“Ciao sono Io, Marcella” quando si presenta la sua voce è inconfondibile e riporta a mille emozioni: così è Marcella Bella un’artista senza tempo, una delle poche, vere regine della canzone; sono passati cinquant’anni dal suo esordio ed i suoi successi così come la sua voce sono inchiostro indelebile sulle pagine della storia della musica italiana. Iconica, grintosa e sempre fedele a se stessa l’interprete di successi come “Montagne verdi” e “Senza un briciolo di testa“, solo per citarne alcuni, reduce dal programma tv di Rai Uno “Ora o mai più” in qualità di coach, dopo aver pubblicato un album di inediti prodotto da Mario Biondi intitolato “Metà amore, Metà dolore“, torna alla musica con la rivisitazione della hit “Nell’aria” ancora oggi considerata tra i momenti musicali più rappresentativi degli anni ’80. Per celebrare questo grande classico il DJ e producer Jacopo Tonelli ha vestito il brano con un ritmo pop latin internazionale ribattezzando il pezzo con il titolo “Aria Latina” strizzando l’occhio al mercato sudamericano. Ma non è tutto Marcella è recentemente tornata sui palchi d’italia per un’intensa attività live che avrà il suo apice il 15 Aprile con una serata evento, al teatro Brancaccio, per i suoi primi cinquant’anni di musica durante i quali celebrerà la sua straordinaria carriera con un concerto in cui metterà in scena tutta la sua versatilità e quella dei suoi più grandi successi riarragiandoli con il prezioso contributo dell’orchestra e presenterà al pubblico un nuovo brano inedito presentato al direttore artistico Claudio Baglioni per il prossimo Festival di Sanremo, scritto dal fratello Gianni Bella, che in seguito ad un ictus celebrale, ha ritrovato per l’occasione la forza di esprimersi in musica. Noi di Domanipress abbiamo avuto l’onore di ospitare nel nostro salotto virtuale Marcella Bella per parlare con lei del suo ruolo di coach, di nuovi progetti musicali, della sua carriera, di musica di oggi e di ieri e di vita tra amore e dolore.
Il nuovo progetto “Nell’aria latina” riprende un grande classico del tuo repertorio vestendolo di un ritmo nuovo…cosa rappresenta per te oggi questo brano?
«”Nell’aria” è uno dei brani che ho sempre amato, mi sembra ieri eppure è stato scritto nel lontano 1983, il pubblico lo apprezza ancora così tanto e durante i concerti non manca mai, ci tenevo a dargli un nuovo sound moderno e fresco pensando anche al mercato sudamericano ed ai più giovani. Questo pezzo è stato un po’ uno spartiacque nella mia carriera perché è il primo singolo che ho registrato “da donna” dopo il successo di “Montagne verdi” ricordo che fu inserito in un album a cui tengo molto e a cui partecipò come paroliere il grande Mogol. Erano gli inizi di un sodalizio artistico tra Mogol e Gianni Bella che poi si è diventato anche una bellissima amicizia. Mi sono presentata al pubblico con un testo graffiante e con un nuovo look viaggiando tra i palchi delle manifestazioni canore più importanti come Saint Vincent ed il Festivalbar, fu davvero una grande scarica di adrenalina».
Ritornando ad oggi, questo è davvero un periodo molto positivo per te: recentemente hai pubblicato un album intitolato “Metà amore, metà dolore” prodotto da Mario Biondi che ha rivelato una nuova parte di te…
«Si, sono molto orgogliosa di questo nuovo lavoro che è stato accolto in maniera calorosa sia dal pubblico che dalla critica. Con “Metà amore, Metà dolore” mi sono avvicinata ad un genere per me nuovo, quello del soul, accompagnata da un produttore d’eccezione come Mario Biondi che mi ha seguita e supportata in questo nuovo percorso…mi sono divertita davvero molto».
Riprendendo il titolo del tuo album “metà amore metà dolore” in quale parte ti senti più a tuo agio?
«Io sono sempre per il bicchiere mezzo pieno, quindi scelgo sempre la metà amore, mi ritengo una donna passionale e soprattutto ottimista».
