Torna il Trieste Film Festival, il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro-orientale. Giunta alla sua ventiseiesima edizione, la rassegna, diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli, dopo l’affollata edizione 2014, si allunga di un giorno. I luoghi del festival saranno ancora il Teatro Miela e l’ampia Sala Tripcovich di Largo Santos.
Il programma, come di consueto, darà spazio ai tradizionali concorsi internazionali (lungometraggi, cortometraggi, documentari), a eventi speciali, omaggi e incontri (quelli con il pubblico e la stampa si terranno all’Antico Caffè San Marco).
Tra gli ospiti del festival, Krzysztof ZANUSSI, che terrà un’attesa masterclass il 18 gennaio e presenterà a Trieste in anteprima italiana il suo ultimo film OBCE CIAŁO (Corpo estraneo / Foreign Body), un dramma psicologico che è anche sguardo sulla Polonia contemporanea, una coproduzione italiana girata in parte nel nostro Paese.
Ad aprire il festival sarà il 16 gennaio alla Sala Tripcovich DVE ŽENŠČINY (Due donne / Two Women), della regista russa Vera Glagoleva, interpretato dal celebre attore inglese Ralph Fiennes (il Voldemort di Harry Potter e M negli ultimi 007, protagonista anche di Strange Days, Red Dragon, Grand Budapest Hotel) e dall’attrice francese Sylvie Testud.
Il film, un’anteprima internazionale, è una sontuosa produzione in costume, ed è tratto dalla pièce teatrale di Turgenev “Un mese in campagna”. Ci immerge nella Russia di metà Ottocento, nella tenuta di un ricco proprietario terriero, dove un amico di famiglia torna da un viaggio all’estero, ma viene ignorato. Tutti sono presi dal nuovo insegnante privato, recentemente assunto. Due donne sono subito cadute preda del suo fascino: Natal’ja e Vera, la sua figliastra. Natal’ja sta per compiere trent’anni ed è stata una moglie e madre devota, ma la sua vita è ora sconvolta da un turbine di amore e gelosia.
Nucleo centrale del programma rimangono i tre concorsi internazionali che ogni anno fanno il punto sulla produzione più interessante dei paesi di riferimento del festival. E anche quest’anno i premi al Miglior lungometraggio, al Miglior cortometraggio e al Miglior documentario saranno attribuiti dal pubblico.
Nel CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI (tutti titoli in anteprima italiana) ci sono UROK (La lezione / The Lesson) dei registi bulgari Kristina Grozeva e Petar Valchanov, premiato in molti festival internazionali (tra cui San Sebastian) che racconta di Nadežda, giovane insegnante che cerca di trasmettere ai suoi studenti valori cui nella vita privata fatica a tenere fede; e SIMINDIS KUNDZULI (L’isola del granturco / Corn Island) di George Ovashvili, che ha vinto il Grand Prix e il Premio della Giuria Ecumenica al Festival di Karlovy Vary 2014 ed è nella short list del miglior film straniero ai prossimi premi Oscar. Il fiume Inguri segna il confine tra la Georgia e la Repubblica di Abcasia: le tensioni tra le due nazioni non sono mai diminuite dalla guerra del 1992-93, e la storia del film comincia quando un vecchio contadino abcaso arriva su una delle isole, che diventa uno dei personaggi…
VIKTORIA di Maya Vitkova (altra cineasta bulgara, a conferma del momento felice che il cinema vive in Bulgaria) è stato presentato al Sundance Festival, storia paradigmatica di una bambina, racconta la regista, “nata senza cordone ombelicale – e dunque senza legame con la madre che gli ha dato la vita – come chiara indicazione di perdita del legame con la nostra parte più intima”.
