Quando si arriva alla fine del romanzo Schiavi di Paolo Ostorero si è certi che al mondo esista tanto dolore ma anche tanta gentilezza, tanto rispetto per la vita. E nella postfazione questa convinzione si rafforza, scoprendo che ciò che si è letto è una storia vera, nei suoi momenti crudeli così come nelle sue svolte impreviste, che sembrano appartenere a una bella favola.
L’autore racconta con crudo realismo le storie di Peter e Felix, due ragazzi africani che già dai primi anni di vita hanno dovuto sostenere un peso troppo gravoso per la loro età. Peter è nato nel sud del Sudan, e ha avuto da sempre un grande desiderio: andare a scuola. Ciò che per i giovani del nostro paese è un diritto vissuto il più delle volte con fastidio, per Peter è un sogno difficilmente realizzabile. Il padre vuole che lavori, vuole che contribuisca al sostentamento della famiglia. Il ragazzo non si arrende, e col poco tempo a disposizione cerca di assorbire le parole dei suoi compagni più fortunati che possono seguire le lezioni, e usa la sabbia come quaderno su cui tracciare le lettere dell’alfabeto arabo.
Un’ostinazione che termina quando il padre decide di portarlo in Libia per farlo lavorare. Il padre di Peter fa sì che il figlio diventi uno schiavo, ma lui continua a non arrendersi alla sua disperata condizione: “faceva il possibile per trattenere dentro di sé tutte le cose preziose che aveva imparato fino a quel momento. Come le parole”. Il potere delle parole è per Peter una spinta a volere di più per la sua esistenza, e decide quindi di andare in Europa. La storia di Felix è altrettanto dura: nato in Camerun, perde il padre tragicamente e per la famiglia inizia un periodo di profonde trasformazioni. L’insostenibile situazione che si trova a vivere a causa di un patrigno violento e oppressivo, lo persuade a partire per l’Europa: “Andarsene per davvero, non solo di casa ma via, lontano. Oltre la miseria, le botte e quella terribile sensazione di non avere via d’uscita”.
Ma quel viaggio tanto sognato sarà solo l’inizio di un incubo. Schiavi racconta il viaggio in parallelo di Peter e Felix, partiti da due diversi paesi ma proiettati verso la stessa destinazione. Un viaggio che ha come scopo liberarsi dalle catene dell’odio, dell’indigenza e della sofferenza. Un percorso accidentato, pieno di lacrime e ferite, verso una terra promessa che non li accoglierà a braccia aperte, che li sfiancherà, li umilierà. Ma che alla fine, dopo tante estenuanti prove, li renderà liberi.