A proposito di “metà amore”, tu sei una delle poche donne del mondo dello spettacolo che può vantare una storia d’amore che ha resistito al tempo e per molti anni hai preferito la famiglia alle luci dello showbiz…
«A gennaio con mio marito, Mario Merello, festeggeremo i quarant’anni di matrimonio, un traguardo importante di questi tempi; noi ci siamo conosciuti nel 1979 e ci siamo sposati qualche anno dopo. Per un periodo ho preferito restare a casa a godermi i miei figli: Giacomo, Carolina e Tommaso. Il primo figlio l’ho fatto da giovane, a 26 anni, la mia secondogenita è arrivata dopo 12 anni, l’ultimo solo 11 mesi dopo. Non volevo essere una mamma assente in giro per il mondo. Nello spettacolo le coppie longeve sono poche prima c’erano Romina Power ed Albano che ci facevano sognare…adesso invece è più difficile tenere le redini di un rapporto duraturo e sano».
Scandagliando nel passato ho scoperto che qualche tempo fa Red Canzian in una sua biografia ha raccontato di una vostra storia d’amore nata in gioventù…vi siete più rivisti?
«Ma hai scavato proprio affondo lo sai? Ricordo bene quel periodo, ero ancora minorenne abbiamo avuto un flirt che è durato qualche mese, ma eravamo solo dei ragazzini (ride). In quel momento particolare della mia vita, in realtà, ero molto impegnata con la mia carriera e non volevo dei legami che mi avrebbero potuto poi vincolare troppo…Tra me e Red è rimasta però una stima reciproca, abbiamo dei bei ricordi e siamo rimasti amici».
Per la metà dolore invece non si può non ricordare il tragico ictus che ha colpito tuo fratello, il celebre autore Gianni Bella, nel 2010 un evento doloroso che ti ha segnato particolarmente…
«Gianni è stato fermato da questa brutta malattia che l’ha letteralmente paralizzato. Per me e per tutta la famiglia non è stato semplice affrontare questo dolore; lui da vero guerriero si è dedicato in questi anni alla sua rinascita cercando di migliorare il suo fisico e la sua salute. Adesso i progressi fatti sono molti, ha ripreso a camminare e a muovere il braccio e la mano. Ha fatto anche molti esercizi di rieducazione e di logopedia per ritornare a parlare. In tutto questo percorso non ha perso il lato più giocoso del suo carattere sempre positivo e solare con la sua grande intelligenza e la sua creatività che, anche se ostacolata dalla malattia, non manca di emergere e di essere per lui uno stimolo a vivere».
Si parla anche di un brano che Gianni Bella ha scritto per te e che vorresti portare al prossimo Festival di Sanremo…
«Gianni non ha mai smesso di amare la musica, e pur con tutti i suoi limiti, ha sempre cercato aiuto per poter scrivere nuovi brani, io gli sono sempre vicina e in questo periodo l’ho pregato di scrivere una canzone per me e ci siamo riusciti, anche se per lui è stato un grande sforzo; l’ho chiesto come regalo per i miei cinquant’anni di carriera e lui con mio fratello Rosario è riuscito a suggerirci le note di un brano che reputo davvero emozionante…».
Ad ogni modo, comunque vada, l’importante e che Gianni stia meglio e che un grande autore come lui possa ancora godere dell’abbraccio dei suoi cari e del pubblico…
«Certo, e ti dirò di più, Gianni ultimamente ha presentato anche un melodramma moderno tratto dalla storia di Giuseppe Verga: “Storia di una capinera” con Mogol e Giuseppe Fulcheri per la regia di Dante Ferretti. Lui ha curato la musica e Mogol il testo; è stato bello rivederli insieme perché loro sono da sempre legati da una lunga collaborazione nel segno della musica leggera italiana, ed oggi mi emoziona vederli collaborare insieme, di nuovo, per un progetto importante che mira a far rivivere e continuare la straordinaria tradizione del melodramma italiano. Gianni è molto soddisfatto di questo progetto, lo vedo felice».
Ritornando a te, in questi cinquant’anni di carriera ti abbiamo visto attraversare epoche e stili diversi che spesso rivivono in tv nei vari amarcord che raccolgono le immagini delle icone della musica italiana…ti riguardi volentieri?
«Assolutamente si, li riguardo volentieri per fare un paragone con l’oggi e capire come eravamo e quanto siamo cambiati ma anche perché è importante ricordare che non c’è futuro senza il passato. Molte produzioni televisive oggi non è più possibile realizzarle è diventato tutto molto più veloce».
Anche i brani, nell’era di Spotify, sembrano resistere meno alla voracità del tempo ed è difficile ritrovare delle vere “power hits” capaci di conquistare più generazioni e di costruire la carriera di un’artista che duri a lungo…come mai?
