Arte moderna e arte contem si fondono insieme nella nuova mostra Arnaldo Pomodoro nei castelli di Federico II che sara dislocata nei tre dei Castelli di Federico II di Svevia: Il Castello Svevo di Bari, l’ottagonale Castel del Monte presso Andria, riconosciuto dall’UNESCO “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”, ed il Castello Svevo di Trani, in assoluto tra le più importanti testimonianze delle residenze e fortezze imperiali del Meridione. Gli scettri, gli scudi, le lance di luce, le steli, le sfere di Pomodoro, originali declinazioni contemporanee di emblemi antichi, articolano un dialogo ideale con questi luoghi carichi di storia, simbolo dello straordinario connubio di potere e cultura espresso dallo “Stupor Mundi”.
E’ questo un evento espositivo senza precedenti in Puglia, promosso dal MIBACT, dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bari, Barletta, Andria, Trani e Foggia, in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, Nova Apulia e lo Studio Copernico di Milano. Le mostre si avvalgono dei patrocini delle città di Andria, Bari, Trani e Molfetta, in collaborazione con la delegazione FAI di Bari.
“Tutte le volte che si vede un’opera di questo straordinario interprete della scultura contemporanea in un contesto diverso è possibile immaginarne una nuova lettura”, sostiene Lea Mattarella, la quale sottolinea come “l’opera aperta di Pomodoro accoglie e interpreta lo spazio” dialogando splendidamente con la planimetria geometrica dei castelli di Federico II; del resto, lo stesso artista, artefice del percorso espositivo della mostra, è sempre stato affascinato dall’antico. “Tutto il lavoro di Pomodoro è basato sull’interferenza, la collisione tra un elemento e il suo contrario, sulla convivenza di opposti chiamati a ricostituire una nuova armonia”.
Cenni biografici
Arnaldo Pomodoro è nato nel Montefeltro nel 1926 da una famiglia di origini pugliesi, ha vissuto l’infanzia e la formazione a Pesaro. Dal 1954 vive e lavora a Milano.
Le opere del Cinquanta sono altorilievi dove emerge una singolarissima “scrittura” inedita nella scultura. E’ passato al “tuttotondo” nei primi anni Sessanta e poi alla grande dimensione. Sue sculture di bronzo sono presenti in spazi urbani in Italia e all’estero e nelle raccolte pubbliche maggiori del mondo. Memorabili mostre antologiche lo hanno consacrato artista tra i più significativi del panorama contemporaneo.
Ha insegnato nelle università americane: Stanford University, University of California a Berkeley, Mills College. Si è dedicato anche alla scenografia con “macchine spettacolari” in numerosi lavori teatrali, dalla tragedia greca al melodramma, dal teatro contemporaneo alla musica.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti: i Premi di Scultura alle Biennali di San Paolo nel 1963 e di Venezia nel 1964, il Praemium Imperiale della Japan Art Association nel 1990, il Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Award dell’International Sculpture Center nel 2008. Nel 1992 l’Università di Dublino gli ha conferito la Laurea in Lettere honoris causa e nel 2001 l’Università di Ancona quella in Ingegneria edile-architettura.
Della ricca bibliografia si ricordano: L’arte lunga (Feltrinelli 1992), un dialogo con Francesco Leonetti; Arnaldo Pomodoro (Fabbri 1995), a cura di Sam Hunter; Scritti critici per Arnaldo Pomodoro e opere dell’artista (1955-2000) (Lupetti 2000); Catalogo ragionato della scultura, a cura di Flaminio Gualdoni (Skira 2007); Il teatro scolpito, a cura di Antonio Calbi (Feltrinelli, Fondazione Arnaldo Pomodoro 2012).
Caterina Morelli