret si tinge i capelli di biondo per apparire come la sorella: secondo me questo racconta molto del suo carattere”. L’apparente tranquillità della famiglia Lodge entra in crisi quando due delinquenti, Ira (GLENN FLESHLER di True Detective) e Louis (ALEX HASSELL di Ritorno a Cold Mountain), irrompono in casa loro nel cuore della notte e li tengono in ostaggio. L’irruzione prende una piega tragica quando i due malviventi stordiscono la famiglia con il cloroformio, uccidendo Rose. La situazione peggiora sempre più, mentre Gardner si ritrova trascinato in una sorta di gioco del gatto col topo con Ira e Louis. “Spesso vediamo Matt interpretare personaggi molto intelligenti e sapienti”, dice Hassell. “Quindi è interessante vederlo come un cervo ipnotizzato dai fari di una vettura, che non sa cosa fare per salvarsi”. Grande fan dei fratelli Coen, Fleshler è stato felice di essere entrato nella fitta schiera dei criminali dei due autori, che va da Arizona Junior a Fargo. “Ira e Louis sono abbastanza pericolosi e piuttosto inetti, come se ne vedono molti nei film dei Coen”, dice Fleshler. “Vivono ai margini di quel luogo idilliaco e non pensano che stanno facendo qualcosa di terribile”. “Sono una grande coppia”, dice Damon. “Sono molto diversi l’uno dall’altro e ognuno di loro può fare tutta una serie di cose, dalla più letale alla più stupida, dipende dal tono che secondo George richiede la scena”. Mentre Ira e Louis seguono Gardner al lavoro, Margaret deve vedersela con il sospettoso assicuratore Bud Cooper (OSCAR ISAAC), che inizia a dubitare della loro versione sui tragici fatti di quella notte

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