A Brescia in mostra la Belle Époque di De Nittis

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L’esposizione presenta oltre 80 capolavori di Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini, pittori che vissero nella Parigi dell’ultimo quarto del XIX secolo, quando la capitale francese era il centro propulsore dell’arte a livello mondiale

A cura di Francesca Dini e Davide Dotti

Come da tradizione ormai consolidata, sarà Palazzo Martinengo a Brescia a inaugurare l’anno delle grandi mostre in Italia.

Il 2025, inoltre, è una data da ricordare e celebrare; l’Associazione Amici di Palazzo Martinengo festeggia infatti il suo decimo anniversario di attività; in questo decennio sono state oltre 520.000 le persone che hanno visitato le sue proposte espositive, allestite nelle sale dello storico palazzo cinquecentesco nel cuore di Brescia.

 

Dopo il grande successo nel 2024 de “I Macchiaioli”, Palazzo Martinengo si appresta a ospitare, dal 25 gennaio al 15 giugno 2025, un’imperdibile mostra, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia e della Fondazione Provincia di Brescia Eventi, dedicata alla Belle Époque, periodo durato poco meno di quarant’anni, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, caratterizzato da un tumultuoso sviluppo e da una incrollabile fede nel progresso, da prodigiose scoperte scientifiche, dalla nascita del turismo di massa e dal grande fulgore dei teatri e dei giornali a stampa.

L’esposizione presenterà una raffinata selezione di capolavori che Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini eseguirono durante il periodo trascorso a Parigi. Nella capitale francese questi pittori italiani si affermarono, conquistando i più raffinati collezionisti dell’epoca, immortalando le brulicanti piazze parigine, i lunghissimi boulevard, gli eleganti interni borghesi, gli affollati caffè e i teatri, cogliendo la figura femminile nella quotidianità e nei momenti privati, divenendo così i cantori della vita moderna.

I curatori, Francesca Dini e Davide Dotti, hanno ideato un avvincente percorso espositivo articolato in nove sezioni e ricco di oltre 80 opere, per lo più provenienti da collezioni private, solitamente inaccessibili, e da importanti istituzioni museali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo Giovanni Boldini di Ferrara e il Museo Civico di Palazzo Te di Mantova.

Oltre a celebri dipinti quali il Ritratto di signora in bianco di Giovanni Boldini, Accanto al laghetto dei giardini del Lussemburgo di Giuseppe De Nittis e Al Café Nouvelle Athènes di Federico Zandomeneghi, sarà possibile immergersi nel clima artistico e culturale della Belle Époque grazie alla selezione di elegantissimi abiti femminili realizzati negli atelier dei sarti parigini più famosi, che divennero luoghi di ritrovo esclusivi dell’alta società; di coloratissimi manifesti – le cosiddette affiches – che pubblicizzavano i locali alla moda, cabaret, café chantant, spettacoli teatrali e grandi magazzini, disegnati da insigni illustratori quali Cappiello, Dudovich e Metlicovitz; e di raffinatissimi vetri artistici dai decori ispirati alla natura, impreziositi da smalti, dorature e incisioni, realizzati da Emile Gallé e dai fratelli Daum per arredare le case della ricca borghesia.

Nel corso del XIX secolo la Francia è il centro propulsore dell’arte contemporanea e costituisce per molti paesi un modello ineguagliato di civiltà. I pittori italiani sono indotti a un continuo confronto con l’arte di quella nazione, complici le Esposizioni Universali che vi si tengono periodicamente e che ne promuovono l’immagine a livello internazionale.

I nostri “Italiani di Parigi”, così etichettati dal critico d’arte Diego Martelli, si muovono sulla scena parigina a partire dal 1870 con grande agilità, imponendosi all’attenzione internazionale ora inventando il genere pittorico della “tranche de vie” – è il caso di De Nittis e di Boldini che dipingono momenti della vita parigina colti sul vero, lungo i boulevard, o nell’intimità di giardini privati e di salotti esclusivi; ora lasciandosi sedurre dal linguaggio impressionista che un altro di loro, il veneziano Zandomeneghi, impreziosisce con la sua originalissima tavolozza  contribuendo a fare della donna parigina una icona di moderna femminilità.

Mentre Mancini con i suoi fanciulli del Sud commuove e incanta con il suo virtuosismo, il più giovane Corcos infonde nelle sue tele la felicità stessa di un’epoca, la Belle Epoque, segnata dal  trionfo dell’eleganza e del lusso; in un luogo – Parigi – mitizzato, sognato e agognato in ogni luogo del pianeta.

La mostra di Palazzo Martinengo rievoca questa magica atmosfera attraverso i capolavori senza tempo di BoldiniDe NittisZandomeneghiCorcos e Mancini, pittori della vita moderna.

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