VARVARI (Barbari / Barbarians) di Ivan Ikić, girato con attori non professionisti, ha ricevuto una menzione speciale all’ultimo Festival di Karlovy Vary; CESTA VEN (La via d’uscita / The Way Out) di Petr Václav, è sul futuro impossibile di una giovane donna Rom e il divario fra ricchi e poveri nella Repubblica Ceca; RISTTUULES (Dove s’incrociano i venti / In the Crosswind) dell’estone Martti Helde, che racconta di quando, nel 1941, decine di migliaia di persone in Estonia, Lettonia, Lituania, vennero deportate dalle loro case su ordine di Stalin, per epurare i Paesi Baltici (presentato al festival di Toronto). DREVO (L’albero / The Tree) della slovena Sonja Prosenc, è la storia di un rifugio che si trasforma in prigione; KOSAC (Il mietitore / The Reaper) di Zvonimir Jurić, una coproduzione Croazia – Slovenia, è stato presentato all’ultimo Festival di Toronto, e tratteggia tre storie che si svolgono in una notte e danno un quadro cupo della Croazia, paese ancora bloccato e condizionato dalla guerra. The Reaper ha vinto l’Arena d’oro per il miglior attore, il premio per il miglior attore non protagonista e la miglior fotografia al Festival di Pola 2014.
STO SPITI (A casa / At Home) del regista greco Athanasios Karanikounalas, infine, è una vicenda individuale che si staglia sullo sfondo della crisi economica, che ha vinto il Premio Ecumenico al Forum della Berlinale 2014.
Fra i 19 CORTOMETRAGGI selezionati a concorrere al Premio TsFF Corti, c’è l’italiano LA BI CI di Giorgio Borgazzi ambientato in un hinterland milanese spettrale e ritratto spiazzante dell’Italia della crisi; dalla Serbia MARIJINA EPIZODA (L’episodio di Maria) di Sanja Živković di cui è protagonista la grande attrice Milena Dravić e DIVAN DAN ZA BANANARIBE (Un giorno ideale per i pescibanana) di Stefan Malešević su un reduce della guerra del Kosovo e liberamente ispirato al racconto omonimo di J.D. Salinger; dall’Ungheria A KIVÉGZÉS (L’esecuzione) di Petra Szőcs, dove tre bambini mettono in scena l’esecuzione del dittatore rumeno Ceausescu. Quest’anno anche due eventi speciali-fuori concorso: LOST IN BOSNIA il primo film prodotto dalla film.factory – la scuola di cinema diretta dal grande regista ungherese Béla Tarr a Sarajevo – e diretto dagli 11 registi/allievi della scuola; e LA RESTITUZIONE, il cortometraggio realizzato all’interno del laboratorio puriennale CAMERA DI SPECCHI che si è svolto tra Trieste e Momiano in Croazia ideato da Ivan Bormann e Fabio Toich dell’Associazione Drop Out.
Anche quest’anno, si aggiunge una selezione non competitiva di 11 cortometraggi di animazione provenienti dai paesi dell’area, fra i quali segnaliamo dalla Polonia HIPOPOTAMY (Ippopotami) di Piotr Dumała, uno fra i più importanti registi nel campo dell’animazione; dall’Italia LA VALIGIA di Pier Paolo Paganelli con la voce di Roberto Herlitzka, e TRII MELODII (Tre melodie) del grande regista russo Garri Bardin di cui il festival aveva già presentato nel 2011 il lungometraggio di animazione Gadkij Utenok (Il brutto anatroccolo).
Il Concorso Internazionale DOCUMENTARI propone 9 opere, provenienti dalle nazioni che fanno parte delle aree tradizionalmente investigate dal Festival. Tutte sono anteprime italiane, tranne INTERNAT del regista siciliano (trapiantato in Georgia) Maurilio Mangano, un’anteprima internazionale, che filma una riflessione sulla perdita forzata dei luoghi d’origine, tra famiglie di profughi georgiani scampate alla guerra d’Abcasia che risiedono nell’Internat (collegio), un’ex scuola occupata.
