Joker: folie à deux, il ritorno di un’antieroe in versione musicale

Il ritorno di Arthur Fleck, interpretato con straordinaria intensità da Joaquin Phoenix, è un viaggio contorto, eppure irresistibile, nelle profondità della follia umana. Con “Joker: Folie à Deux”, il regista Todd Phillips abbandona l’approccio convenzionale del cinecomic per tuffarsi in un’esperienza cinematografica ancora più psicologica e disturbante rispetto al primo capitolo. Se “Joker” era un dramma tragico che esplorava la discesa nell’oscurità di un uomo spezzato, il suo seguito si spinge oltre, flirtando con l’assurdo e il surreale.

Fin dalle prime scene, si percepisce un cambio di tono. L’atmosfera è quasi teatrale, immersa in colori e luci che oscillano tra il cupo e il vivace, riflettendo il conflitto interiore del protagonista. Joaquin Phoenix, ancora una volta, si trasforma completamente, dando vita a un’interpretazione che è tanto fisica quanto emotiva. Non c’è spazio per il giudizio morale: il pubblico è trascinato nel vortice dell’instabilità di Arthur, costretto a guardare attraverso i suoi occhi.

Lady Gaga: l’inatteso cuore pulsante del film

Una delle sorprese più grandi di questo sequel è l’introduzione di Harleen Quinzel, interpretata da una straordinaria Lady Gaga. Il suo ingresso nella storia non è solo un espediente narrativo, ma una scelta dirompente che trasforma completamente la dinamica del film. L’alchimia tra Phoenix e Gaga è palpabile, una danza di caos e desiderio che affascina lo spettatore. Gaga porta una nuova vulnerabilità al personaggio di Harley Quinn, distaccandosi dalle precedenti versioni cinematografiche per presentare una donna spezzata, ma consapevole, che cerca disperatamente di trovare un senso in un mondo che non fa più senso.

La musica gioca un ruolo fondamentale in questa evoluzione. Le sequenze musicali non sono solo intermezzi stilistici, ma diventano veri e propri strumenti narrativi, facendo emergere i pensieri più intimi dei personaggi. Il duetto tra Joker e Harley è un momento ipnotico, un mix di follia e tenerezza che lascia senza parole.

Una visione destabilizzante

Todd Phillips sfida ancora una volta le convenzioni di genere, presentando un film che non è né un semplice sequel né una tradizionale storia di supereroi. “Joker: Folie à Deux” è un’opera che mescola il musical al dramma psicologico, con un tocco di surreale che ricorda il cinema di David Lynch. Le tematiche trattate, dalla sanità mentale alla fragilità dell’esistenza, sono affrontate con un coraggio inusuale per un grande blockbuster hollywoodiano.

La scelta di Phillips di esplorare nuovi territori cinematografici potrebbe dividere il pubblico. Alcuni troveranno il film eccessivo, quasi sconnesso dalla realtà, mentre altri lo vedranno come una brillante riflessione sull’essere umano e le sue debolezze. Una cosa è certa: “Joker: Folie à Deux” non lascia indifferenti.

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Stefano Germano, laureato presso l'IULM, è un appassionato di TV e cultura moderna e new media è sempre alla ricerca delle storie più intriganti e delle tendenze culturali del momento.