Christiane de Lavanciel vive a Parigi, ha ottantasei anni, un pungente senso dell’umorismo, una moralità fatta su misura e un anticonformismo sorprendente. Sua figlia Catherine è l’opposto: borghese e taciturna, è piena di rancore contro il marito milanese, del quale ha appena scoperto l’ennesima scappatella, e arriva a Parigi dalla madre insieme alla figlia Luna, in cerca di consolazione.
Luna, che sta scrivendo una tesi su Rudolf Steiner, scopre per caso che il bisnonno ne era un seguace. Incuriosita, vuole scoprire di più sulla famiglia e la nonna l’accontenta, con un racconto che si snoda lungo tutto il XX secolo e illustra vicende complesse e affascinanti. Dalla matassa intricata di ricordi contraddittori e dolorosi, emergerà un segreto che illuminerà il passato di una luce nuova. Contemporaneamente Catherine dovrà riflettere sul vero contenuto del suo amore attraverso un’analisi libera e priva di pregiudizi, aiutata dall’anziana madre. Con la caduta delle maschere i buoni diventeranno anche più inquietanti dei cattivi.
Emanuelle de Villepin è nata in Francia e si è trasferita giovanissima a Ginevra, dove si è laureata in legge, e quindi a New York. Dal 1998 vive a Milano. Presso Longanesi ha pubblicato i romanzi Tempo di fuga (2006), La ragazza che non voleva morire (2008) e La vita che scorre (2013).