AL DOILEA JOC (La seconda partita / The Second Game), di Corneliu Porumboiu, noto regista romeno spesso ospite del Trieste Film Festival. Presentato al Forum dell’ultimo festival di Berlino, AL DOILEA JOC racconta di una partita di calcio, un derby tra le due squadre di Bucarest, Steaua e Dinamo, che ha avuto luogo il 3 dicembre 1988. Il padre del regista era l’arbitro. Insieme hanno riguardato la partita, 25 anni dopo.
GOLI (Isola Nuda / Naked Island) della regista croata Tiha K. Gudac è un’indagine costruita sulle rovine del passato, un mosaico di indizi, foto di famiglia e testimonianze intime di un gruppo di persone deportate nello stesso luogo, una prigione politica nella ex Jugoslavia conosciuta come “l’isola delle anime disperate” e sulle conseguenze che questo luogo ha lasciato su tre generazioni.
L’inquietante trama di KÁIN GYERMEKEI (I figli di Caino / Cain’s Children) dell’ungherese Marcell Gerő ci porta a conoscere 3 ragazzi, 3 giovani assassini, la cui storia era stata raccontata in un documentario del 1984 vietato dalla censura, e che il regista va a cercare 30 anni dopo per scoprire segreti indicibili e un volto dell’Ungheria mai conosciuto prima.
CHICHO TONI, TRIMATA GLUPACI I DS (Zio Tony, i Tre Scemi e i servizi segreti / Uncle Tony, Three Fools and the Secret Service) di Mina Mileva e Vesela Kazakova (Bulgaria) è una storia su un’epoca di spionaggio e sull’eccezionale regista di animazione Antoni Trayanov, un caso scandaloso dietro una delle attività più note ed esportate del Socialismo, l’animazione, che ci svela una vicenda umana straziante; mentre KULLAKETRAJAD (Le filatrici d’oro / The Gold Spinners) di Kiur Aarma e Hardi Volmer (una produzione estone-finlandese) racconta della nascita, degli anni di gloria e della scomparsa dello studio cinematografico Eesti Reklaamfilm – l’unica azienda a produrre pubblicità in Unione Sovietica.
PĂDUREA (La foresta / The Forest), una coproduzione Romania – Serbia diretta da Siniša Dragin, una storia di spionaggio originata da un quadro (La foresta senza foglie) donato a Tito dal regime comunista rumeno nel 1947. Sulla vicenda un critico d’arte negli anni Sessanta intende scrivere una monografia, ma scoprirà imbarazzanti segreti.
SOMETHING BETTER TO COME (Qualcosa di meglio verrà) di Hanna Polak, segue per 20 anni la vita di Yula, che vive nella discarica più grande d’Europa, alla periferia di Mosca.
Infine, ZAMATOVÍ TERORISTI (Terroristi di velluto / Velvet Terrorists) di Pavol Pekarčík, Ivan Ostrochovský, Peter Kerekes è la storia di tre uomini che si sono impegnati nella resistenza armata contro il regime comunista in Cecoslovacchia, e che volevano diventare degli eroi. ZAMATOVÍ TERORISTI, presentato ai festival di Karlovy Vary e di Berlino, è anche una delle opere di Born in Trieste, un omaggio del festival ai migliori film nati nell’ambito di WEMW.
Tra i documentari, anche 3 importanti eventi speciali fuori concorso.
DEN’ POBEDY (Il giorno della vittoria / Victory Day) di Alina Rudnickaja, importante testimonianza anche politica, primo film totalmente indipendente (e clandestino) girato in Russia sulla questione gay. Nel 2013 la Duma ha approvato una legge contro l’omosessualità: mentre nelle strade sfila una parata militare, i personaggi sono chiusi nei loro appartamenti e raccontano di come la loro vita sia cambiata da quando la legge è in vigore. “Dopo gli ebrei e gli omosessuali”, dice uno di loro, “quello che manca è una legge contro le streghe”.
