Il fenomeno della shrinkflation è sempre più evidente nel mercato dei prodotti di consumo quotidiano. Le confezioni si riducono, il contenuto si fa più leggero, ma il prezzo rimane spesso invariato, se non addirittura aumentato. Questo stratagemma noto come shrinkflation rischia di passare inosservato ai consumatori, specialmente quando si tratta di prodotti che acquistiamo abitualmente e facenti parte della nostra spesa consolidata. Questa pratica poco trasparente può disorientare i consumatori e alleggerire ulteriormente le loro tasche, soprattutto in un periodo di caro-vita e rincari dei prodotti alimentari.
Cos’è la Shrinkflation?
Il termine shrinkflation, che deriva dalla combinazione dei vocaboli inglesi “to shrink” (restringere) e “inflation” (inflazione), rappresenta un fenomeno osservabile da diversi anni nel mercato dei beni di consumo. Esso consiste nella tendenza dei produttori a ridurre la quantità di prodotto all’interno delle confezioni, mantenendo il prezzo sostanzialmente invariato. In alcuni casi, si può assistere a un lieve aumento del prezzo della confezione, non adeguatamente proporzionato alla diminuzione del suo contenuto. Questo meccanismo viene spesso adottato per aumentare i prezzi in modo poco trasparente, sfuggendo alla percezione del consumatore meno attento.
Prodotti ed Esempi di Shrinkflation
Riconoscere i prodotti soggetti alla shrinkflation può essere complesso, poiché questo fenomeno presenta diverse declinazioni. Tuttavia, grazie alla collaborazione della community degli ACmakers, un progetto che coinvolge direttamente i consumatori in test e sondaggi, è possibile individuare alcuni esempi significativi.
Tra i prodotti più segnalati dalla community ci sono:
1. Philadelphia Light
Le confezioni di Philadelphia Light, noto formaggio spalmabile, sono passate da 200 a 190 grammi di prodotto, senza una corrispondente riduzione del prezzo. Questo cambiamento apparentemente sottile rischia di sfuggire all’attenzione del consumatore, che potrebbe ritrovarsi a pagare lo stesso importo per meno quantità di prodotto.
2. Krumiri Bistefani
Anche i biscotti Krumiri Bistefani hanno subito una “sgrammatura”. Le confezioni, che in passato contenevano 300 grammi di prodotto, ora ne contengono soltanto 290 grammi, pur mantenendo il prezzo inalterato. Anche in questo caso, il consumatore potrebbe non accorgersi subito della variazione, ma nel lungo periodo la spesa potrebbe aumentare in modo significativo.
3. Detersivo per i Piatti Nielsen
Il detersivo per i piatti Nielsen è un altro esempio di shrinkflation. La confezione da 1 litro è stata ridotta a 900 ml, senza una conseguente riduzione del prezzo. Questa riduzione della quantità del prodotto può influire sulle abitudini di acquisto dei consumatori e, se non rilevata, può causare un aumento inaspettato delle spese.
4. Fazzoletti Usa e Getta
Anche i fazzoletti usa e getta sono stati oggetto della shrinkflation. Molti pacchetti che un tempo contenevano 10 fazzoletti ne contengono ora solo 9, senza un adeguato ribasso del prezzo. Questa riduzione potrebbe passare inosservata, portando a un dispendio maggiore per il consumatore senza che egli ne sia consapevole.
Altri casi di Shrinkflation
La shrinkflation non si limita a pochi esempi, ma è un fenomeno diffuso in molti settori. Anche il tonno in scatola è stato coinvolto, con riduzioni di peso concentrate spesso sull’olio presente nella lattina, mantenendo inalterata la quantità di pesce sgocciolato. Altri prodotti che subiscono questo fenomeno includono snack, cereali, bevande e prodotti da forno.
La shrinkflation è una pratica ingannevole che rischia di compromettere il potere d’acquisto dei consumatori. Le confezioni più piccole al medesimo prezzo, o addirittura a un prezzo più alto, possono portare a una spesa più elevata nel tempo, senza che il consumatore ne sia consapevole. Riconoscere questo fenomeno è fondamentale per proteggere i propri interessi e fare acquisti consapevoli. Leggere attentamente le etichette dei prodotti e confrontare le dimensioni delle confezioni è essenziale per evitare di cadere vittima della shrinkflation. Inoltre, la sensibilizzazione dei consumatori e la promozione della trasparenza da parte delle aziende possono aiutare a mitigare gli effetti negativi di questa pratica e a tutelare i diritti dei consumatori. Il potere del consumatore informato può contribuire a influenzare le politiche delle aziende e a promuovere pratiche più etiche e trasparenti nel mercato.
Roberto Romano