Fashion blogger, influencer, esperte di tendenze, fashion testimonials.
Chiamatele pure come meglio credete. Sono sempre loro, i volti più noti del mondo social. Con i loro sorrisi finti e smaglianti, appaiono inevitabilmente in primo piano appena scorriamo la gallery del nostro Instagram. Divenute famose per chissà quali meriti (o demeriti), oggi, tra la gente, godono sicuramente di un consenso maggiore rispetto a quello ottenuto dagli ultimi 3 o 4 governi formatisi in Italia. La loro parola è legge. Tanto da poter decretare, in maniera incontestabile agli occhi di molti, ciò che è più o meno bello, ciò che è più o meno alla moda. Parliamoci chiaro, nel 2019, non è più “bello ciò che piace”, è bello solo ciò che piace all’influencer di punta del momento.
Così, senza aver mai aperto un libro di storia della moda, e nella stragrande maggior parte dei casi, senza neanche essere dotate di uno spiccato gusto estetico, si ritrovano ad essere protagoniste di un sogno comune a tante …tantissime donne. La Milano Fashion Week appena trascorsa è senza dubbio uno degli appuntamenti più attesi, desiderati, venerati dagli amanti del mondo moda. 58 sfilate, eventi continui e party esclusivi. Le vie più note della città Meneghina pullulano di curiosi, esperti del settore e si trasformano per qualche giorno in location esclusive per shooting fotografici e campagne pubblicitarie. Un’ occasione d’oro dunque per chi “il pane in tavola”, lo porta guadagnando fior di soldoni semplicemente postando una foto in cui indossa QUELLA giacca, di QUEL BRAND (più o meno noto che sia) durante la sua giornata così impegnata, tra i mille impegni di “lavoro” che ahimè anche oggi l’attendono.
Eccole là, telefono in mano, sguardo puntato verso i riflettori.
Chissà cosa avrebbe pensato Franca Sozzani vedendole lì, in prima, seconda, terza fila, a due passi da top model con gambe chilometriche che guardano dal basso verso l’alto. Annuiscono appagate, nonché profumatamente pagate, nei loro abiti firmati da un tale il cui nome molto probabilmente, era loro sconosciuto fino a poche settimane prima. Che importa in fondo se c’è gente che studia per anni, che sarebbe disposta a vendersi l’anima pur di poter partecipare a una di quelle sfilate, gente che realmente saprebbe riconoscere un ceruleo tra le mille sfumature di celeste possibili.
A loro basta mettersi in posa, smanettare con Photoshop per eliminare quegli inevitabili difetti che ogni essere umano ha, scegliere il giusto filtro e l’hashtag più adatto per essere venerate come divinità. Tutto riesce quando si è amati dalla folla. Ci si può improvvisare modelle, designer, imprenditrici, addirittura scrittrici senza avere neanche le competenze minime necessarie.
E mentre queste fortunate scorrazzano da una passerella all’altra a noi misere, non abbastanza note ma innamorate della moda, non resta che contemplare il tutto dall’altra parte dello schermo…
Scusa papà, forse invece che studiare sarei dovuta andare a Uomini&Donne.
Cristina Ciurleo