Da segnalare il folgorante lavoro collettivo EVROMAIDAN. CHORNOVY MONTAZH (Euromaidan. Rough Cut): un folto gruppo di giovani filmmaker ucraini ha affidato il materiale girato al regista Roman Bondarchuk, che lo ha montato creando una serie di storie cinematografiche. Il risultato è un potente e dettagliato reportage sulla rivolta ucraina.
Lo sloveno ŽIVETI KAMEN (Pietra viva / Living Stone) di Jurij Gruden è una storia profonda e intima sul legame che esiste fra gli uomini che vivono sul Carso e la pietra carsica;
La sezione ART & SOUND è organizzata in collaborazione con SkyArte. Saranno proiettati: KONTRAPUNKT (Contrappunto / Counterpoint) di Andrzej Papuziński che ci farà conoscere l’artista polacco Michał Batory, diventato famoso nel campo dei manifesti artistici in Francia sin dagli anni ’80; MAGICKÝ HLAS REBELKY (La magica voce di una ribelle / The Magic Voice of a Rebel) di Olga Sommerová, una delle più importanti documentariste ceche, è la storia di Marta Kubišová, la cantante che divenne simbolo di libertà nella Cecoslovacchia comunista; PEREKRESTOK (Incroci / Crossroads), di Anastasija Mirošničenko è incentrato sulla vita di un artista senzatetto che vive in una stazione ferroviaria e per oltre 20 anni ha dipinto immagini nelle strade della città di Gomel, in Bielorussia; ROCKS IN MY POCKETS (Sassi nelle mie tasche) della regista lettone (che vive a New York) Signe Baumane tenta di raccontare in modo divertente, in un lungometraggio realizzato con tecniche d’animazione miste ed originali passato al festival di Karlovy Vary, la sua vicenda personale, quella delle donne della sua famiglia e della loro battaglia con la malattia mentale.
V TICHU (In silenzio / In Silence) di Zdeněk Jiráský è una riflessione sull’incubo del dominio nazista in Slovacchia tra immagini reali, ricordi e fantasie, e sul potere della musica, una docu-fiction sulla vita di alcuni musicisti ebrei in Cecoslovacchia e in Germania, che furono perseguitati durante l’Olocausto; infine ŽIVAN PRAVI PANK FESTIVAL (Živan fa un festival punk / Živan Makes a Punk Festival) di Ognjen Glavonić è un ritratto di Živan, che organizza un festival di musica punk nel suo piccolo villaggio in Serbia e ci rimette sempre soldi, ma non demorde.
Sky Arte HD, il primo canale televisivo italiano dedicato all’Arte in tutte le sue declinazioni e visibile ai canali 120 e 400 di Sky, sarà presente al Festival di Trieste con due produzioni originali che manderà in onda nei mesi di gennaio e febbraio, PIERO CIAMPI-POETA, ANARCHICO, MUSICISTA e PROG REVOLUTION.
Il documentario PIERO CIAMPI-POETA, ANARCHICO, MUSICISTA è un ritratto del cantautore livornese a trentacinque anni dalla sua scomparsa, trasmesso in prima visione su Sky Arte HD lunedì 19 gennaio alle 22.10 e in programma al Festival venerdì 16 alle ore 22.30 in Sala Tripcovich. A parlare di lui c’è il cantautore Bobo Rondelli che dà vita a un racconto intimo di Ciampi, mentre cammina per le vie di Livorno, leggendo le sue interviste, le sue lettere d’amore, le sue poesie e le dichiarazioni rilasciate dal suo concittadino.
