In occasione del bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte, dal 4 febbraio fino al 30 maggio 2021 il Museo dei Fori imperiali ospita la mostra intitolata “Napoleone e il mito di Roma”, dedicata all’ Imperatore francese e al suo rapporto con il mondo antico e Roma.
L’esposizione, curata da Claudio Parisi Presicce, Massimiliano Munzi, Nicoletta Bernacchio e Simone Pastor vuole ripercorrere il rapporto che Napoleone ebbe con i modelli del mondo classico sin dalla sua gioventù, fino all’uso dell’arte imperiale nella propaganda politica. La scelta dei Fori imperiali per ospitare la mostra non è stata casuale, perché proprio in quest’area, tra il 1811 e il 1814, Napoleone promosse una serie di scavi per valorizzare la zona attorno alla Colonna di Traiano che aveva ispirato la realizzazione della Colonna Vendôme a Parigi.
Il percorso espositivo si snoda attraverso 3 macro-sezioni con oltre 100 opere tra sculture, dipinti e reperti provenienti da importanti musei italiani ed esteri. La prima macro-sezione evidenzia il rapporto tra Napoleone e il mondo classico attraverso opere antiche e moderne che illustrano il percorso biografico di Napoleone e, allo stesso tempo, i suoi modelli e riferimenti culturali. L’ispirazione alla Roma Imperiale in ogni suo aspetto emerge nell’uso dei simboli del potere che durante l’Età Napoleonica si diffusero su edifici, dipinti e statue per celebrare la magnificenza di Napoleone come nuovo imperatore, nonché erede dei grandi condottieri del passato come Giulio Cesare e Alessandro Magno. Infatti, nel grande bronzo di Lorenzo Bartolini raffigurante Napoleone I Imperatore, Bonaparte viene ritratto con la corona d’alloro e le fattezze che rimandano a Giulio Cesare, una delle iconografie più diffuse durante il consolato e l’impero.
La seconda macro-sezione è dedicata al rapporto di Napoleone con l’Italia e Roma. Tra le varie opere spiccano soprattutto i due ritratti provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e dal Museo del Risorgimento di Milano. Spesso nei dipinti celebrativi, realizzati da Jacques-Louis David e Antoine-Jean Gros, Napoleone arringa le folle, si preoccupa dei feriti o cavalca trionfante per emulare gli Imperatori romani mentre nei ritratti di Andrea Appiani riusciamo quasi a vedere l’uomo sotto le spoglie eroiche. Un uomo dalle grandi idee come si può constatare dall’istallazione che illustra il vastissimo programma di trasformazione urbana che voleva applicare a Roma per trasformarla in una seconda Parigi.
La terza macro-sezione approfondisce alcuni aspetti relativi alla ripresa di modelli antichi nell’arte e nell’epopea napoleonica come l’aquila romana. Fondamentale nell’approccio all’Antico per Napoleone fu la Campagna d’Egitto, raccontata attraverso alcune opere come la stampa di Girardet che raffigura il generale alle Piramidi. Un’ impresa militare e culturale allo stesso tempo che viene paragonata al percorso intrapreso da Alessandro Magno fino a Babilonia, celebrato nella mostra con cinque lastre del fregio Il Trionfo di Alessandro Magno in Babilonia di Bertel Thorvaldsen, nella versione conservata nei Musei Civici di Pavia e derivata dal fregio eseguito per gli appartamenti imperiali al Palazzo del Quirinale mai abitato da Napoleone.
La mostra si conclude con il dipinto di François Gérard che lo ritrae con gli abiti dell’incoronazione, circondato dai simboli del passato che hanno contribuito a creare il mito dell’Imperatore e che ancora oggi non smette di affascinare.
Giulia Salome