Due settimane fa ogni donna ha festeggiato il giorno a loro dedicato. Sebbene l’8 marzo venga sempre ricordato come un giorno in cui sono avvenuti spiacevoli episodi ci è sembrato giusto dare una nuova impronta a questa importante data. La Festa della Donna non ricorda solo i poco piacevoli avvenimenti del passato ma è nato anche per ricordare le grandi e meravigliose opere nate dalla creatività di donne che nel corso dei secoli sono riuscite a cambiare il mondo e che forse nessun altro sarebbe stato in grado di fare.
Il mondo della moda ha conosciuto innumerevoli creatrici che hanno rivoluzionato la Una di queste “rivoluzionarie” porta il nome di Mary Quant. Mary Quant, stilista britannica nata nel sobborgo londinese di Blackhealth l’11 febbraio 1934, ha cambiato tutti i canoni femminili di quel tempo. Figlia di due insegnanti gallesi, sembrava predestinata ad un sereno futuro da insegnante. Ma non sempre il destino scorre lungo una linea retta e preimpostata, molto spesso riserva delle sorprese. Questo è quello che successe a Mary. Dopo un percorso di studi al Goldsmiths College lascia il suo borgo natale per trasferirsi a Londra, dove conosce Alexander Plunket Greene, figlio di nobili londinesi, che diventerà suo marito nel 1957.
Insieme a lui la vita della ribelle stilista prende tutta un’altra piega, in quanto entrambi condividono lo spirito “bohémien” e il rifiuto per le regole imposte dalla società. Il desiderio di cambiamento spinge i due giovani sposini a vivere mille avventure, fino all’arrivo della grande occasione. Alexander eredita dei soldi e in quel momento nasce la “Boutique Bazaar”.
Mary Quant e il successo della minigonna
L’arrivo delle nuove tendenze vede la boutique un po’ troppo rivoluzionaria ma nessuno ancora sapeva che quello sarebbe stato il trampolino di lancio per la sua favolosa carriera. L’interesse da parte del mondo cinematografico suscitato negli anni successivi portò Mary Quant a spopolare tra le giovani stiliste emergenti, e non solo. Il suo cavallo di battaglia si chiamava “minigonna”. Il suo essere ribelle, tanto criticato dai genitori, fu la chiave del suo successo, facendola diventare una delle icone della Swing London negli Anni ’60 e una delle più grandi businesswoman del tempo. Lo spirito rivoluzionario che tanto la caratterizzava portò alla creazione della minigonna, il capo di abbigliamento per eccellenza, rimasto un must have anche negli Anni 2000.
La minigonna, abbinata a bianchi stivaletti di gomma, fece impazzire chiunque, sia uomini che donne. Fino a quel momento per le strade si intravedevano solo gonne lunghe e questo capo d’abbigliamento riesce senza grandi sforzi a spezzare le catene di un tabù ormai superato da tempo. Nel 1963 fonda il “Ginger Group”, per l’esportazione delle sue creazioni anche oltreoceano.
La bravura di Mary Quant non si misura solo nel campo della moda in sé. Il suo talento si vede anche nella scrittura e pubblica due libri, “Colour by Quant” e “Quant on make up”, lanciandola anche nel mondo della cosmesi. Perfino la regina Elisabetta notò la padronanza della stilista nelle sue strabilianti opere e nel 1966 le concesse l’onorificenza di Cavaliere della Corona Britannica.
La stilista ha sempre sostenuto la libertà di pensiero e i suoi ideali le sono stati d’ispirazione per creare quello che ancora oggi non può assolutamente mancare nel guardaroba di una donna, quello che ancora oggi la donna usa per mandare alle stelle il suo sex appeal.
Jessica Zanettin