La produzione originale di Sky Arte PROG REVOLUTION testimonia, attraverso i racconti dei protagonisti dell’epoca, la stagione d’oro del rock progressivo italiano, e sarà trasmesso in prima visione su Sky Arte HD mercoledì 18 febbraio alle 21.10 (al Festival sarà proiettato martedì 20 gennaio alle ore 20.15 al Teatro Miela). I protagonisti di PROG REVOLUTION sono i musicisti, gli artisti, i fotografi e i discografici che hanno fatto la storia del rock progressivo italiano e che con la loro creatività e il loro gusto per la sfida hanno cercato di cambiare il mondo attraverso la musica. Tra di loro, Mauro Pagani, oggi compositore e produttore discografico con alle spalle una ventennale collaborazione con Fabrizio De Andrè, la PFM di Franz di Cioccio, Franco Mussida e Patrick Djivas, Paolo Tòfani, che dopo l’esperienza con gli AREA ha seguito un percorso spirituale intenso e mai interrotto ed Eugenio Finardi, musicista e cantautore affermato che non ha mai perso la voglia di assecondare i movimenti di rinnovamento che lo hanno guidato sin dall’inizio della propria carriera. Questi saranno solo alcuni degli autorevoli narratori di un documentario che racconta una storia incredibile: quella della Milano negli anni in cui “tutto sembrava possibile”.
La PFM e Bobo Rondelli saranno ospiti del festival.
Anche quest’anno la sezione non competitiva SORPRESE DI GENERE ci porta ad allargare lo sguardo verso nuove tendenze “popolari” all’interno della produzione cinematografica dell’Europa Centrale e Orientale; film locali trasformati in successi al box office che incontrano un pubblico internazionale. 4 sono i titoli (anteprime italiane) che compongono la sezione: SZABADESÉS (Caduta libera / Free Fall) dell’ungherese György Pálfi. 6 storie indipendenti e grottesche (Premio speciale della giuria, Miglior regia all’ultimo Festival di Karlovy Vary); la commedia SPOMENIK MAJKLU DŽEKSONU (Il monumento a Michael Jackson / Monument to Michael Jackson) di Darko Lungulov, ambientato in una decadente cittadina serba in cui vecchio monumento dell’epoca comunista viene rimosso dalla piazza e c’è chi pensa (per amore) di sostituirlo con uno dedicato a Michael Jackson; DIE WÄLDER SIND NOCH GRÜN (I boschi sono ancora verdi / The Woods Are Still Green) di Marko Naberšnik, una coproduzione Austria – Slovenia ambientata ai tempi (e nei luoghi, in Slovenia) della Prima Guerra Mondiale vista con lo sguardo dei nemici dell’Italia (l’ultima sequenza è girata nel museo di Caporetto, oggi Kobarid, in Slovenia).
Ultimo film di SORPRESE DI GENERE sarà anche il film di chiusura del festival, MIASTO 44 (Varsavia 44 / Warsaw 44) di Jan Komasa (Polonia), la più imponente produzione del cinema polacco del 2014, una storia di amore, amicizia e avventura durante la brutale e sanguinosa rivolta di Varsavia del 1944.
Tra le novità dell’edizione 2015 ci saranno le proiezioni dei film del LUX PRIZE.
Il Premio Lux è nato nel 2007, a distanza di 50 anni dal Trattato di Roma, e viene assegnato annualmente dal Parlamento Europeo ad un film di produzione europea. Gli 87.000 euro assegnati al film vincitore sono destinati a sottotitolarlo in tutte e 23 le lingue ufficiali dell’Unione Europea e produrne una copia in pellicola per ogni Stato membro.
Sarà possibile vedere al festival, al Cinema Miela 8 dei 10 film selezionati dal comitato del Premio: tra gli altri, LE MERAVIGLIE di Alice Rohrwacher (Italia/Svizzera/Germania), TURIST-FORCE MAJEURE di Ruben Östlund (Svezia/Danimarca/Francia/Norvegia, candidato al Golden Globe 2015 come miglior film straniero), BANDE DE FILLES di Céline Sciamma (Francia); FEHER ISTEN (White God – Sinfonia per Hagen) di Kornél Mundruczó (Ungheria/Germania/Svezia), che sarà nelle sale italiane (distribuito da Bolero Film) da febbraio; e IDA (Polonia/Danimarca), il film che si è aggiudicato nei giorni scorsi il Lux Prize 2014.
