Emanuele Dabbono, Genova classe 1977, è uno degli autori tra i più apprezzati del panorama musicale italiano. La sua brillante carriera da musicista iniziata dagli ambienti indie e passata per il talent show XFactor in questi ultimi anni si è particolarmente legata a quella di Tiziano Ferro con cui ha scritto il brano “Incanto” e tre tracce dell’ultimo album “Il mestiere della vita” tra cui il prossimo singolo in rotazione radiofonica “Il conforto” featuring con Carmen Consoli. Ma non è tutto la penna di Emanuele Dabbono è riuscita anche ad andare oltre la partitura musicale con libro intitolato “Musica per lottatori” premiato da Alessandro Quasimodo, figlio del celebre Nobel per la letteratura. Noi di Domanipress abbiamo parlato con lui di musica, degli ultimi brani prodotti con Tiziano Ferro e della sua esperienza letteraria.
Dopo il successo del brano “Incanto” scritto per Tiziano Ferro sei diventato coautore del ultimo album “Il Mestiere della Vita” e ad oggi sei l’unico autore a contratto con Tiziano. Come è nato questo questo sodalizio artistico?
Io e Tiziano ci conosciamo da vent’anni anche se poi lavoriamo insieme solo da tre anni. Ci siamo conosciuti nel 1998 quando cercammo entrambi di entrare nella rosa dei finalisti di Sanremo giovani, non riuscimmo ad approdare al parco dell’Ariston ma ci guadagnammo un contratto con lo storico produttore Alberto Salerno, il marito di Mara Maionchi. Tiziano diventò subito una superstar io invece ho proseguito nella mia gavetta nell’indie rock e poi ci siamo incontrati nuovamente per caso nel 2008 ad XFactor perché io arrivai in finale e lui aveva scritto con Roberto Casalino il brano “Non ti scordar mai di me” per Giusy Ferreri. Mi ricordo che Tiziano mi disse che “mi stava tenendo d’occhio”… io in realtà non diedi molto peso alla cosa ma cinque anni dopo arrivò la proposta di scrivere con e per lui. La prima canzone che abbiamo scritto insieme fu “Non aver paura mai” di Michele Bravi poi nacque “Incanto”
“Incanto” è una delle hit più amate di Tiziano Ferro pur essendo musicalmente molto distante dai canoni a cui siamo abituati…
“Incanto” è stato sicuramente un azzardo piacevolissimo, io amo tutti i generi musicali, questo brano nasce dalla passione per la musica celtica. Quando fu scelta come singolo le radio dissero che sembrava un incrocio tra i Tazenda ed i Modena City Ramblers. Io ho subito pensato che non sarebbe durata tanto in rotazione invece il pubblico l’ha amata.
Oltre alla musicalità “Incanto” sorprende anche per il testo…
Il testo è una pura dichiarazione d’amore, tutti e due ci siamo ispirati al nostro vissuto personale. Io ero appena diventato papà… il mio amore era totalizzante, dal mio punto di vista ho dedicato il brano a mia figlia.
Ricordi il momento in cui l’hai scritta?
La canzone l’ho scritta di getto, non sono un fautore dell’ispirazione, se riuscissimo ad entrare in contatto con la parte “bambina” di noi quella disincantata probabilmente non avremo bisogno di appellarci all’ispirazione; è bello raccontare cose intime e sincere. Abbiamo scritto molto liberamente senza freno e senza porci domande.
Quest’anno invece hai scritto per Tiziano il brano “Il conforto“, il secondo singolo del nuovo album che vanta un featuring con Carmen Consoli, ed è già un grande successo…
Anche questa volta non mi aspettavo che la canzone potesse avere un’accoglienza così calorosa. La stampa ha parlato di “brano storico” della musica italiana e l’ha definito uno dei duetti più affascinanti dell’ultimo decennio. “Il conforto” non è ancora uscito come singolo ed è già in classifica, non solo perché è un featuring con Carmen Consoli, ma perché ha un testo molto profondo, si discosta dalle canzoni d’amore che popolano le radio. Il testo indaga con profondità il ruolo che le persone giocano nella nostra vita quando vanno via e gli strascichi che inevitabilmente lasciano. “Per pesare il cuore con entrambi le mani ci vuole coraggio” è questa la chiave del brano, spesso abbiamo un’idea sbagliata del possesso; in amore bisogna pensare che chi è con noi può non esserci più, sono convinto che per mantenere viva la fiamma dell’amore bisogna non dare niente per scontato.
Quando hai scritto “Il conforto” hai subito pensato che potesse essere adatto ad un featuring?
