Al Teatro Carcano di Milano Natalino Balasso riscrive l’opera di Angelo Beolco detto il Ruzante

Al Teatro Carcano di Milano in scena dal 10 al 13 febbraio 2022 BALASSO FA RUZANTE di e con il grande attore, comico e autore di teatro e cinema Natalino Balasso, che riscrive l’opera di Angelo Beolco detto il Ruzante e interpreta un nuovo testo teatrale dai toni ora comici e ora drammatici.

Le diverse sfaccettature che in ciascuna opera dell’autore padovano cambiano e caratterizzano un aspetto differente della personalità del Ruzzante stesso, vengono ripresi in questo spettacolo e fatti propri dall’interprete Natalino Balasso che riesce a riproporre quello stile ineguagliabile del Beolco. E proprio come il Ruzzante, anche Balasso riesce a ricreare e reinventare un nuovo gergo, nuove sonorità che si ritrovano nei testi tratti dalle opere originali e nei componimenti letterari e teatrali del drammaturgo, attore e scrittore veneto.

Balasso si lascia così ispirare per dare vita ad una profonda ricerca linguistica ricca di invenzioni: i tre personaggi, che parlano infatti un neodialetto crapulone, oltraggioso e spassoso, e anche grazie ad esso riescono a costruire una riflessione sulle stagioni della nostra vita: dall’edonismo dell’infanzia fino ai rimpianti e alle rivendicazioni della maturità.

«Balasso è riuscito a intrecciare una compilation di testi tratti dall’opera di Beolco re-inventando un gergo che mantenesse senso e suono dell’originale» scrive la regista Marta Dalla Via. «Una drammaturgia fatta di scelte lessicali che sono, in pieno stile ruzantiano, scelte politiche e polemiche. Un neo-dialetto obliquo, abbondante e spassoso, che rende concrete tre figure toccanti: l’amico rivale Menato, Gnua, donna sottoposta eppure dominante, e lo stesso Ruzante. Un uomo contemporaneamente furbo e credulone, pavido eppure capace di uccidere, un eroe comico dentro il quale scorre qualcosa di primitivo che lo rende immortale. Credo che Angelo Beolco, con il suo alter ego e le sue opere, volesse dimostrare che un altro modo di fare arte/cultura era possibile e provava a fare azioni sceniche antisistema anche quando era accolto da quel sistema. In questo credo che la vicinanza con la poetica e la visione di Natalino Balasso sia evidente».

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