La storia della giovane orfana, diretta da Paweł Pawlikowski (che ha anche scritto il film con Rebecca Lenkiewicz) e ambientata negli anni Sessanta, ha letteralmente fatto incetta di premi, tra cui l’European Film Award come miglior film, miglior regista, miglior sceneggiatura e miglior fotografia (a Justine Wright) e il premio FIPRESCI al festival di Toronto. IDA è candidato ai Golden Globe come miglior film straniero.
Novità anche per un altro appuntamento di rilievo del TsFF: il PREMIO intitolato alla memoria di CORSO SALANI quest’anno cambia formula e coincide così con la selezione degli ITALIAN SCREENINGS, da sempre pensata non solo per il pubblico del festival, ma anche per quello dei professionisti internazionali accreditati a When East Meets West.
I 5 titoli presentati non sono più, infatti, opere in corso di lavorazione, ma film già completati nel corso del 2014 e ancora in attesa di una distribuzione italiana e mondiale.
La dotazione del Premio (2.000 €) va intesa quindi come incentivo alla diffusione nelle sale del film premiato.
Ciò che resta immutato è il profilo della selezione stessa: opere indipendenti, non inquadrabili facilmente in generi o formati e per questo innovative o almeno totalmente contemporanee, nello spirito del cinema di Corso Salani.
Si vedranno al festival FRASTUONO (Uproar) di Davide Maldi, una riflessione sul potere della musica (in concorso all’ultima edizione del Torino Film Festival), PERÍ ANARCHÍAS (Sull’Anarchia / About Anarchy) di Bruno Bigoni, documentario che affronta attraverso molteplici aspetti le diverse forme dell’idea anarchica, TOGLIATTI(GRAD) di Federico Schiavi e Gian Piero Palombini, presentato a Torino, sulla costruzione (alla fine degli anni Sessanta) della gigantesca città-fabbrica di Togliatti, realizzata nel cuore della steppa russa in 36 mesi; THE PERFECT CIRCLE (Il cerchio perfetto) di Claudia Tosi, un viaggio nelle storie dei malati terminali ricoverati in un hospice, presentato al Festival dei Popoli; e SECONDA PRIMAVERA (Second Spring) di Francesco Calogero, un’anteprima assoluta, con Claudio Botosso, Desirée Noferini, Anita Kravos e Nino Frassica, che sarà ospite a Trieste.
Saranno proiettati inoltre IL MONDO DI NERMINA (Nermina’s World) di Vittoria Fiumi e VOGLIO DORMIRE CON TE (I Wanna Sleep With You), ancora in fase di lavorazione, vincitori delle ultime edizioni del Premio Salani, oltre a LET’S GO di Antonietta De Lillo, storia di Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, oggi “esodato” dal lavoro e dalla vita, finalista al Premio Salani 2014.
L’edizione 2015 di WHEN EAST MEETS WEST prevede tre giorni dedicati a produttori, broadcasters, sales agents, distributori, fondi regionali provenienti da Italia, Europa dell’Est e da una singola regione in focus diversa ad ogni edizione. Quest’anno è la volta dei Paesi anglofoni: UK, Irlanda, Canada e USA.
L’obiettivo è quello di dare vita ad un appuntamento capace di creare un forte legame tra le diverse aree coinvolte. Attraverso tavole rotonde, masterclass e case-study, si riuniscono a Trieste professionisti di diversi Paesi, rendendo così il Friuli Venezia Giulia un punto di riferimento per i produttori dell’Est Europa che vogliono avviare collaborazioni con imprese occidentali, e viceversa.
