Spesso e volentieri si ha la necessità di realizzare un imballo che protegga gli oggetti all’interno del pacco da eventuali urti durante il trasporto. Tra le soluzioni proposte dai siti specializzati nel settore, come Imballaggi 2000, uno dei materiali più indicati per questo scopo è un cartone ondulato resistente. Questo tipo di imballaggio è particolarmente adatto per articoli delicati e facilmente danneggiabili.
Nelle prossime righe andremo a vedere come nasce il cartone ondulato che viene utilizzato per gli imballaggi.
Storia e dati del cartone ondulato
Il cartone ondulato è un tipo di cartone che viene prodotto alimentando un foglio di carta continuo in una macchina industriale che comprime la carta, forzandola in fogli sottili.
Il cartone ondulato fu utilizzato per la prima volta nel 1856 nel Regno Unito come rivestimento per proteggere e riporre cappelli alti. Successivamente è stato utilizzato come materiale da imballaggio per oggetti fragili come porcellane e bicchieri.
Ci sono molti usi del cartone ondulato, tra cui: imballaggi, materiali espositivi e pubblicitari, mobili, materiali da costruzione e altro ancora.
Il cartone ondulato è molto utilizzato nel nostro Paese e, ogni anno vengono realizzati circa 6 miliardi di mq e consumati 61 kg pro-capite. Questi dati portano ad una stima di circa 10 miliardi di scatole di cartone ondulato, solamente in Italia.
Come viene realizzato il cartone ondulato
Il cartone ondulato è costituito da un sottile foglio di carta ricoperto da un sottile strato di plastica. La carta viene quindi pressata in un sottile stampo di metallo, che produce una forma simile a una fisarmonica.
Il cartone ondulato può essere riciclato e riutilizzato per creare nuovi prodotti. È stato utilizzato per realizzare imballaggi, mobili e persino alcuni edifici.
Il primo passaggio di lavorazione del cartone avviene attraverso dei meccanismi chimici e meccanici, attraverso i quali le fibre di legno vengono trattate e sminuzzate il più possibile. Questa fase prende il nome di processo di maciullamento.
Durante il processo meccanico, i tronchi, senza la loro corteccia, vengono macinati per riuscire a rompere tutte le fibre e creare così una poltiglia.
La resistenza delle fibre potrebbe essere compromessa durante il processo. Questo perché viene spruzzata dell’acqua per rimuovere le fibre sulla pietra, ma la rimozione della lignina avviene solamente in piccola parte. Attraverso questo meccanismo si ottiene una carta di qualità ridotta, ma il costo del lavoro è basso e la resa è elevata.
Il processo chimico, invece è un altro meccanismo che viene molto utilizzato Si compone di tre fasi: la miscelazione e il riscaldamento dei prodotti chimici, la laminazione e infine l’essiccazione. Il primo passaggio consiste nel mescolare insieme le sostanze chimiche in un mixer per creare un impasto liquido che viene riscaldato in un forno. Infine, i fogli vengono asciugati ruotandoli in un forno o in un flusso d’aria. Il risultato è di colore marrone scuro e viene poi sbiancato durante le fasi successive.
Il processo di battitura inizia con la materia prima, che di solito è un sottile foglio di carta. Dopo aver creato la poltiglia, il passaggio successivo, prevede l’utilizzo di una macchina chiamata battitore per creare il cartone ondulato.
Una volta terminato il processo di battitura, è necessario passare la poltiglia in macchinari automatizzati, che attraverso rulli in feltro di lana prima e cilindri a vapore poi, riescono a comprimere il legno e rimuovere così l’eccesso di acqua presente.
Una volta preparata la carta, basterà passare il tutto nella macchina ondulatrice e il gioco è fatto. Attraverso dei meccanismi di calore e pressione verrà realizzato un cartone resistente, perfetto per i trasporti e gli imballaggi.
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