«Ci ho pensato tante volte e non saprei spiegare il motivo di questo fenomeno, sicuramente gli autori non sono più quelli di una volta ed il mondo discografico è crollato, i dischi non si vendono più ed è tutto affidato agli streaming, oggi la parola giusta non è “si compra” ma “si scarica” un album…detto ciò stiamo assistendo ultimamente anche ad un ritorno al “fisico” con il vinile che, sopratutto per i più giovani, è diventato un oggetto alla moda da collezionare. Anch’io con il mio ultimo album ho regalato al mio pubblico la possibilità di acquistare il vinile di “Metà amore, Metà dolore” e rivedere la mia foto stampata sul cartone del disco, quello vero intendo, per me è stato un tuffo nel passato che mi ha emozionato e divertito molto. Si sta riscoprendo il piacere di fruire la musica in maniera analogica con il giradischi e non solo con l’mp3».
Tra i tanti successi che Gianni Bella ha scritto per artisti come Gianni Morandi, Adriano Celentano ed Ornella Vanoni, solo per citarne alcuni, c’è una canzone che avresti voluto cantare?
«Ce ne sono davvero tantissime, basti pensare che Gianni ha scritto ben cinque album ad Adriano Celentano…tra tutte però avrei voluto tenere per me sopratutto “L’emozione non ha voce” ma lui decise che quel brano era destinato unicamente ad Adriano e fece una scelta giusta. Quella canzone fruttò un milione e duecentomila copie, una cifra da capogiro se paragonata ai numeri di oggi; Adriano Celentano gli ha dato un’atmosfera speciale ed irripetibile e con il senno di poi sono contenta che l’abbia cantata lui. Recentemente abbiamo anche organizzato per Rete4 un evento intitolato “Una serata bella…per te Gianni”; è stata un’occasione unica per riascoltare i suoi più grandi successi, canzoni che hanno scalato le classifiche ed album che hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo con tanti amici come Loredana Bertè, Umberto Tozzi, Mario Biondi, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia; ho un ricordo particolare di quel momento».
Sempre in TV sei stata anche impegnata come coach al talent show di Rai1 condotto da Amadeus “Ora o mai più”, in merito a questa partecipazione si è vociferato anche di un litigio mai andato in onda con Orietta Berti…confermi?
«Ma no dai… la querelle era per animare la gara, d’altronde come a scuola non si può dare buoni voti a tutti, c’era chi meritava di più e chi di meno e questo ha scaturito un dibattito con Orietta, ognuno era libero di esprimere il suo giudizio ed i toni erano sempre moderati al rispetto reciproco. Io sono stata molto severa ed esigente, lo ammetto, e mi sono trovata a mio agio nelle vesti di vocal coach, la mia è una famiglia di musicisti dove, da sempre, si è discusso di musica e dare un po’ di questo background ai più giovani mi ha fatto molto piacere».
Sicuramente nel programma hai comunque ritrovato un’amicizia storica, quella con Loredana Bertè…
«Quando dalla sicilia mi sono ritrovata catapultata a Milano per il mio primo disco, Loredana per me è stata il mio faro, si è comportata con me come una sorella maggiore e tengo molto a lei. La sera tra una registrazione e l’altra uscivamo insieme e lei mi faceva conoscere i luoghi più interessanti di Milano, eravamo molto diverse: lei molto emancipata ed io ero timidissima. La vita con il tempo ci ha divise ma poi quando ci rivediamo e come se il tempo non fosse mai trascorso. Devo dire che sono diventata amica anche con Patty Pravo, ho avuto modo di conoscerla meglio, oltre il suo personaggio, può sembrare schiva invece è una donna dalle mille risorse, simpatica ed autoironica».
Oltre alla TV sei tornata anche in grande stile in tournèe una realtà quella live che non vivevi da molto tempo. Com’è stato ritornare sul palco per un tuo concerto?
«Ritornare a cantare dal vivo e ritrovare il mio pubblico è stata un’emozione indescrivibile…Da Aprile sarò pronta per un nuovo tour teatrale per i festeggiamenti dei miei cinquant’anni di carriera con uno spettacolo prezioso, celebrativo, che sarà accompagnato da una grande orchestra…insomma, facciamo le cose in grande».
Come ultima domanda parafrasiamo sempre il titolo del nostro magazine e chiediamo come vede il “Domani” Marcella Bella, quali sono le tue speranze e le tue paure?
«Io sono ottimista, vedo il Domani in maniera positiva, spero in generale in un miglioramento del genere umano, dovremmo tutti prendere esempio dagli animali e del loro modo di amare…speriamo che un giorno questo avvenga. Il mio futuro personale, invece, lo voglio dedicare sempre alla mia famiglia e naturalmente al mio pubblico e alla musica».
Simone Intermite
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