Al programma tradizionale sono stati aggiunti due nuovi spazi: First Cut Lab, un laboratorio dedicato ai film di fiction in fase di edizione, e Last Stop Trieste, una preziosa occasione per presentare documentari in avanzata fase di montaggio a un ristretto pubblico di sales agents, responsabili di festival, rappresentanti di broadcaster. E nel programma del Festival ora c’è anche Born in Trieste, una sezione dedicata ai film che negli scorsi anni avevano iniziato il loro percorso produttivo a WEMW, tra i quali HROSS Í OSS (Storie di cavalli e di uomini / Of Horses and Men) di
Benedikt Erlingsson, una storia d’amore di campagna sul legame che unisce uomo e cavallo. Non manca l’ironia in questo ritratto (affettuoso e al tempo stesso rigoroso) di una comunità che abita in una valle isolata. Ovviamente dal punto di vista dei cavalli. POSLEDNATA LINEIKA NA SOFIA (L’ultima ambulanza di Sofia / Sofia’s Last Ambulance) di Ilian Metev è ambientato a Sofia, Bulgaria. In una città dove ci sono solo 13 ambulanze che faticano a servire diversi milioni di persone, tre paramedici, devono affrontare situazioni kafkiane. Poslednata lineika na Sofia è stato presentato a Cannes alla Semaine de la Critique nel 2012 e ha vinto il premio come Miglior Documentario al Festival di Karlovy Vary dello stesso anno.
Il programma del Trieste Film Festival, come sempre, include numerosi EVENTI SPECIALI di rilievo: come il film del Maestro del cinema polacco Krzysztof Zanussi, OBCE CIAŁO (Corpo estraneo / Foreign Body) e TIGERS (Tigri), anteprime italiane. TIGERS è l’ultimo film del premio Oscar Danis Tanović, ispirato ad una storia vera, incentrato su un giovane venditore che scopre i terribili effetti collaterali del latte in polvere che sta commerciando.
L’acclamato PLEMYA (La tribù / The Tribe) di Myroslav Slaboshpytskiy ha vinto il Gran Premio della Settimana della Critica al Festival di Cannes 2014 e racconta di un adolescente sordomuto che entra in una scuola specializzata, dove per sopravvivere deve diventare parte di una spietata organizzazione, la Tribù.
LES PONTS DE SARAJEVO (I ponti di Sarajevo / Bridges of Sarajevo) è un film in cui 13 registi europei affrontano il tema di Sarajevo, ciò che questa città ha rappresentato nella storia europea nel corso degli ultimi cento anni, e ciò che rappresenta oggi in Europa. Tra loro, Jean-Luc Godard, Aida Begić, Sergej Loznica, Cristi Puiu, Teresa Villaverde e gli italiani Leonardo Di Costanzo, e Vincenzo Marra.
SEDMIKRÁSKY (Margheritine / Daisies) è un omaggio del festival a Věra Chytilová (scomparsa nel marzo scorso) attraverso uno dei film chiave della Nová Vlna ceca.
KAJ PA MOJCA? (Che ne pensi di Mojca? / What About Mojca?) di Urša Menart è un film sulle eroine, sul ruolo e la rappresentazione delle donne nel cinema sloveno, in una edizione del TsFF contraddistinta da una forte presenza del cinema sloveno.
C’è poi IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO (Marco Cavallo’s Trip), della triestina Erika Rossi che lo ha diretto insieme a Giuseppe Tedeschi: Marco Cavallo, simbolo del desiderio di libertà e della lotta per i diritti di tutti gli internati, si rimette in viaggio attraverso gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari d’Italia. 13 giorni, 4418 km e 16 città per ricordare alla società che il folle che ha commesso un crimine, è anche un uomo bisognoso di cure.
La seconda edizione di EASTWEEK, il workshop internazionale di sceneggiatura dedicato allo sviluppo di soggetti cinematografici, si conferma un Talent Campus unico.
Organizzato da Alpe Adria Cinema e nato dagli scambi del Trieste Film Festival con le Scuole e le Accademie di Cinema dell’Europa centro orientale e dall’esperienza nei percorsi formativi del Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador dedicato a Matteo Caenazzo, il workshop ha
l’obiettivo principale di sviluppare, nella delicata fase di scrittura del soggetto cinematografico, i progetti selezionati attraverso lavori di gruppo con i trainer Nicos Panayotopoulos e Pavel Jech, masterclass e case studies.
