Recensione: “Per dieci minuti” di Maria Sole Tognazzi ci dimostra che il cinema italiano è in ottima forma

Maria Sole Tognazzi ha magistralmente portato sullo schermo il potente racconto di Chiara Gamberale in “Per dieci minuti”. Il film affronta la crisi esistenziale di Bianca con una prospettiva rivoluzionaria, che va oltre le mura di una seduta di analisi, scandendo il percorso della protagonista attraverso prove e incontri significativi.

Barbara Ronchi interpreta in modo toccante il personaggio di Bianca, una donna devastata dalla fine del matrimonio, dalla perdita del lavoro e da eventi traumatici. La presenza della dottoressa Brabanti, interpretata da Margherita Buy, e la scoperta della sorella Jasmine, interpretata da Fotinì Peluso, diventano elementi chiave nella rinascita di Bianca.

La trama si concentra sul potere trasformativo di dedicare dieci minuti al giorno a qualcosa di completamente nuovo, svelando i legami speciali e l’amore che può emergere anche nei momenti più bui. Il film, prodotto da Indiana Production e Vision Distribution in collaborazione con Sky e Netflix, vanta un cast eccezionale, tra cui Alessandro Tedeschi, Anna Ferruzzo, Marcello Mazzarella, Mattia Garaci, Matteo Cecchi e Barbara Chichiarelli.

Attraverso una narrazione appassionante di rinascita, “Per dieci minuti” ci ricorda che a volte basta poco per ricominciare, offrendo uno sguardo caldo e coinvolgente sulla forza dell’essere umano di superare le crisi esistenziali. Un film ben strutturato che ci da speranza, in continuum con il successo di Paola Cortellesi, sullo stato di salute del cinema italiano  declinatl al femminile.

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