Venerdì 12 dicembre durante la serata conclusiva del Tertio Millennio Film Fest, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, verrà assegnato tra i prestigiosi RdC Awards – i premi internazionali della “Rivista del Cinematografo” – il Premio Diego Fabbri per il miglior saggio di cinema ad Anton Giulio Mancino, ricercatore di Unimc, per il libro “La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio” (edizioni Bietti, Milano 2014). Il premio torna, così, ad un autore italiano, dopo che lo scorso anno era stato dato al regista de “L’esorcista” William Friedkin per il suo volume di memorie.
SCHEDA DEL LIBRO
Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio
Nel suo cinema post 1978, il cineasta di Bobbio ci ha sempre parlato (anche) del caso Moro, prima di “Buongiorno, notte”.
Perché gli orologi di Enrico IV indicano le 8:55? Come mai Marco Bellocchio mette in scena se stesso durante la seduta spiritica di Buongiorgio, notte? Nel suo cinema post 1978, il cineasta di Bobbio ci ha sempre parlato (anche) del caso Moro. Attraverso la visione di Enrico IV, Il principe di Homburg e Buongiorno, notte, riproposti in 35mm e in ordine cronologico, è possibile ricostruire un mosaico di indizi, rimandi, collegamenti visibili in filigrana, quando non manifesti, e svelati dal critico Anton Giulio Mancino nel suo volume La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio. Saranno gli stessi Bellocchio e Mancino a dialogare di fronte al pubblico prima dell’ultima proiezione, prima di quel Buongiorno, notte nel quale Aldo Moro, finalmente, entra nell’opera del cineasta dalla porta principale.