Oliviero Toscani è uno tra i più conosciuti e influenti fotografi a livello internazionale, innovatore e visionario le sue immagini sono degli spaccati di realtà che raccontano attraverso l’obiettivo fotografico sfumature che spesso sembrano essere invisibili agli occhi, toccando tematiche sociali come l’emigrazione, la guerra, l’ecologia, l’Aids, l’anoressia abbattendo ogni tipo di tabù risultando talvolta controverso come tutti i veri artisti che si rispettino. In cinquant’anni di attività professionale tanti sono i marchi e le riviste che hanno avuto la fortuna di beneficiare della sua estetica gravida di contenuti sociali da Benetton ad Esprit, Chanel, Fiorucci, Prenatal, Jesus Jeans e Valentino solo per citarne alcuni. Oggi è possibile ritrovare tutte queste opere in una mostra intitolata “Immaginare” presso il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera) dove è possibile prendere visione dell’ampia produzione di Oliviero Toscani in maniera innovativa con una visione immersiva nelle sale con proiezione di tutte le sue principali e dibattute campagne pubblicitarie e di comunicazione. Noi di Domanipress abbiamo avuto il piacere di ospitare il maestro Oliviero Toscani e di parlare con lui del “valore delle immagini” ai tempi di Instagram, ma anche di integrazione uno dei temi chiave delle sue campagne di comunicazione.
Lei è un grande fotografo, le sue immagini sono diventate delle vere e proprie icone che ci parlano di tematiche importanti come l’emigrazione, la differenza di genere e l’ecologia solo per citarne alcune… In tempi di social networks siamo sommersi dalle immagini: come vive questo cambiamento ?
Secondo me non è grande un cambiamento… tutti sappiamo parlare, tutti sappiamo “cantare” o scrivere ma poi sono pochi quelli che sanno parlare, cantare o scrivere bene…lo stesso accade con la fotografia che è diventata facilmente accessibile a tutti ma questo non ha migliorato la qualità delle immagini. Ci sono gli autori e ci sono quelli che “scattano” le fotografie, sono due cose differenti.
Paul Cèzanne diceva che: “è necessario affrettarsi se si vuole vedere qualcosa perché tutto scompare…” anche nella fotografia è cosi. C’è stato un momento che rimpiange di non aver immortalato con la sua fotografia?
Sai, ci sono tante cose interessanti che accadono nel mondo e che nessuno ha mai fotografato…tutto ciò che non è documentato in fotografia, alla fine, non esisterà mai più. Esiste ciò che è fotografato.
Tra i tanti lavori esposti alla mostra non possiamo non citare le fotografie per il marchio Benetton che hanno fatto storia perché hanno arricchito un brand Made in Italy con un contenuto artistico andando oltre l’immagine commerciale, spesso suscitando delle polemiche….Qual era il suo rapporto con il committente Luciano Benetton? Le lasciava carta bianca durante il suo processo creativo?
Frank Lloyd Wright diceva che per fare una buona architettura devi prima di tutto avere un committente intelligente, è inutile quindi iniziare un rapporto lavorativo ed artistico con un committente poco illuminato. In un progetto è essenziale scegliere con chi lavorare, Luciano Benetton lo ritengo un committente intelligente con cui ho una splendida amicizia che è maturata lavorando insieme per tanti anni, recentemente siamo tornati a lavorare insieme tra l’altro. Luciano non crede nel sistema del marketing quello legato alle ricerche di mercato e nel modo tradizionale di fare comunicazione ecco perchè tra di noi c’è molta stima.
A proposito della prossima campagna per Benetton lei teme il confronto con se stesso?
Ma assolutamente no! So bene che sono tutti lì con gli occhi puntati contro di me per potermi criticare ma è fantastico anche questo…
Uno dei temi fondamentali delle sue fotografie riguarda l’integrazione…a proposito di “Ius Soli” lei cosa ne pensa di questo periodo storico dominato dalla paura del diverso?
Questo è uno dei temi più attuali, quelle fotografie che tu citi sono di trent’anni fa ed è incredibile che tutti si ricordino delle mie foto…Io credo che l’integrazione ed il movimento degli esseri umani sia la vera ricchezza del mondo, penso che solamente gli imbecilli possono credere che gli immigrati portino solamente degrado e delinquenza, non sanno invece che arriva delle gente molto più intelligente di loro…
Da anni sembra esserci una querelle aperta tra lei ed il mondo dei pubblicitari…
Eh no! Io non ho alcuna querelle aperta con in mondo dei pubblicitari semmai è vero il contrario…io non conosco i pubblicitari…posso dire apertamente che non li conosco, non ho mai lavorato con agenzie di pubblicità e mi rifiuto di essere un esecutore di “ideuzze pubblicitarie” generate da direttori creativi che non hanno nessun senso della condizione umana questa è la realtà.
Tralasciamo il mondo della pubblicità…Se lei dovesse citarmi un immagine che ritiene valida e che l’ha colpita maggiormente quale mi direbbe?
Ma ce ne sono tantissime di immagini che mi hanno colpito, penso sopratutto quelle di attualità che si vedono sui quotidiani. Mi piace la “vera” fotografia quella che si costituisce come documento storico dell’umanità.
Nelle sue foto il sesso ha una valenza importante… oggi forse c’è stato un abuso di questo tema?
Il sesso fa parte della condizione umana. Su due grandi tabù si può sempre lavorare: il sesso e la morte, eros e thanatos due temi universali che non si esauriranno mai.
Come ultima domanda parafrasiamo sempre il titolo del nostro magazine e chiediamo come vede il “Domani” Oliviero Toscani quali sono le tue speranze e le tue paure?
Per il Domani non ho paura di aver paura: con tutte le difficoltà e le contraddizioni stiamo percorrendo passo dopo passo la strada della civiltà…dobbiamo risolvere ancora tanti problemi laceranti ma questo significa che stiamo diventando civili. Il problema più stringente da risolvere è quello di non aver paura del diverso. L’evoluzione sociale e culturale del mondo è sempre stata portata dalle sovrapposizione di usi e costumi che si mescolano tra di loro, non bisognerebbe mai dimenticarlo.