Esattamente 21 anni fa, il 30 novembre 1999, usciva “…Squérez?”, il disco di debutto dei Lùnapop di Cesare Cremonini, tra i primi dieci album di tutti i tempi in Italia e riconosciuto da F.I.M.I. (Federazione Industria Musicale italiana) come il disco d’esordio di una band italiana più venduto di sempre.
L’album è stato saldamente al 1° posto della classifica italiana per 13 settimane consecutive (118 sono invece le settimane di permanenza nella classifica generale) entrando quindi nella Top5 dei dischi rimasti più a lungo in vetta.
Da “…Squérez?” sono stati tratti singoli come ”50 special”, “Un giorno migliore”, “Qualcosa di grande”, canzoni entrate nel patrimonio della musica italiana e che oggi, dopo 20 anni, sono ancora amate e cantate dal pubblico di tutte le generazioni.
“Sono felice di questa certificazione, spiega Cremonini, perché Squerez è un album che porterà per sempre un messaggio positivo. La forza della melodia e la voglia di emergere, sono invincibili. Fu un album sinceramente giovane e vero che scrissi quando ero adolescente. Il primo a dare voce a una generazione intera che aveva assorbito attraverso la musica i grandi cambiamenti positivi di quel periodo. Il successo oggi per me è essere di ispirazione per chi muove i primi passi nel mondo della musica”.
Cesare Cremonini nel frattempo pubblicherà il prossimo 1 dicembre “Let them talk” – Ogni canzone è una storia (Mondadori), un libro in cui la musica diviene, attraverso le sue parole, racconto delle sue canzoni e della sua vita, del passato ma anche del presente e del futuro, di una generazione e del suo modo di pensare, di Cremonini ma anche di tutti noi.
«(…) Faccio canzoni solo quando trovo un punto di incontro. Con vite devastate, vissute fino in fondo. Con gli uomini e le donne che hanno già amato, sofferto e dato. Anche se le mie canzoni restano sospese in un sentimento leggero, che tende alla gioia, è proprio in quelle vite che trovo l’interlocutore ideale, nel punto di contatto in cui siamo fragili. È lì che finiamo per somigliarci tutti. Così questo libro non cercherà di raccontare le mie diversità, ciò che mi rende unico per i dolori vissuti o per le fortune e i successi. Al contrario. Questo libro è nato, come tutte le mie canzoni, per far incontrare, e stringersi in un abbraccio, la mia storia con le storie di chi vi entra o ci passa accanto per caso. Le canzoni sono piene di metafore convincenti, ma quella che preferisco è già qui, la state leggendo. Anche Tu, come Me».
Cesare Cremoni racconta così lo spirito di questo libro, con un invito ai lettori ad abbandonarsi al suo mondo per riconoscervi, forse, anche il loro. Cremonini è stato, fino a questo libro, uno dei misteri meglio custoditi della musica italiana. Di lui conoscevamo soprattutto le canzoni, l’ironia e la riservatezza. Perciò Let them talk – Ogni canzone è una storia, è un piccolo miracolo.
In queste pagine Cremonini finalmente si svela, con estro inafferrabile, come nel suo stile, disseminando la scrittura di indizi, di tessere che a poco a poco compongono il mosaico della sua personalità. Il fascino di Cremonini sta infatti proprio nelle sue contraddizioni, era un bambino introverso fino alle lacrime ma allo stesso tempo accentratore, esibizionista, già votato allo spettacolo: «(…) sono stato un figlio che sfuggiva alle regole borghesi della famiglia pur assimilandone i comandamenti, per nulla impaurito dall’idea della fuga verso il mondo esterno, anzi attratto dagli sguardi degli altri. Un figlio che scriveva in continuazione, recitava, ballava, inventava, durante le vacanze in famiglia, durante le lezioni a scuola, durante i pomeriggi di studio, prima di dormire e anche nei sogni. (…) Ogni sera nella camera dei miei andava in scena un musical diverso. (…) Tutti i giorni con un’idea diversa di me».
Quella di Cremonini era una famiglia indifferente alla musica, mentre lui si scopriva un piccolo pianista che cresceva ossessionato dalle note, fino alla ribellione, al travestimento, alla fuga e al successo improvviso, travolgente.
Oggi, a quarant’anni, Cesare Cremonini è una star, un uomo che, mentre ti parla, sorride, ma nasconde più di un lato oscuro. E in questo libro li rivela, non per soddisfare la nostra morbosità ma perché è da queste ambivalenze, dal buio dove vivono i suoi demoni, contrapposto alla solarità del suo continuo omaggio alla vita, che sono nate le sue canzoni. «Ero felice, è vero. Ma a volte non si ha altra scelta».
Le canzoni, filo conduttore, ma solo apparente, di Let them talk, stavolta parlano loro eccome! Ognuna è la chiave di un mondo, uno scrigno che Cremonini ci apre per farci attraversare le porte di quel mondo, il suo. Fatto di un’attrazione totale verso il lato poetico della vita, di curiosità verso l’ignoto, di grandi perdite e di sogni ritrovati, di libri letti e immaginati, di film visti e interiorizzati, per spiegarci che l’arte è una sola e ci ricorda chi siamo: «(…) Io non sono soltanto un cantante. Questa parola di cui si abusa mi rappresenta solo in parte. Sono un uomo, e se oltre a un uomo sono davvero un artista, questo fa un artista: getta su un foglio quel che percepisce come imminente, senza sapere quando e per chi accadrà».
Lo sfondo di questo racconto sono i famosi colli bolognesi e le strade segrete di un’Emilia Romagna divertente, sexy, generosa di forme e tollerante nell’animo, fertile vivaio di grandi talenti e campioni. Proprio a questa terra appartiene il genio artistico di Aldo Drudi, poliedrico designer che ha creato la copertina di Let them talk.
Infine, chiude il libro una postfazione firmata dallo scrittore e critico musicale Michele Monina, che ha curato il volume e che, come scrive Cremonini, «ha saputo convincermi a scrivere e a raccontarmi» e, nelle pagine finali, inquadra le canzoni e la carriera del cantautore bolognese degli ultimi vent’anni.