Fino al 28 Gennaio è possibile visitare a Pisa, la mostra: “Escher. Oltre il possibile”, realizzata da MondoMostre e Fondazione Palazzo Blu, con il contributo della Fondazione Pisa e la collaborazione del Gemeentemuseum Den Haag, Arthemisia e M.C. Escher Foundation, a cura del professor Stefano Zuffi, storico dell’arte e grande conoscitore di M.C. Escher.
Maurits Cornelis Escher (1898 –1972) è stato un incisore e grafico olandese. A scuola era uno studente mediocre, tanto che fu anche bocciato in seconda elementare.C’era una sola materia in cui eccelleva: il disegno. Terminati gli studi decise, sulle orme dei grandi artisti dell’Ottocento, di intraprendere con due amici un viaggio in Italia, visitando le regioni centro-settentrionali. Colpito dalla campagna e dalle città della Toscana, in particolare da San Gimignano e Siena e ricordando il viaggio in calesse alla volta di San Gimignano scrisse: “Mentre le 17 torri della città diventavano sempre più vicine, mi sembrava di vivere un sogno. Non era possibile che tanta meraviglia fosse reale”. Nell’autunno del 1922 tornò in Italia fermandosi a Genova, Pisa, Roma e a Sud sulla Costiera Amalfitana, dove nel 1923 conobbe Jetta Umiker, figlia di un industriale svizzero che sposò l’anno stesso a Viareggio. La Costiera amalfitana lasciò in lui un segno indelebile, a tal punto che il Duomo di Atrani fu rappresentato in uno dei suoi capolavori più celebri, Metamorphose II. Anche i piccoli villaggi della Calabria e della Sicilia lo colpirono per la particolare composizione e la struttura dei centri abitati che sembravano fondersi col paesaggio. Negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, non poté non subire il clima politico italiano. Nel 1935, per non vedere il figlio George diventare un Piccolo Balilla, come prevedeva la prassi fascista, lasciò il nostro Paese e si trasferì prima in Svizzera, e poi in Belgio, infine in Olanda, dove sarebbe vissuto dopo la guerra e fino alla sua morte, il 27 marzo 1972.
La mostra si articola in nove sezioni: Volti, Animali, Oggetti e riflessi, Geometrie e ritmi, Paesaggi, L’artista, Architetture fantastiche, Nature, Autoritratti. L’osservatore durante la mostra riuscirà a percepire come Escher abbia sempre cercato un’estensione creativa libera ed emozionale, riuscendo a rappresentare una dimensione senza limiti. Le sue incisioni non sono visualizzazione di leggi geometriche o dimostrazioni obbligate ma vere e proprie opere d’arte. Un precursore visionario che ha saputo usare la scienza e trasformarla in lessico artistico.
L’opera “Case di Scale”, oltre a essere la più conosciuta immagine escheriana, è anche una delle più riutilizzate nel mondo del cinema e della musica: compare come scenografia in una scena del film Labyrinth con David Bowie, ispira le scale del Castello di Hogwarts in Harry Potter, è la copertina di un album dei Pink Floyd per la cover di On the run.
Mostra consigliata!
Giada Fanelli