È un Cesare Cremonini difficile da riconoscere, quello nella foto pubblicata questa mattina su Instagram.
Uno scatto datato 2016, otto anni fa, testimone di un periodo difficile in cui il cantautore bolognese stava iniziando a scrivere “Nessuno vuole essere Robin”.
Nel suo post, Cremonini rivela: «Stavo iniziando a scrivere Nessuno vuole essere Robin. Non stavo bene. Pesavo 100 kg. Mi ero annientato per fare un disco».
Una scelta che, inizialmente, sembrava stupida, ma che rappresentava la sua immersione in una folle simbiosi con il mondo esterno, sacrificando i sentimenti nei confronti di chi lo circondava.
La Connessione Distruttiva con il Mondo
Nel dettaglio, Cremonini spiega: «Non so come e perché ma ci ero cascato dentro, in totale connessione con le emozioni delle persone che non conoscevo».
Sentiva le emozioni di sconosciuti per strada, cuori estranei che pulsavano nella sua città, notizie televisive e le voci di chi le annunciava, e foto sui social.
Questo peso, che sembrava unirlo alla sua arte, si rivelò alla lunga come qualcosa che «poteva distruggerlo». Un peso che l’artista ha capito solo più tardi, ma che ha regalato a Cesare Cremonini una potente ispirazione per la sua musica.
La Rinascita Artistica
Quella fase complessa ha portato a una rinascita artistica. Cremonini racconta: «Una notte mi sono seduto sul letto con la chitarra e… “Come mai sono venuto stasera? Bella domanda”
(sono le parole di Nessuno vuol essere Robin, ndr)». I suoi fan, affettuosi e grati, commentano:
«Sei entrato in empatia con il mondo, ma sappi che con una sola canzone hai aiutato in parte molti ad esorcizzare il dolore di quegli anni».