No, in realtà il duetto è merito di Tiziano, nel renderla attuale con un arrangiamento strepitosamente elettronico, l’ha proposta a Carmen Consoli ed ha fatto una sorpresa non solo a me ma anche a tutti gli ascoltatori. Le loro voci si fondono benissimo. Credo sia stupefacente l’intensità con cui cantano, sono proprio a servizio del testo e non è un featuring che vuole dimostrare con manierismo le doti vocali. A tratti Carmen Consoli sembra cantare in modo diverso rispetto a come ci ha abituato.
Nel brano “Il conforto” scrivi: “Se questa città confonde / allora siamo in due” cosa rappresenta per te la confusione?
La confusione è in perfetta contrapposizione con la prima strofa dove “consegnare le chiavi” è metafora di chi consente libero accesso anche alla propria parte più intima mentre la città che confonde è aperta, contraddittoria, rappresenta un tessuto connettivo che fa parte della nostra vita.
Oltre a “Il conforto” hai scritto anche il brano “Lento/Veloce” dove Tiziano canta: “Scriverti è facile, è veloce/Per uno come me.” Per Emanuele Dabbono scrivere è facile?
Ho scritto 1571 canzoni, le catalogo perché mi aiuta in questa forma di “autismo” a sopravvivere…sicuramente posso dirti che sono la classica persona che preferisce scrivere piuttosto che parlare. Penso che la parola scritta abbia una sua funzione, superiore a quella parlata, le canzoni sono come delle poesie in musica.
Gli autori Fabrizio De Andrè, Sergio Enrigo, Bruno Lauzi, Ivano Fossati e Gino Paoli hanno come denominatore comune Genova, la tua città. Spesso si parla di “scuola genovese” come mai Genova è una città così artisticamente feconda?
Ci ho pensato molte volte e non mi sono mai dato una
risposta chiara, Genova è il centro storico più grande d’europa, vive di mille culture diverse ha vissuto la cultura araba, francese e spagnola. Ha il sapore di città di frontiera se vuoi, come Napoli ed Istanbul, si respirano culture diverse ed accenti diversi. Questa complessità si è tradotta bene in musica e a Genova si producono diversi generi musicali; negli anni 60-70 questa cultura si è sviluppata con cantautori importanti ed ha sempre avuto anche un accezione di world music. Mi piace pensare che nei suoi vicoli si incastrano delle storie lontane. Tra gli autori genovesi il mio preferito è Ivano Fossati.
Oltre che come autore di canzoni, ti sei tolto una grande soddisfazione come scrittore con il libro “Musica per lottatori” ricevendo un prestigioso riconoscimento da Alessandro Quasimodo, figlio del celebre Nobel Salvatore. Cosa ricordi di questa esperienza?
Quando sono arrivato in questo gotha della poesia tutti avevano il doppio dei miei anni, io sono approdato con delle canzoni che non erano state espresse in musica, ho cercato di scrollarmi di dosso lo schema metrico delle canzoni, ho lasciato un’interlinea un po’ più grande tra un verso e l’altro per permettere ai musicisti che fossero entrati in contatto con il libro di trasformale in canzoni; anche non volendo alcune di queste avendo un ritmo fluido sembrano delle pseudo canzoni dove puoi “immaginare” una musica…erano delle canzoni in cerca di compositore per dirla con Pirandello. Alcune poesie avevano un lessico forte e violento e forse non c’era la possibilità di trasformarle in musica…volevo uscire dallo schema della ricerca del ritornello come se fosse una ricreazione lunghissima.
A proposito di “Musica per lottatori” oggi secondo te in Italia per fare buona musica bisogna lottare? Cosa ne pensi della continua disputa tra le grandi major e le etichette indipendenti?
Sicuramente le grandi major hanno commesso l’errore di non capire da subito le potenzialità di internet…ci sono sempre arrivate un passo dopo. Solo adesso anche le major cercano gli artisti su youtube ma sono almeno 15 anni che youtube ed il web sforna talenti. Però personalmente ho ascoltato pessima musica indie e pessima musica mainstream…così come invece c’è dell’ottima musica in ambedue i sensi quindi oggi credo siano importanti i contenuti…c’è tanta musica indipendente con anoressia melodica e di contro nel mainstream ci sono nomi come Niccolò Fabi che va contro corrente incontrando il gusto del pubblico, producendo musica di qualità. Il pubblico penso che cerchi l’emozione a prescidere: a volte l’emozione può essere data dalla leggerezza e può vincere Rovazzi a volte l’emozione può essere data da una canzone d’autore e speriamo che accada con “Il conforto”.
Come ultima domanda parafrasiamo sempre il titolo del nostro magazine e chiediamo come vede il “Domani” Emanuele Dabbono quali sono le tue speranze e le tue paure?
Il Domani lo vedo come una lunga fila di passi…in avanti vedo il futuro, voltandomi indietro guardo il passato e sono felice della strada che ho fatto.
Simone Intermite