Realizzato con il sostegno dell’InCE – Iniziativa Centro Europea (CEI) e in partnership con Midpoint Central European Script Center, Eastweek è aperto ai finalisti per il miglior soggetto del Premio Mattador, a tutti gli studenti delle Scuole e delle Accademie di Cinema dell’Europa centro orientale e anche ai loro giovani diplomati.
Inaugurata lo scorso anno, torna la giornata di cinema (domenica 18) corredata da un pit stop gastronomico. In Sala Tripcovich verrà proiettato l’immortale DOCTOR ZHIVAGO (Il dottor Zivago) di David Lean, dopo 50 anni ancora appassionante. Dal romanzo di Boris Pasternak, il film con Omar Sharif e Julie Christie (che vinse 5 Oscar) copre gli anni precedenti, durante e successivi alla Rivoluzione Russa, visti attraverso gli occhi del poeta e medico Jurij Zivago.
Tra la prima e la seconda parte del film CINEMA BRUNCH: specialità dolci e salate presso il bar della Sala.
Si rinnova anche nel 2015 il progetto di programmazione streaming in partnership con MYmovies.it. L’offerta streaming è caratterizzata da una ricca selezione di titoli del programma ufficiale disponibile gratuitamente sulla piattaforma MYMOVIESLIVE! (http://www.mymovies.it/live/) solo per i primi 300 utenti che ne faranno richiesta. Un’opportunità speciale per consentire al pubblico di seguire anche a distanza la ricca programmazione del Festival, oltrepassando i limiti territoriali della manifestazione.
Tra i numerosi eventi collaterali del festival, anche la presentazione dei libri DRAMMATURGIA DEL CINEMA DOCUMENTARIO di Lorenzo Hendel, LA MIA AUTOBIOGRAFIA (70% VERA 80% FALSA) di Nino Frassica, ARMONIE CONTRO IL GIORNO: IL CINEMA DI BÉLA TARR di Marco Grosoli, tutti all’Antico Caffè San Marco.
Torna la passeggiata cinematografica a cura di Nicola Falcinella, un modo diverso di visitare la città, e insieme una chiave differente per scoprire o ripercorrere la storia del cinema; e tornano a Trieste anche Gloria De Antoni e Oreste De Fornari, con la conversazione Angeli su Miramare.
Al Teatro Miela il 21 gennaio la performance PAVANA ZA ANTIGONO (Pavana per Antigone), un caleidoscopio di confessioni intime di un’artista, della regista slovena Hanna Preuss.
La sigla del Trieste Film Festival 2015 è di Ivan Bormann, autore triestino (di cui il festival nel 2010 ha presentato SCONFINATO. STORIA DI EMILIO).
Una ragazza che somiglia ad Alice nel Paese delle Meraviglie sta passeggiando lungo un confine misterioso, quando si imbatte in un’enorme chiave: all’improvviso scivola dentro ad un pozzo e poi si ritrova in un prato… musiche di Teho Teardo.
La ventiseiesima edizione del Trieste Film Festival è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Trieste, della Direzione Generale per il Cinema, del Ministero per i Beni e le attività Culturali; con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Creative Europe – MEDIA Programme, del CEI – Central European Initiative, della Provincia di Trieste, del Comune di Trieste, della Direzione Generale per il Cinema, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della CCIAA – Camera di Commercio di Trieste, del Bonawentura / Teatro Miela, con il sostegno di Lux Film Prize, Istituto Polacco – Roma e con la collaborazione della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi – Trieste, del Fondo Audiovisivo FVG, dell’Associazione Casa del Cinema di Trieste, de La Cappella Underground, della FVG Film Commission, di Eye on Films, dell’Associazione Culturale Mattador, dell’Associazione Corso Salani, del Centro Ceco – Milano.